Magnamund a portata di mouse

Questa è davvero la stagione di Lone Wolf. Qui su Stay Nerd troverete già un bel po’ di articoli, tra l’introduttivo approfondimento su Chi Diavolo è Lone Wolf, fino all’intervista all’autore Joe Dever, che ha presentato quest’anno i quattro volumi in produzione e di prossima pubblicazione che porteranno a 32 il numero di tomi dedicati al celebre Guerriero Ramas. Perché siamo così presi da queste notizie? Perché siamo dei figli degli anni ‘80, innanzitutto, e molti di noi hanno iniziato a leggere il fantasy proprio grazie a queste opere incredibili che univano il piacere della lettura alla gioia del gioco, dove il fato era mascherato come un vecchio dado a 10 facce (o una griglia piena di numeri da 1 a dieci…). Ci siamo lasciati coinvolgere da una prosa narrata in seconda persona, dove il libro parlava a noi e ci chiedeva di scegliere: pillola rossa o pillola blu? (più o meno…)

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Quindi è facile capire la trepidazione con cui aspettavamo la conversione in gioco elettronico di queste avventure. E siamo stati accontentati una prima volta con il rilascio per piattaforme mobile di ben quattro atti di una storia nuova di zecca che vedeva una perfetta fusione tra meccaniche di gioco RPG e narrazione, in un tripudio di divertimento old style. Non contenti di ciò, i ragazzi ITALIANI di Forge Reply  hanno fatto sbarcare questa loro fatica su Steam, con tutti i suoi pro e i suoi contro. Ora cosa farete? Scegliete di indagare sul segreto di Lone Wolf versione PC? O rimanete impassibili davanti alla vostra curiosità, consumandovi a poco a poco? Eh?

 Un gioco a forma di libro

lone wolf recensioneL’approccio per la realizzazione del gioco dedicato a Lone Wolf è forse la cosa più emblematica, la caratteristica che più di tutte inquadra perfettamente l’affetto che i realizzatori hanno messo in questa opera. Per non tradire le origini di libro-game, tutto inizia con un libro da sfogliare. E così sarà per tutto il gioco. Parliamoci chiaro: questa è una avventura, ma soprattutto è un’avventura testuale, dove la parola scritta ha maggiore valenza della parte visuale. Per questo il gioco da subito ci mette a nostro agio davanti al monitor, ci fa scegliere il font, per agevolare la lettura, le dimensioni del carattere e ci accompagna passo passo per questa avventura fatta di inchiostro virtuale, mostri e magie.

La maggior parte del tempo lo passeremo a leggere, pagina dopo pagina, mentre davanti a noi si dipana una vicenda che si colloca a cavallo tra il terzo e il quarto libro della serie, in un momento in cui Lone Wolf è un guerriero Ramas di media potenza, non conosce i suoi poteri fino in fondo e il suo addestramento sul campo è ancora in corso. La trama si dipana in quattro atti collegati l’uno all’altro, Sangue nella Neve (il primo), La caccia nella foresta (Due), Il tempio degli Shianti, Alba su V’taag (il quarto) che concluderà la vicenda.

Durante la storia, Lone Wolf incontrerà personaggi amichevoli, con cui dialogherà, e nemici famelici che dovrà per forza di cosa sconfiggere. Qui entra in gioco il fattore LibroGame.

lone wolf recensioneOgni volta che ci troveremo di fronte a un dialogo, il gioco ci metterà di fronte a una scelta, che risponderà al nostro modo di interpretare l’avventura. Badate che non esiste una scelta giusta o sbagliata, solo che ogni azione produrrà una reazione che influenzerà l’andamento degli eventi. Scegliere se rispondere in maniera arrogante a un personaggio amico, toglierà altre opzioni di dialogo successive e potrebbe anche aumentare il fattore difficoltà dell’avventura, facendoci perdere un alleato. D’altronde essere buoni sempre non paga come uno potrebbe pensare. Il gioco ci mette in mezzo a situazioni in cui ragionare prima di aprire la bocca è forse l’unica vera arma che abbiamo.

Alla stessa maniera ci saranno delle scelte (le scelte del destino) che cambieranno completamente il corso della storia, facendoci seguire altre vie verso il finale.

Capite come questo sia un gioco che affida completamente all’utente lo svolgersi della trama più di quanto si potrebbe immaginare, per mantenere viva l’atmosfera da libro game anni 80.

