Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2 si addentra nel lato oscuro della magia per mettere in rilievo le bramosie umane
Con la sua prima stagione, Le Terrificanti Avventure di Sabrina ci ha stupito piacevolmente. Il motivo risiede nella sua capacità di sfruttare in modo originale e inaspettato la nostalgia degli anni Novanta/Duemila, proponendoci una trama, dei personaggi e un’atmosfera totalmente slegati dalla sua controparte originale, proveniente dai fumetti Archie.
Una volta però assorbito il nuovo concept satanista, cos’ha da darci in più la seconda stagione, approdata in questi giorni su Netflix?
Guardando i primi episodi, questa domanda si fa sempre più ridondante nella nostra testa, fino a quando non veniamo rapiti dalla miriade di vicende che costellano i nove episodi della seconda parte.
Nonostante infatti non vi sia più l’effetto sorpresa, Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2 ci sembra comunque un buon prodotto, in grado di cavalcare – al netto di alcuni difetti presenti – la scia positiva inaugurata dalla prima parte.
Di seguito analizzeremo gli elementi principali, con particolare attenzione a uno dei suoi temi cardini, ovvero il girl power.
Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2: L’atmosfera si fa sempre più tetra
Avevamo lasciato la giovane Sabrina Spellman (Kiernan Shipka) cedere al volere del Signore Oscuro e firmare col proprio sangue il libro della Bestia, divenendo a tutti gli effetti serva di Sua Altezza Caprina.
Questo almeno all’apparenza, perché il forte temperamento della mezza-strega lascia intendere che questo passaggio sia funzionale all’ottenimento dell’autodeterminazione, senza scendere a nessun compromesso.
Di conseguenza, in Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2, l’ambientazione principale diventa il mondo satanico delle streghe di Greendale, composto dall’Accademia delle Arti Oscure, dalla chiesa sconsacrata, dal bosco, e così via.
Oltre alle ambientazioni, la vena esoterica della serie prende ulteriore spessore grazie al ricorso sempre più frequente alla mitologia pagana, all’immaginario biblico, e a nuovi personaggi tratti dal dandismo che ben si inseriscono nell’atmosfera occultista della serie, come Dorian Gray.
Tale atmosfera viene esaltata dalla fotografia particolarmente tetra e buia, illuminata principalmente da ceri o falò accesi, dalla scenografia dal forte gusto retro, e dalla presenza di scene in salsa gore, tra squartamenti, decapitazioni e fiotti di sangue. Un classico quando si parla streghe.
Il normale mondo mortale fa comunque capolino nel corso delle puntate, in quanto Harvey (Ross Lynch), Roz (Jaz Sinclair), e Susie/Theo (Lachlan Watson) ricoprono una certa importanza ai fini della trama.
Questo però lo scopriamo dopo, perché come riportato all’inizio dell’analisi, le prime quattro puntante scorrono particolarmente lente, e non si capisce dove voglia andare a parare la serie, al di là delle tematiche da teen drama, come il bullismo patito da Susie, o il rapporto controverso tra Sabrina e Nicholas Scratch (Gavin Leatherwood).
Superato però il primo scoglio, Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2 preme sull’acceleratore, proponendoci, episodio dopo episodio, numerosi colpi di scena: violenti omicidi, incarcerazioni ingiuste, nuovi nemici e nuovi poteri.
Ognuna di queste nuove micro-trame nasce e si conclude, il più delle volte, nell’arco della stessa puntata.
Ciò può sembrare un difetto, perché in effetti non abbiamo il tempo di somatizzare alcune nuove situazioni che già le troviamo risolte.
Soffermiamoci però sul fatto che le puntate durano dai 50 ai 60 minuti e, data la perplessità dei primi episodi, il ritmo più frenetico ci ha reso la visione molto più godibile.
Di conseguenza, seppur con un leggero amaro in bocca per alcune situazioni concluse in maniera sbrigativa, la seconda stagione ci lascia con una buona dose di soddisfazione, dandoci un quadro chiaro delle vicende passate, e lasciando aperte diverse incognite che con ogni probabilità troveranno spazio nelle due successive stagioni, già confermate da Netflix.
Tutte (e tutti) insieme a Sabrina contro il Male conservatore
Una riflessione a parte meritano i diversi personaggi che caratterizzano l’opera, rafforzati nella loro prorompente personalità, già evidente nella prima parte.
In Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2 non troviamo grosse metamorfosi, ma assistiamo all’affermazione di quei lati del carattere che ci hanno fatto apprezzare i personaggi – principali e non – già dalla prima stagione.
Questo vuol dire che la meravigliosa Zelda (Miranda Otto) non chinerà mai il capo di sua spontanea volontà, l’affabile Hilda (Lucy Davis) preferirà sempre le buone maniere anche nelle situazioni più pericolose, Sabrina non andrà mai contro i suoi principi, nemmeno quando converrebbe tenere la bocca chiusa, e così via.
Più passano gli episodi, più le loro caratteristiche vengono fuori. Così come accade che vengano sopiti per motivi di trama, per poi ritornare ancora più forti di prima.
In quest’ottica dobbiamo riservare una menzione speciale al personaggio di Miss Wardwell (Michelle Gomez), che nel ruolo di femme fatale e serva di Satana regola i fili del gioco, instillando in noi spettatori il dubbio se essere dalla sua parte o meno.
Come è evidente, infatti, il vasto ecosistema di personaggi – al quale aggiungiamo il trio di sorelle capeggiato da Prudence (Tati Gabrielle) – oltre a portare avanti una trama intrigante, permette di avere su schermo una forma tangibile di critica nei confronti di un’ideologia patriarcale e misogina, perfettamente rappresentata da Padre Blackwood (Richard Coyle) e ancor di più da Satana stesso.
Il contrasto tra la tradizione e l’innovazione è sempre palpabile nel corso dei nove episodi de Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2.
Chiaramente tutto è trattato in maniera simbolica, in quanto nella serie la tradizione consiste nel rendere le streghe sottomesse agli stregoni – fondamentale è in questo caso il rapporto tra Zelda e Padre Blackwood – contro l’innovazione intesa come il girl power, ovvero l’equiparazione tra uomo e donna, soprattutto negli alti ranghi della società satanista.
Il girl power in Sabrina non è infatti da intendere come propaganda alfa-femminista, ma piuttosto come critica a una mentalità palesemente retrograda e non in linea con i tempi attuali.
Certo, gli spettatori più reazionari noteranno come i personaggi negativi siano da rintracciare tra le schiere maschili (appunto Padre Blackwood, Satana, i membri del Concilio), ma questo espediente è necessario per rendere evidente lo status a cui sono soggette le streghe di Greendale.
Bisogna inoltre considerare che altri personaggi maschili, quali Harvey, Ambrose (Chance Perdomo), Nicholas e Theo giocano un ruolo importante ai fini della trama, mostrandoci sfaccettature del carattere maschile che deviano dagli stereotipi a cui, per fortuna, siamo sempre meno abituati.
In particolare modo Theo, vera identità della piccola Susie, risulta un personaggio particolarmente riuscito. La transizione dell’identità di genere è rappresentata con grande tatto e sensibilità, divenendo un valido esempio di come tematiche del genere possono, anzi, devono essere trattate se si parla agli adolescenti.
Per riassumere quanto detto sinora, possiamo affermare che il principale merito di Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2 e della sua prima parte è quello di dare una rappresentazione realistica del mondo – nonostante il suo linguaggio immaginifico -, attraverso forti personaggi sia femminili che maschili. Inoltre, con l’espediente del teen drama, è in grado di toccare argomenti delicati in cui possono immedesimarsi tutti gli adolescenti, nelle loro variopinte sfumature.
In conclusione, andando oltre il suo ritmo altalenante, Le Terrificanti Avventure di Sabrina 2 si dimostra un’opera matura dal punto di vista delle tematiche, grazie soprattutto a suoi personaggi, ognuno dotato di una forte personalità, ben riconoscibile.
Resta una serie godibile e profonda, non solo per gli adolescenti: anche i giovani adulti possono sentirsi a loro agio nell’immenso lago di personalità presente negli episodi, attraverso il quale si dirama una trama a volte un po’ troppo sbrigativa, ma in grado di catturarci e farci affezionare a Greendale, e alle sua atmosfera tetra ma allo stesso tempo vivida.
Non vi nascondiamo dunque una certa curiosità per le prossime due successive stagioni, date le incognite interessanti sollevate sul finale di stagione.