Vincitrice del Romics D’Oro 2022, Laura Scarpa è un nome storico del fumetto italiano
i parla tanto di donne e fumetti, difendendo la categoria come un gruppo da tutelare e proteggere in un mondo fin troppo spesso dominato dal maschile. Questo è senz’altro vero, e per questo va riconosciuto il contributo di alcune autrici che possiamo definire storiche. Nel caso di Laura Scarpa, poi, questa definizione è doppiamente vera. Disegnatrice, sceneggiatrice, curatrice editoriale, storica del fumetto, talent scout per nuovi talenti: Laura Scarpa è quella che si definisce una fumettista a tutto tondo. Per questo si aggiunge alla lunga schiera di eccellenze del settore che Romics premia in ogni edizione con il suo riconoscimento, il Romics d’Oro.
I suoi esordi sono legati a un periodo d’eccellenza del fumetto italiano, gli anni Settanta, anni in cui autori come Crepax, Pratt e Manara pubblicavano sulle principali riviste del settore, dando vita ai loro personaggi più iconici. Ma non solo nomi maschili, erano gli anni di Grazia Nidasio e della sua Valentina Mela Verde, che ha avuto un forte impatto su Scarpa lettrice e autrice. Sono gli anni delle sperimentazioni, dell’imposizione della Nona Arte agli occhi del grande pubblico e della sua emancipazione dalla categorizzazione di “prodotto per bambini”. Il fumetto, era chiaro, si rivela come un linguaggio trasversale, in grado di mettere insieme talenti diversi e di dare al lettore un risultato complesso, profondo, provocatorio, maturo.
Da Venezia a Roma, la carriera di Laura Scarpa
Laura Scarpa muove i primi passi nel fumetto come disegnatrice, incantata dalla narrazione di Hugo Pratt e colpita nel profondo dallo spirito di Grazia Nidasio. In un primo momento le difficoltà nel “vivere di fumetto” si fanno sentire, e Scarpa decide di spostarsi, per abbracciare la materia da altri punti di vista. Diventa insegnante alla scuola di fumetto di Milano, e editor per Il Corriere dei Piccoli, rivista storica che ha ospitato i più grandi autori e autrici italiani. In questo periodo, tra anni Settanta e Ottanta, Scarpa lavora anche come illustratrice.
Un ruolo in cui si è distinta, inoltre, è quello di curatrice editoriale per diverse riviste, alcune delle quali contribuisce a creare da zero. Tra le altre, è stata direttrice di Blue, una storia rivista erotica italiana, che ha portato l’estetica sensuale a livelli fino ad allora inediti, almeno nel nostro mercato. Su Blue, sotto la direzione di Scarpa, hanno pubblicato numerosi artisti noti. Da Milo Manara a Filippo Scozzari, grande amico di Laura Scarpa, da Moebius a Gipi. Successivamente Scarpa dirige Touch che di Blue raccoglie il testimone. Altre riviste da lei curate e avviate sono Animals e Scuola di fumetto. La prima, una coraggiosa pubblicazione antologica distribuita in edicola, in un Paese come il nostro in cui le edicole sono il regno indiscusso delle uscite seriali (principalmente bonelliane). La seconda, un punto di riferimento per diffondere la cultura del fumetto, la sua storia, le sue tecniche, i suoi nomi più o meno noti.
Raccontare il fumetto, come missione
L’attenzione di Scarpa si rivolge anche alla divulgazione e alla critica dei fenomeni fumettistici di tutte le epoche. Impressionante è anche il suo lavoro di storica e critica, oltre che di curatrice di pubblicazioni saggistiche. Anche per questo motivo fa nascere l’associazione culturale ComicOut che pubblica libri di e sul fumetto, tra cui Qua la penna! Autrici e art director nel fumetto italiano (1908-2018), che raccoglie gli atti di un convegno tenutosi nel 2018 sulle principali figure femminili del fumetto nel suo primo secolo di vita. Sempre di ComicOut è il saggio monografico dedicato a Paola Lombroso Carrara, “madre” del fumetto italiano troppo a lungo tenuta nascosta dalla storia. Ma non solo, diversi sono anche i libri che Scarpa cura dedicati alla didattica del fumetto o ad autori contemporanei, come Zerocalcare.
Una definizione per questa autrice potrebbe essere quella di “agitatrice culturale”. Ovvero una figura in grado di smuovere energie e coordinare voci e talenti per fare in modo che il fumetto continui a parlare a un pubblico sempre più vasto e consapevole. Una delle più importanti responsabili della sua arte, una custode e una forza di propulsione, che unisce l’esigenza personale del portare avanti immagini e riflessioni individuali a uno sguardo ampio e universale sul tema. Numerosi sono i suoi interventi sia sui social sia nelle riviste di settore, come Un caffè a colazione (prima un blog, poi un libro) e la scuola di fumetto online. Un’ulteriore dimostrazione che il lavoro del divulgatore deve restare al passo con i nuovi mezzi di comunicazione, adattandosi alle esigenze in continuo mutamento dei futuri professionisti.