Kill Strain: quando LoL incontra Alien Breed
Il free to play è diventato un modello di business ampiamente accettato nell’industria videoludica, grazie alla sua capacità di attrarre un numero cospicuo di giocatori con la promessa di giocare gratis e, al contempo, di monetizzare velocemente sfruttando il potenziale delle virtual currency. Era facile, quindi, aspettarsi che questo approccio al videogioco, nato su mobile, sbarcasse ben presto anche su console: le nuove generazioni di dispositivi d’intrattenimento casalingo si sono, infatti, subito aperte al free to play riempiendo i propri store con un parco titoli discretamente cospicuo sia per qualità che per quantità. Tale tendenza non sembra voler declinare ad un anno dal lancio delle nuove console, anzi le conferme si moltiplicano.
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Un eccellente esempio è il Playstation Experience, tenutosi a San Diego, durante il quale Sony ha voluto presentare tra i tanti l’interessantissimo Kill Strain, una sorta di fusione tra un MOBA alla League of Legends e i classici top down shooter che hanno riempito le nostre giornate negli anni ’80. Su questo impianto piuttosto classico sono state, però, innestate meccaniche di gioco piuttosto originali che in qualche modo ricordano il guizzo geniale avuto da Turtle Rock Studios: due team di cinque giocatori competono l’uno contro l’altro per collezionare risorse e annientare il nemico, mentre un gruppo di due mutanti, sempre controllati da giocatori, faranno da guastatori, attaccando entrambi i team e rendendogli la vita impossibile. Ad aggiungere un ulteriore elemento di disturbo sarà la possibilità per i mutanti di “infettare” gli altri giocatori e farli passare dalla propria parte. Kill Strain si presenta, quindi, come un titolo fortemente dinamico nel quale il setup delle squadre iniziale può cambiare con estrema fluidità, incidendo notevolmente sul gioco. Proprio come il succitato titolo di Turtle Rock Studios, la divisione tra personaggi umani e mutanti non si limita ad un diverso aspetto fisico, ma ovviamente si estende al modo con il quale ogni elemento affronta la battaglia. Se,infatti, da un lato gli umani avranno a disposizione armi da fuoco estremamente potenti e distruttive, con l’aggiunta di poter chiamare in supporto i MEC una sorta di exosuit che ne aumenta il potenziale mortale. Dall’altro lato i mutanti avranno una maggiore resistenza fisica e si appoggeranno quasi esclusivamente su attacchi corpo a corpo. Insomma, nessuna innovazione su questo versante che fa il paio con la struttura generale di level up: come in un classico MOBA, sarà fondamentale raccogliere risorse e uccidere nemici per ottenere upgrade in game e aumentare la potenza del proprio personaggio. Interessante, invece, l’introduzione delle superfici chiamate “Strain” che cambiano radicalmente l’approccio alle mappe di gioco: in queste aree, infatti, i mutanti possono rigenerare la propria vita e rendersi invisibili agli umani, se questi non sono all’interno della Strain. Inoltre, ogni giocatore non mutante che provasse ad entrare nello Strain senza la protezione dei MEC otterrebbe una cospicua quantità di danno, col rischio di rimetterci le penne. Insomma, queste aree promettono di cambiare radicalmente l’impostazione classica a tre vie presente in moltissimi MOBA e ci fanno sperare in una possibile evoluzione del genere. Ovviamente i pregi delle aree Strain non finiscono qui: I mutanti, infatti, dopo una serie di kill entreranno in rage e potranno trascinare nello Strain giocatori umani moribondi per trasformarli in mutanti, cambiando completamente le sorti della partita. In conclusione Kill Strain si presenta come un’interessante e promettente riproposizione dei MOBA con alcuni guizzi di genialità che fanno presagire meccaniche di gioco divertenti e in grado di tenerci incollati per ore. Certo lo spettro del free to play aleggia sul titolo di Sony San Diego, ma siamo piuttosto certi che, a seguito delle batoste ottenute da certi titoli, il gruppo di sviluppatori californiano ci penserà due volte prima di tirare troppo la corda. Pena essere trascinati nello Strain per diventare uno studio zombie! Se Kill Strain vi pare interessante (e lo è) potrete richiedere l’accesso anticipato, registrandovi al sito ufficiale.