Clangore di spade

Un altro frangente in cui saremo invitati a interagire nel gioco è rappresentato dalle fasi di combattimento. Qui, il titolo dedicato a Lone Wolf si allontana e anche di molto dalle produzioni parallele di libri-videogame. I ragazzi di Forge Reply hanno pensato bene di eliminare (in parte almeno) il fattore ‘Caso’, escludendo la simulazione del lancio di dadi. Nei vecchi librigame, infatti, si chiedeva al lettore di lanciare un dado per determinare l’esito dei vari colpi sferrati in combattimento, in perfetto stile D&D, appuntando su carta i punti ferita, i punti danno e le tecniche utilizzate.

lone wolf recensioneIn ambito virtuale, le cose sono state per così dire aggiornate a un’impostazione da gioco di ruolo elettronico. Per combattere ci troviamo di fronte a una organizzazione simile a un GDR a turni, governato da un active time battle. Fin quando la barra è attiva, possiamo compiere azioni, quando invece si svuota completamente, possiamo solo stare fermi e attendere che si ricarichi. Molto old-school, quasi retrò, ma divertente, soprattutto se contestualizzata con altre peculiarità del sistema di combattimento.

Infatti Lone Wolf avrà a disposizione una vasta gamma di mosse e comandi: dagli attacchi con l’arma principale a quelli con l’arma speciale, dall’uso delle pozioni, fino all’arma secondaria (o scudo), passando per i coltelli da lancio e i poteri Ramas. Tutto questo ben di dio è susseguente alle scelte fatte durante la creazione del personaggio, quindi aspettatevi ulteriore varietà, rispetto a quanto scritto poc’anzi.

Come se già non ci fosse tanta carne al fuoco, per approfondire il sistema di combattimento, i programmatori hanno aggiunto un sistema di cool down delle varie mosse, che evitano lo spam selvaggio di un singolo comando, prediligendo una pianificazione del combattimento e dando quindi un’impronta strategica.

Per attivare alcune abilità speciali, per eseguire dei colpi potenti, il gioco ci lascia eseguire delle piccole gesture con il mouse, chiaramente mutuate dalla versione mobile, che se fatte correttamente faranno sviluppare l’animazione e aumentano il danno. Quindi, ora, se un combattimento finisce male, non possiamo imputare tutto al caso, ma anzi dobbiamo cominciare a dubitare della nostra strategia e del nostro approccio.

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Alla fine dei combattimenti c’è la fase di spoiler, di raccolta degli oggetti guadagnati e paradossalmente non c’è alcun conteggio dell’esperienza. Questo è vero solo in parte, l’evoluzione del personaggio avviene su due binari paralleli: da una parte, l’equipaggiamento acquisisce esperienza per aumentare il numero di mosse a disposizione, dall’altro la somma delle scelte, la direzione che abbiamo deciso di seguire lungo la storia influenzeranno la crescita del nostro personaggio. A fine capitolo, infatti, verranno assegnati dei punti ai vari parametri statistici e questa assegnazione sarà assoggettata al nostro modo di giocare.

lone wolf recensioneDivergendo dalla concezione classica dei giochi di ruolo, l’esplorazione assume un ruolo decisamente marginale. Ma questo non è un difetto vero e proprio, ma più che altro un prezzo da pagare alla contestualizzazione di questo videogioco che si prefigge lo scopo di raccontarci una storia, che per quanto a bivi e a scelta multipla, è pur sempre un romanzo già scritto. L’effetto sorpresa che può emergere durante le fasi di lettura sono alcuni minigiochi ed enigmi, tra cui il più fastidioso è quello dello scassinamento delle serrature (e ce ne sono tante). E’ fastidioso perché purtroppo è basato sul criterio del tentativo a cazzo. Incastri il grimaldello in una certa direzione, e poi ruoti il coltello. Se forzi troppo, il grimaldello si rompe. Facile? Insomma… La rotazione del grimaldello non dà alcun indizio, quindi dobbiamo basarci esclusivamente sull’escursione del coltello, per capire se ci troviamo sulla strada giusta. E poi i grimaldelli sono in numero limitato…

La mappa del gioco si dipana davanti a noi sotto forma di molteplice tappe, più o meno obbligate, anche loro soggiogate alla dura legge delle nostre scelte. I bivi porteranno verso alcune location, precludendone altre in via definitiva… almeno fino al prossimo playthrough.

