“Ammazza la vecchia… col flit!”
Da Francesca Mengozzi e Giovanni Marcora, autori conosciuti anche come “I Tatini”, arriva Kill the Granny 2.0, edito da Dentiblù, la spietata commedia di un gatto che, castrato dalla sua attempata padrona, stringe un patto con Satana: se riuscirà a offrire al Diavolo l’anima della vecchia, nientemeno che ammazzandola, gli saranno restituiti i suoi… maltolti attributi. E il problema qual è?
Beh, io la chiamo “Sindrome di Bip Bip”. La vecchia Evelina sopravvive casualmente a qualsiasi tentato omicidio perpetrato dal gatto (insieme al suo “affiftente” dal simpatico difetto di pronuncia), mentre proprio il gatto perde una dopo l’altra le sue proverbiali nove vite, visualizzate in alto a destra sulla pagina come in un videogioco anni ’90 (esempio della nutrita serie di chicche e citazioni della nerd e pop culture moderna).
Per un fumetto comico, tale premessa sarebbe abbastanza per andare avanti un’ottantina di pagine, come fa questo volume, alla mera ricerca di sorrisi e risate. Ma stavolta gli autori non si accontentano. Perché ho detto “stavolta”? Perché Kill the Granny esiste già da molto tempo prima di questa versione, nominata per l’appunto 2.0. In realtà tale dicitura è abbastanza fuorviante, fa pensare infatti al secondo volume di una serie, e invece è solo il primo del remake-reboot della saga felina di Mengozzi e Marcora. Mica possono solo Marvel e DC, eh.
La questione non finisce qui. In occasione del rifacimento, Kill the Granny ne approfitta per modificare un piccolo particolare della vecchia trama, che però cambia la prospettiva dalla quale poter apprezzare l’intera storia. Storia che, come anticipato, non si limita solo a gag e battute, elemento comunque preponderante. Non sarà profondo, o complicato, e in qualche raro frangente il montaggio è un po’ confuso, ma il fumetto in fin dei conti è divertente e, sebbene qualche colpo di scena sia facilmente anticipabile, ha un cliffhanger davvero azzeccato.
Certo, rimane il dubbio di come si chiamerà il prossimo volume: 2.1? 3.0? Mah, poco importa, purché porti avanti storia e divertimento come questo.
Per il resto, l’aspetto grafico è pienamente in linea con i contenuti e lo stile di humour. Anzi, si direbbe proprio che qualità di disegni e colori sia sopra la media. I testi fanno il loro puntuale lavoro, sfoggiando qui e là citazioni nerd-pop deliziose (tana per Guida Galattica per Autostoppisti) e persino accenni ad argomenti delicati e solitamente, specialmente nel genere, tabù.
Possibile contro è invece la durata del volume, non tanto per la lunghezza in sé quanto per la velocità di fruizione, che è piuttosto alta. Insomma, Kill the Granny 2.0 è carino e divertente ma, ahimè, volerà via in un lampo.