Leiji Matsumoto, il creatore di Capitan Harlock
Ancor prima della nostra generazione di nerd e otaku incalliti, i nostri genitori ebbero modo di godere delle opere sfornate dagli anni ’50 in avanti, a cominciare dai classicissimi robottoni mecha che, ancora oggi, spopolano dentro e fuori il Giappone. Dopo Osamu Tezuka, il manga ha continuato a svilupparsi velocemente in più generi, grazie all’opera di maestri mangaka rivoluzionari che furono in grado di far sì che le loro opere venissero notate anche nel nostro Belpaese. Sicuramente i vostri genitori ricorderanno non solo il grande Mazinger, ma magari anche un fiero capitano di nome Harlock con la sua astronave pirata o la famosa Corazzata Yamato o ancora il treno spaziale Galaxy Express 999. Leiji Matsumoto, all’anagrafe Akira Matsumoto, è colui che ha creato questo immaginario spaziale e fantascientifico stratificato su più livelli, nel quale, come molti altri suoi colleghi, ha impresso pensieri di carattere politico e morale con cui avrebbe poi influenzato produzioni successive di successo come Gundam o Evangelion, divenendo quindi il ponte che mette a contatto generazioni ed epoche diverse ma allo stesso tempo simili.
Un risultato si potrebbe dire inaspettato, considerando che il sensei Matsumoto ha cominciato disegnando shojo manga. Il salto di qualità avviene passando allo shonen e specializzandosi nel genere che lo ha reso celebre, dando vita ad un universo tutto suo in cui personaggi tragici e orgogliosi danno voce ai suoi messaggi. Dopotutto, Matsumoto nasce nel 1938, poco prima della guerra, tematica presente in molti suoi manga anche solo attraverso nomi e riferimenti ad essa, come nel caso della Corazzata Yamato: in quest’opera, la più grande nave da battaglia mai costruita diviene una nave spaziale con cui l’equipaggio scelto intraprende un viaggio della speranza per poter salvare il pianeta Terra dalla radioattività degli asteroidi scagliati da un pianeta nemico. Questa reinterpretazione di un’arma da guerra è solo uno dei maggiori simboli dell’ideologia pacifista, seppur velata di pessimismo e drammaticità, di Matsumoto, il quale rese poi Capitan Harlock il suo più fervente portavoce.
Grazie alla figura del carismatico anti-eroe, debuttante negli anni Settanta, i messaggi di tolleranza, inclusione, libertà e giustizia raggiunsero i lettori con semplicità e allo stesso tempo con una forza inaudita. Harlock divenne l’icona di questi ideali, che possiamo scorgere perfino nel suo atteggiamento di comprensione nei confronti dei suoi nemici, i Mazoniani, la cui regina Raflesia è una figura archetipica del sensei: un’aliena dal corpo longilineo e diafano, esempio di una bellezza quasi “ultraterrena”, che ritroviamo anche in Meeme, confidente di Harlock e membro della sua ciurma sull’Arcadia.
Le opere di Leiji Matsumoto, però, non si limitano ad essere singole “denunce” politiche o di tema ambientale (come fanno poi altri colleghi di alto calibro nell’animazione, quali Takahata e Miyazaki). Il sensei, nel corso degli anni, lavorando anche alle versioni animate delle proprie opere, le ha inserite nello stesso universo, sia spaziale che narrativo: in Galaxy Express 999, che racconta di un’avventura vissuta lungo una ferrovia spaziale, si possono ritrovare personaggi come Capitan Harlock stesso ed Emeraldas (capitano donna e protagonista di un’opera a sé stante) e ricorrono gli elementi che contraddistinguono lo stile di Matsumoto: donne bellissime ma misteriose, portatrici di mistero; l’amore tragico; l’importanza di avere un animo puro e nobile, nonostante le proprie sofferenze. E se già per quell’epoca poteva essere considerato esageratamente affascinante il personaggio di un pirata spaziale, l’idea di un’intera rete ferroviaria che si districa per tutta la galassia, tanto da raggiungere personaggi già conosciuti in precedenza, non poteva che consacrare il sensei Matsumoto come uno dei mangaka più amati.
Il cosiddetto Leijiverse è un grande progetto nel quale Matsumoto, in tutti gli anni di lavoro come mangaka e direttore d’animazione alla Toei, riversa i propri ideali, il proprio vissuto, le proprie fantasie e soprattutto le proprie speranze, per un futuro che all’epoca della stesura di tali opere sembrava essere ancora lontano e che ora è praticamente dietro l’angolo, basti pensare che Galaxy Express 999 è ambientato in un ipotetico 2021. Inoltre, i finali delle sue opere sono spesso aperti, lasciando intendere appunto una speranza che non si spegne mai del tutto e che probabilmente ancora oggi il sensei nutre nei confronti del mondo.