Su Netflix arriva Jupiter’s Legacy, adattamento seriale dell’omonimo fumetto creato da Mark Millar e Frank Quietly
Nel 2017 la Millarworld, etichetta fumettistica creata nel 2003 dallo scrittore Mark Millar, viene acquistata da Netflix, che con Jupiter’s Legacy inizia ora quella che sarà una lunga serie di adattamenti per il piccolo schermo del lavoro del fumettista scozzese. Sia l’autore che sua moglie, in funzione di senior executives, sono infatti al lavoro (da ormai quattro anni) per sviluppare ben 17 franchise ispirate ai fumetti Millarworld, ma vari ritardi e slittamenti hanno rimandato di molto l’inizio dei lavori, di cui possiamo ammirare i frutti soltanto adesso.
Ci troviamo in un mondo dove i supereroi e i supercattivi sono ormai la norma. I primi lavorano sotto l’ordine dell’Unione, capitanata da Utopian (alias di Sheldon Sampson), un essere supremo con abilità e caratteristiche molto simili a quelle di Superman. I guai per Sheldon iniziano il giorno in cui suo figlio, anch’esso dotato di superpoteri, fallisce nel tentativo di neutralizzare non letalmente il proprio avversario e finisce per ucciderlo, infrangendo così il Codice. Quest’ultimo è un ordinamento di regole imposto da Utopian per permettere agli esseri umani il libero arbitrio in un mondo pieno di superuomini. Le regole sono semplici: i supereroi non possono governare e non possono uccidere. La cornice è quindi quella di un mondo che ha imparato a convivere con le persone dotate di poteri, e dove le tensioni sociali del tempo innescano un conflitto interno in coloro che hanno giurato di proteggere l’umanità.
Con Jupiter’s Legacy, Netflix porta in scena la sua risposta al The Boys di Prime Video, interrogandosi sul ruolo dei supereroi all’interno della società contemporanea. Non brilla nello stesso modo della controparte di Amazon, ma lascia comunque allo spettatore qualche spunto di riflessione e una nuova prospettiva all’origin story supereroistica. Jupiter’s Legacy è dotata infatti di due diversi percorsi narrativi: uno nel presente, dove vediamo i nostri eroi mettere in discussione il proprio codice morale, e uno ambientato subito dopo la crisi finanziaria del ’29, dove apprendiamo l’origine delle abilità dei protagonisti.
Questo primo volume di Jupiter’s Legacy è stato sviluppato per Netflix da Steven S. DeKnight, autore già famoso per serie come Buffy, Smallville e Daredevil. Lo sceneggiatore statunitense non riesce ad amalgamare alla perfezione i due percorsi su cui la narrazione della serie è costruita, creando una struttura generale con palesi problemi di tono e di ritmo. L’aspetto più superficiale, che salta subito all’occhio, è il diverso formato televisivo proposto: 16:9 per la narrazione del presente e schermo intero per il passato. Questa scelta stilistica non sarebbe di per sé un problema, se non fosse per il montaggio alternato che passa costantemente da una linea temporale all’altra, e di conseguenza da un formato visivo all’altro.
Molte scene vengono pure spezzate e raccontate pochi secondi alla volta, senza che ci sia un vero motivo legato alla tensione o alla costruzione drammatica. L’impressione, in questa continua dicotomia, è quella di star assistendo a due prodotti completamente diversi montati però insieme. Impressione che viene rafforzata dal fatto che le due storie hanno anche un tono produttivo e un genere narrativo completamente differente. Uno cerca di decostruire il genere supereroistico per farne un commento sociale, e lo fa tramite un tipo di messa in scena curata e con uno stile visivo più distinto. L’altro è invece una classica storia d’avventura di matrice lovecraftiana dall’impronta visiva decisamente più televisiva e sottotono.
Oltre a problemi prettamente strutturali, Jupiter’s Legacy soffre di uno scarso sviluppo tematico, presentando le proprie riflessioni riguardo al genere in maniera un po’ semplicistica e didascalica. I temi portati in scena nell’ultimo periodo da The Boys, Invincible, e tanti anni fa nel fumetto da Alan Moore e Dave Gibbons con Watchmen, sono stati interpretati e sviluppati ormai così a fondo che è necessario, per potersi distinguersi, portare il discorso su un livello più alto. Per chi ha seguito l’evoluzione del cinefumetto al cinema e in televisione, avrà già assistito al suo decostruzionismo avvenuto negli ultimi anni, anche grazie a opere scritte dallo stesso Millar (tipo Logan). Ma purtroppo questo adattamento di Jupiter’s Legacy non aggiunge molta carne al fuoco, e non è in grado di competere con altri prodotti che, prima di lui, avevano affrontato le stesse questioni.
Il motivo è forse anche legato a diverse scelte nella produzione della serie. Tanto tempo e denaro sono investiti nelle battaglie e nella complessa effettistica speciale, mentre poco impegno è riposto in un solido sviluppo della cornice sociale presentata. Nonostante vari accenni saltuari alle tensioni del nostro tempo, molto poco di concreto è mostrato. Si percepisce quasi una paura di esporsi politicamente in maniera diretta, come invece fatto dalla già citata The Boys di Prime Video.
Nonostante tutto questo, Jupiter’s Legacy rimane lo stesso una serie Netflix piacevole e in grado di intrattenere. Cerca in modo suo di decostruire il genere supereroistico ma fallisce nel trovare una vera profondità contenutistica. La storia è interessante quel che basta per permettere un disimpegnato binge watching, anche se il continuo montaggio alternato tra un percorso narrativo e l’altro può mettere a dura prova la pazienza dello spettatore. Un’opera che sulla carta ci prova, ma nella pratica purtroppo non eccelle.