Di lavori incredibilmente ingrati nei videogiochi ce ne sono molti, per non dire tutti; anche il cavaliere senza macchia rischia di trovarsi con una spada infilata in gola, e insomma non è proprio il top. Io preferisco starmene sul divano a fare cose che riducano al minimo il rischio di perdere la vita, senza nessun anelito alla gloria. Ci sono però lavori più infami di altri, quelli che oltre al problema strettamente legato alla conservazione della propria vita ti costringono anche a frequentare posti dove non staresti neanche se ti pagassero e dove anche le sensazioni uditive e olfattive ti potrebbero condurre alla follia, oltre al fatto che neanche ti hanno neanche chiesto se lo volevi fare. E comunque non ti pagano. Uno di questi è il cacciatore di BloodBorne.
Introduzione al ruolo di cacciatore, ovvero i primi passi
Primo giorno di lavoro, ti svegli su un lettino e ti ricordi solo un tizio che ti ha fatto una trasfusione, per poi trovare un foglio di carta stropicciato che ti invita a trovare il sangue smunto. È evidente che il tuo datore di lavoro non è una persona precisa, una carta intestata o una firma, oltre qualche indicazione più precisa su cosa il Boss voglia da te sarebbe stata gradita. Però la proattività è una dote ben vista nel mondo del lavoro, e nonostante non sappia neanche che faccia abbia il tuo capo, che ricordiamo manco ti paga, bisogna pure ingegnarsi. Il problema è presto aggirato, visto che un lupo mannaro ti spedisce in un battito di ciglia a conoscere il responsabile delle risorse umane, un tizio inquietante su una sedia a rotelle che parla in modo più complesso dell’Etica Nicomachea, il quale ti mette in mano un attrezzo di morte che pesa almeno una ventina di chili e ti spedisce nella mischia praticamente al buio. Vabbè, amen.
I colleghi
Il problema principale, a parte la scarsa comunicazione, sono le relazioni umane. Innanzitutto i colleghi tendono all’instabilità mentale e sono di scarso, se non nullo, aiuto: nella migliore delle ipotesi si degnano di risponderti quando gli parli, sproloquiando su questioni di lavoro per te di difficile comprensione, anche perché non ti hanno spiegato che lavoro devi fare. Altri danno l’impressione di avere avuto degli scazzi brutti con l’amministrazione, o sono dei sindacalisti in fase rivoluzionaria primo novecentesca, e quindi il loro primo intento è quello di ucciderti. Probabilmente hanno negli armadi dei cartelli con scritto “Cacciatore infame per te solo lame”. Purtroppo, al contrario dei loro colleghi dell’inizio del secolo (scorso), non tirano sassi, ma sono equipaggiati con un armamentario di alto livello. Poi c’è quel tizio che lavora all’ultimo piano che ti spara con una gatling perché ha difficoltà a riconoscerti, però poverino vede male. Mi pare che mi abbiano detto che si chiami Filini, diplomato in ragioneria.
La clientela
La clientela non è più accomodante dei colleghi, nonostante sia piuttosto variegata. Alcuni sono evidentemente esseri umani, ma anche loro non gradiscono la tua vista, e ti corrono incontro agitando armi di fortuna. Questo ti convince di essere un venditore porta a porta, nonostante non ti pare di avere dietro un campionario di prodotti. Hanno anche il vizio di prendere dei poveri lupi mannari indifesi e metterli in croce, e dal momento che in fondo in fondo sei un cuore tenero trovi orribile questa crudeltà. Il problema peggiore sono però dei clienti che girano con i sacchi, che addirittura se riescono a prenderti ti trascinano in una prigione. Questo sposta la tua convinzione, ti convinci che non possono essere così cattivi con un semplice venditore porta a porta, così capisci di essere un testimone di Geova.
Il luogo di lavoro
L’ambiente pure non è dei più accoglienti, ed è necessario sporcarsi per andare avanti; sporcarsi di sangue. Muoversi con i vestiti appiccicati addosso non è sicuramente il massimo, ma l’odore del sangue ovunque è troppo. Come se non bastasse, l’olezzo dei corpi in decomposizione e quell’odioso ed interminabile pianto di un marmocchio in sottofondo completano il quadro, insieme ad urla, ringhi e versi dell’altro mondo. Un vero inferno.
I requisiti
Nonostante non venga data possibilità di scelta al cacciatore novello, che potrebbe o meno entrare nel business a prescindere dalla sua opinione in merito, ci sono delle persone sicuramente meno adatte di altre al ruolo: innanzitutto gli aracnofobici, i quali probabilmente non supereranno la notte, vittime di una serie di infarti consecutivi quando dovranno visitare Rom. I pediofobici avranno certamente problemi a relazionarsi con l’automa, anche perché questa si anima e parla, perfetta espressione della fobia delle bambole. Anche chi è affetto dalla ommetafobia avrà sicuramente di che gioire alla vista di centinaia di occhi puntellati alle pareti. I belenofobici, invece, non arriveranno neanche a leggere l’invito a trovare il sangue smunto, dal momento che verranno meno alla vista dell’ago per la trasfusione iniziale.
Possibili ripercussioni psicologiche
Gli effetti psicologici del mestiere di cacciatore possono essere devastanti. Se già il fatto di cominciare a vedere le bambole muoversi e parlare potrebbe essere il segno che è necessario rivolgersi ad un professionista, andando avanti la situazione non potrà che peggiorare: i nostri incontri cominciano a muoversi diversamente, si cominciano a sentire suoni e voci che prima non c’erano, e sui palazzi iniziano a comparire degli orribili ragnoni macrocefali. Le cause sono da ricercare nella continua assunzione di sangue altrui, che probabilmente presenta tracce di sostanze psicotrope, e la difficoltà di mantenere la freddezza di fronte a situazioni apparentemente illogiche, come il passare dalle aule di un’università molto britannica ad un area montana tramite una porta. Ho suggerito di rivolgersi ad uno specialista piuttosto che votarsi a Dio perché il clero di Yharnam ha la spiacevole tendenza a trasformarsi in bestie per ucciderci, soprattutto i chierici ed i vicari. Questo, d’altra parte, apre a nuove idee sulla natura del nostro lavoro: se il clero vuole ucciderci, probabilmente siamo venditori porta a porta di Lotta Comunista, quindi infastiditi dalla nostra persona mettono in moto queste situazioni alla Don Camillo e Peppone.
Suggerimenti per i novellini
Insomma, fare il cacciatore è un lavoraccio, ma qualcuno deve pur farlo. Vi lascio quindi con qualche suggerimento atto a farvi accettare più facilmente la vostra condizione:
- Abituatevi ad odori e suoni anomali, se non addirittura immaginari
- Diffidate degli sconosciuti, soprattutto dei preti
- I cavalli che prima vi hanno appena trasportato li potreste trovare improvvisamente morti, tranquilli è normale
- A volte compaiono creature nuove dove prima non c’erano, può succedere
- Alcune porte si aprono da sole, fateci l’abitudine
- La gente parla in modo strano e avete difficoltà a capirla
- Prendete atto che, evidentemente, siete sotto effetto di droghe