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Miniato e con grazie

E’ davvero encomiabile il lavoro di caratterizzazione dell’intero pacchetto videoludico fatto dai ragazzi del team. La bellezza di quello che viene raccontato per iscritto si sposa con le pagine (virtuali) del grimorio che stiamo sfogliando, dalle fattezze un libro antico, medievale, in sintonia con gli eroi magici e i nemici terribili che si parano a ogni capoverso. Inframezzati tra i vari pargrafi ci sono anche delle belle illustrazioni, fatte quasi con inchiostro, che languidamente si muovono e prendono vita sotto i nostri occhi, in maniera spettrale.

lone_wolf_act2_pc_wallpaperI menu alla stessa maniera sono ispirati e funzionali e mostrano tutto quello che ci serve e con un colpo d’occhio. Quando una nuova voce viene aggiunta alla lista delle quest, o un nuovo materiale viene aggiunto al nostro inventario, la relativa icona lampeggerà attirando la nostra attenzione. Un sistema inflazionato indubbiamente, ma di sicura riuscita.

Durante le fasi di combattimento, il gioco cambia le carte in tavola e con un discreto effetto di transizione, dalle pagine in bianco e nero passa a una visuale tridimensionale, dove il nostro eroe si batterà senza tregua con i suoi nemici. Lone Wolf è realizzato con un buona ricchezza di particolari, che vanno dall’armatura alle armi impugnate, anche se purtroppo, non ha ‘il pacco’. Sì, sembra una strana considerazione, ma davvero, all’inguine è piatto. Non che la cosa influenzi minimamente il gioco o la trama, figuriamoci, ma è sempre un po’ strano notare certe assenze anatomiche (cosa che colpisce anche i disegni di tanti supereroi americani). I nemici sono abbastanza vari e in numero più che discreto, anche se spesso sono il riciclo delle stesse mesh ritexturizzate.

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Se siete arrivati sino qui e avete anche giocato alla versione mobile del titolo (di cui questo ne è il porting), allora vi sarete già accorti di come siano simili i due titoli. Anzi, sono uguali, a parte le diverse soluzioni (touch per uno, mouse per l’altro), tranne nella realizzazione tecnica, che è a favore della versione PC (e grazie!) e che porta con sé anche un quantità maggiore di extra, tra cui modelli poligonali, artwork, bozzetti e una quantità indiscriminata di biografie e guide turistiche, per una immersione pressoché totale nel Magnamund.

Meglio o Peggio?

Questa versione PC di Lone Wolf è bella, indubbiamente, perché era già bella la sua iterazione precedente. C’è un MA. Come sempre, esiste un inghippo e noi siamo qui pronti a far le pulci a tutto e tutti. Le considerazioni da fare sono in realtà due.

ss_899d19e3f002e6f6e2b9ac8843da37ffa14621a91920x1080_jpg_640x0_watermark-small_q85La prima deriva da una semplice domanda. A parte la perizia tecnica, cosa veramente ci piaceva della versione tablet del gioco? Ma vien da sé: la rassomiglianza con i vecchi libri anche in termini di usabilità. Un romanzo lo leggi quando sei steso sul divano, sei al cesso o seduto in metropolitana, te lo porti appresso per accenderlo alle poste mentre aspetti le seicento vecchiette e la loro pensione, e riscopri la gioia della lettura e del gioco estemporaneo, esattamente come facevi anni e anni or sono, quando ti stravaccavi con i piedi fuori dalla poltrona e il naso infilato tra le pagine del libro.

Con il PC questa eventualità viene a mancare, lasciando fuori dalla porta una piccola parte della magia che si era venuta a ricreare con il gioco mobile. Mettersi davanti a un monitor per leggere pagine e pagine di un libro è un po’ fastidioso, considerando che non ti puoi neanche girare dall’altra parte per trovare una posizione più comoda…

La seconda considerazione è una diretta conseguenza della precedente. Ci rendiamo conto che i due prodotti (mobile e desktop) sono assolutamente indipendenti, però data la natura libresca dell’avventura, viene spontaneo pensare a una sincronizzazione dei contenuti, che permetta all’utente di iniziare sul PC, continuare sul cellulare e finire sul tablet. Sappiamo benissimo che questa è una visione utopistica e irrealizzabile, che imporrebbe di comprare due copie del gioco (vivendo su due universi software differenti) e creare un ecosistema Lone Wolf oriented. Comunque, l’idea l’abbiamo data, magari per i prossimi capitoli si potrebbe fare qualcosa. O no?

 

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.