In quel di Cosenza, al festival di fumetto Le Strade del Paesaggio, abbiamo avuto il grande piacere di fare quattro chiacchiere con l’autrice a tutto tondo Angela Vianello, che firma due grandi opere a fumetti (per Shockdom) quali Aeon, in procinto di chiudersi con il suo quarto volume, e Blue, storia invece al principio. Scoprite insieme a noi com’è andata, nel resoconto dell’intervista.
Sta per arrivare il quarto e ultimo volume di Aeon. Come ci si sente a concludere una propria opera letteraria tanto ampia e cosa ci dovremmo aspettare da questo ultimo capitolo?
Dovete aspettarvi l’inaspettato! Il finale non sarà qualcosa di bello né di brutto, oltre a non essere veramente conclusivo, come suggerisce il titolo stesso del mio lavoro, “Aeon”, cioè un eone, un’era infinita. Non era possibile realizzare un finale netto perciò ho voluto comunicare un messaggio che racchiude in sé una chiave di lettura alternativa di tante cose che sappiamo. Credo che interesserà molti nonostante non sia l’opzione più realistica a disposizione. I miei sentimenti sulla chiusura di Aeon sono ovviamente contrastanti, un po’ come per un figlio con cui hai passato tanto tempo ed un giorno devi lasciarlo libero e salutarlo, e non sai e provare felicità per il tuo lavoro svolto oppure un po’ di malinconia.
Cosa ti ha insegnato come autrice questa esperienza?
Aeon rappresenta una parte enorme del mio percorso: l’ho iniziato nel 2009-2010 come autoproduzione e senza alcun editore, e mentre lavoravo al quarto volume ho rivisto i miei vecchi lavori e ho rivisto la vecchia me stessa, le lacune che avevo e che ho adesso e che dovrò colmare in futuro. Mi ha fatto crescere davvero tanto.
Insieme alla conclusione di Aeon stai lavorando anche a Blue. Quali sono le differenze e le somiglianze tra queste due opere?
Essendo autrice di entrambe le opere, a parte che in Aeon ho collaborato con una persona per il soggetto, ho notato che le somiglianze sono principalmente nei caratteri dei protagonisti. Sono tutti molto introversi, ai confini della società, cosa che infatti mi spingerà a renderli più sfaccettati, in futuro. Le differenze invece sono legate alla narrazione: Aeon è una storia corale che ha una visione più ampia dei personaggi, mentre Blue si concentra sull’universo di una persona che si scontra con l’universo di altre persone.
Tu hai una predilezione verso l’Oriente e le sue filosofie, vuoi dirci perché hai scelto di ispirarti a questo mondo in particolare?
Mi sono avvicinata all’arte orientale perché hanno un modo di vedere la vita e l’arte con delle connessioni che agli occidentali spesso sfuggono. Per noi i vari mestieri sono cose scollegate tra loro, abbiamo una visione per cui ognuno vive il suo mondo e nessuno fa parte di quello degli altri, e se tu fai un determinato mestiere questo non c’entra niente con le restanti professioni. Lo stesso vale per le materie che si studiano a scuola e le arti, la musica, la cucina. L’arte orientale invece riesce a collegare tutto, eliminando quelli che definirei “buchi di sceneggiatura”, dando un senso a tutto, compreso lo studiare bene ogni cosa pur conoscendone solo le basi, e questo è il modo in cui mi ci sono avvicinata anch’io al mondo. Soprattutto nei fumetti, hanno un’espressione nel tratto che trasmette più emozione, un modo di stilizzare che richiede meno segni ma riesce a comunicare più del nostro, sia per quanto riguarda il movimento che le emozioni del personaggio. Queste caratteristiche non mancano nelle nostre produzioni ma vengono spesso eseguite di sfuggita, forse perché lo stile di vita orientale, essendo più frenetico, lascia poco spazio alle persone di coltivare le emozioni, e fumetti e libri diventano valvole di sfogo.
E tu invece come ti senti all’interno di questa concezione del mondo?
Io devo ancora capirlo, perché nonostante sia nota come fumettista in quanto questo è il mio lavoro, coltivo comunque altre passioni ed arti, ad esempio la musica, la cucina, le arti marziali. E quando disegno anche queste cose influenzano il mio modo di lavorare. Sono tutto ciò che riesco a concepire di essere.
Fumetto e musica possono combinarsi secondo te?
Grazie alla tecnologia e al web credo possa funzionare. Non sono molto pratica della cosa ma so che si può fare e mi piacerebbe fare un’opera che parli di musica, magari con un personaggio che trae la sua energia dalla musica con della musica che accompagna la lettura. È comunque una cosa che dovrei sperimentare, prima di poter creare qualcosa di concreto.
Potrebbe essere complicato, se non altro perché la musica rappresenterebbe un ulteriore input che in parte cozzerebbe con la fruizione classica del fumetto.
Bisogna aspettare che la tecnologia supporti una cosa del genere e, molto probabilmente, accadrà. Un po’ come quando si cercava modo per realizzare statuette 3D di noi stessi, adesso invece abbiamo le stampanti 3D che possono fare qualunque cosa, oppure disegnare direttamente sul computer che ora, con l’avvento delle tavolette grafiche, è diventato fattibile. Aspettando un po’ secondo me si potrà fare, basta attendere una modernizzazione sufficiente delle piattaforme.
Visto che hai già accennato ad un possibile nuovo progetto, cosa c’è nel futuro di Angela Vianello dopo Aeon e Blue?
Non so ancora dirvelo, in realtà. Ci sono delle idee che stanno prendendo forma, principalmente sto collaborando con diverse case editrici e in futuro vedrò se verranno accettati altri progetti, di cui però non posso parlarvi ancora.
Hai pensato di lavorare per altre forme di intrattenimento, ad esempio animazione o character design per videogiochi, anche in virtù delle tue numerose ispirazioni?
Personalmente adoro tutto ciò che hai detto, dall’animazione al film, ho anche fatto dei cortometraggi quindi lavorare nella cinematografia sarebbe qualcosa che farei più che volentieri. L’unico campo che al momento non mi interessa è il creare personaggi per videogiochi, nel senso che creare qualcosa per un progetto che non è mio renderebbe il mio lavoro più freddo e tecnico. Il sogno irraggiungibile invece sarebbe realizzare qualche cortometraggio ispirato ai miei fumetti, lì riuscirei a sentirmi a mio agio anche come parte di un gruppo più ampio. Ma potrebbero anche essere delle mie paure, chi lo sa!
Grazie ancora per quest’intervista, Angela, e a presto!
Grazie a voi, ciao!