Philips dice a quali condizioni si potrebbe fare il sequel di Joker

All’inizio del mese vi avevamo riportato ciò che Joaquin Phoenix pensava di un sequel del suo Joker. L’attore non chiudeva del tutto la porta, ma non sembrava neppure troppo convinto all’idea di fare un altro film sul Pagliaccio Principe del Crimine.

Certo è che il successo del film premiato anche alla Mostra del Cinema di Venezia è stato qualcosa di clamoroso e, per molti versi, inaspettato. Al punto da far pensare subito a un possibile seguito. I dati del botteghino in condizioni normali invoglierebbero qualsiasi casa di produzione a realizzare un nuovo capitolo di un cinecomic con simili numeri.

Ma Joker non è un cinecomic qualsiasi e ora, per bocca del regista Todd Philips, sappiamo cosa servirebbe per realizzare una nuova pellicola. Un sequel dovrebbe avere come scopo quello di non banalizzare il personaggio.

Joker Sequel

Secondo Philips “Non potrebbe essere solo un film folle e sul Joker. Dovrebbe avere una risonanza tematica in quello che fa. Perché penso che alla fine sia il motivo per cui il film si è collegato al pubblico, è quello che sta succedendo sotto. Così tanti film riguardano la scintilla che provoca l’incendio, mentre questo riguarda la polvere da sparo. Se si potesse catturarlo di nuovo in modo reale, sarebbe interessante”.

Insomma, la Stella Polare da seguire sarebbe chiara. Non mettere in scena un film banale, ma qualcosa di fresco, potente e unico come è stato a modo suo Joker.

In questo si era detto d’accordo anche Joaquin Phoenix, il quale aveva sottolineato come il personaggio del Pagliaccio Principe del Crimine avesse ancora molto da raccontare. “Quando stavamo girando il film spesso dicevo a Todd Phillips che c’era tanto da scoprire sul personaggio. Alle volte credevo che non mi sarebbero bastati dieci film per poter indagare l’intera biografia del Joker”.

(fonte: ComicBook.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.