In giro per Bologna
Nel nostro immaginario siamo abituati a storie d’amore che si concludono con il ricongiungimento dei due innamorati. Ciò accade solo dopo che i protagonisti superano mille peripezie, affrontano imprevisti dalla casualità sorprendente ed evitano le trappole di antagonisti sempre pronti ad ostacolare il più puro dei sentimenti.
Eccetto per le favole moderne per cui esiste il concetto di sequel, che cosa accade quando cala il sipario? Quando dallo schermo viene rimossa la classica scritta “E vissero tutti felici e contenti”? E cosa possiamo fare noi, sicuramente più imperfetti di questi modelli irraggiungibili, quando, al posto dei titoli di coda, dobbiamo affrontare la quotidianità della realtà senza rovinare tutto quello che abbiamo faticosamente conquistato?
A salire in cattedra e tenere una magistrale lezione su questi temi ci pensa Flavia Biondi con la sua ultima opera: La Giusta Mezura.
La graphic novel, come per i due lavori immediatamente precedenti (La Generazione e L’Orgoglio di Leone), vede come editore anche in questo caso Bao Publishing. L’autrice ambienta la sua storia nella Bologna dei giorni nostri e ha come protagonisti Mia, laureata all’Accademia di Belle Arti, con una complessa situazione familiare e in una forte fase di transizione della sua vita, e il suo ragazzo Manuel, scrittore di un romanzo medievale a puntate con il grande sogno di poter pubblicare il proprio lavoro.
Tra i porticati della città, i due si ritroveranno ad affrontare le ansie portate dal peso dell’essere sull’orlo dei trent’anni e di avere un piede nel baratro dell’infelicità causato dai sentimenti offuscati dal tempo. Tutto ciò porterà a un intricato e tortuoso percorso di crescita e accettazione personale nel tentativo di non perdersi. A gravitare intorno ai due protagonisti, vi sono gli infiniti (e chiassosi) coinquilini con i quali dividono l’appartamento, tra cui vale la pena citare: Tito, che ha con entrambi una relazione di profondo affetto e stima, al punto da creare un (ironico) triangolo amoroso, Chiara, la più giovane e appena arrivata nell’appartamento e Ferrero, il coinquilino ombra che non è mai stato visto da nessuno eccetto che da Tito.
La storia ha inizio con il licenziamento di Mia dal suo ultimo impiego presso un negozio di scarpe. La ragazza abbandonerà in malo modo il posto di lavoro presa da un eccesso di impulsività. Questo gesto drammatico andrà a minare la sua relazione con Manuel, che continuerà ad alternare la scrittura al lavoro di cameriere per costruire un futuro insieme a lei, non senza contribuire alle piccole crepe che si vanno ad aprire sulla superficie di un rapporto giunto al suo ottavo anno d’età. A rendere la situazione ancora più critica ci penserà l’entrata in scena del fratello di Chiara che aprirà una vera e propria frattura tra i due, costringendoli ad un confronto che potrebbe segnare la fine di tutto o il raggiungimento di un nuovo equilibrio.
All’interno de La Giusta Mezura viviamo in una costante atmosfera di tensione che assume sfumature diverse: quella causata da un amore che non è più acceso e vivo come prima, quella provocata dall’incombere dell’arrivo dei trent’anni e di tutto ciò che ne consegue, dall’ansia della realizzazione e del trovare una strada in un mondo in cui spesso le nostre passioni non sono in grado di diventare un mezzo per cui mantenerci. Ma un altro filone che attraversa l’intero racconto è quello del mutamento, dell’adattarsi a questa realtà scomoda trovando comunque, anche se a fatica, la propria dimensione nel quadro composto da persone imperfette. Il tutto evolverà su di un duplice livello poiché vedremo da un lato Mia impegnata in prima persona nella sua ricerca interiore, nel capire meglio i suoi sentimenti verso Manuel e verso il futuro incerto che le si profila davanti. Dall’altro lato, non seguiremo Manuel bensì il suo alter ego protagonista del romanzo a puntate: il fante Decimo. L’eroe del racconto medioevale sull’amor cortese affronterà un lunghissimo viaggio pieno di insidie per conquistare la mano di Ludovica, dama dal fascino angelico e raffigurata con gli stessi tratti di Mia. Decimo dovrà affrontare branchi di lupi, sfide eroiche contro altri campioni, fenomeni naturali, draghi e altre creature prima di giungere anche lui alla fine del suo peregrinare e nel fare sua una verità che – probabilmente – era stata sotto i suoi occhi fin dall’inizio.
Gli splendidi disegni ci trasporteranno in una Bologna così reale da permetterci quasi di vivere le piazze presenti nelle tavole, di sentire l’aria dell’affollatissima casa dove si svolgono gran parte delle vicende e, muovendoci nella dimensione del racconto, di seguire Decimo nel suo cammino, sebbene – fatta eccezione per la figura di Tito, unico vero “aiutante” nella storia – gli altri personaggi costituiranno meri elementi di sfondo, senza però andare a minare minimamente la qualità del fumetto. Con queste premesse, l’assistere a questo scontro metaforico di personalità, quella impulsiva e passionale di Mia, presa nel suo momento di confusione, “contrapposta” a quella più stabile, pacata e riflessiva di Manuel, con già piani e idee per il domani, renderà sarà sempre difficile per il lettore decidere pagina dopo pagina per chi parteggiare e, in un lampo, ci si ritroverà alle battute conclusive con un epilogo degno di questo nome.
Verdetto:
La Giusta Mezura è un fumetto maturo, una storia che spinge a riflettere in ogni singola pagina e, in alcuni casi, in corrispondenza di alcuni dialoghi. Flavia Biondi ha veramente moltissime cose da dire e da insegnare e in questa opera ci riesce egregiamente, realizzando in modo magistrale un’ambientazione curatissima, personaggi di uno spessore notevole e tematiche scomode ma che molti di noi si sono ritrovati ad affrontare almeno una volta nella vita. Nella nostra realtà, in cui non è sempre possibile assegnare una tinta unica e definita alle emozioni, alle azioni, alla morale, la storia di Mia e Manuel e, di riflesso, quella di Ludovica e Decimo, sarà in grado di portarvi per mano attraverso i portici di una poetica Bologna, obbligandovi a non staccare lo sguardo dalle pagine fino al termine del percorso.