Tre libri recenti sui dinosauri per soddisfare ogni tipo di prurito mesozoico
Di dinosauri si è scritto e raccontato tanto. Questi animali di un’epoca tanto remota da non poter essere realmente compresa si sono radicati nell’immaginario collettivo fin dalla loro scoperta. Film e libri sui dinosauri escono di continuo. E non stancano mai. Ecco qui una proposta di tre libri molto diversi che trattano il tema con approcci differenti e a volte opposti.
Uomini che odiano i dinosauri
Il primo tipo di libri sui dinosauri è naturalmente la storia avventurosa. Da Il mondo perduto di Arthur Conan Doyle a Jurassic Park di Michael Chrichton, il confronto diretto tra uomini e dinosauri è un classico intramontabile. Susan M. Wilson ha deciso di trasportare i dinosauri nella dimensione dello young adult, con la sua saga Extinction, di cui La Nave di Teseo ha pubblicato il primo volume.
La quarta di copertina descrive efficacemente Extinction – La prova come “Hunger Games incontra Jurassic Park”: niente di più accurato, nel bene e nel male. Il romanzo presenta tutti i punti di forza e i limiti dell’ormai consolidato modello di distopia young adult, in cui un gruppo di adolescenti è costretto da un regime autoritario ad affrontare una serie di prove per garantirsi la sopravvivenza. Nel caso specifico, la prova consiste nel visitare un continente abitato esclusivamente da dinosauri e rubare le loro uova, che saranno utilizzate per ricavare un’arma biologica in grado di sterminare le bestie e aprire la possibilità di colonizzare il nuovo mondo.
Nella società fortemente centralizzata della storia, condizionata da una cronica mancanza di risorse, i due giovani protagonisti Stormchaser e Lincoln sono entrambi dei reietti, anche se per ragioni diverse. Entrambi partecipano alle selezioni per la missione sul continente dei dinosauri con obiettivi tutt’altro che patriottici, e si troveranno a scontrarsi quando emergerà la necessità di stabilire il vincitore della competizione. Il loro atteggiamento nei confronti dei dinosauri è speculare: mentre Lincoln odia e teme gli animali come viene da sempre insegnato, Stormchaser ha dei dubbi sulla loro vera pericolosità e in effetti ha pure un plesiosauro per amico. Tra i due protagonisti si intuisce anche la scintilla di immancabile coinvolgimento sentimentale, che probabilmente si esprimerà nei volumi successivi della serie.
È interessante notare come l’autrice abbia usato per la sua storia un punto di partenza identico a quello del Ciclo degli Yilanè di Harry Harrison, anche se invertito: in Harrison erano i dinosauri evoluti (gli Yilanè appunto) a colonizzare il continente degli uomini, qui avviene il contrario. La Wilson non si preoccupa di fornire ragioni evolutive credibili per cui nel suo mondo i dinosauri siano ancora viventi e stabilizzati nelle loro forme mesozoiche, e parallelamente sia stato possibile il percorso filogenetico che ha portato all’evoluzione della specie umana: tutto questo è affidato alla sospensione dell’incredulità, bisogna crederci e basta.
Per la verità anche la sua rappresentazione dei dinosauri è parecchio stereotipata, e potremmo dire “jurassicparkiana”, con i soliti ruoli di predatore insaziabile per il T-Rex, avversario astuto per il Velociraptor, bestiame mansueto per gli erbivori, questi ultimi identificati con un generico “ornitischi”, un po’ come se vedendo una mandria di vacche le chiamassimo “artiodattili”.
Extinction – La prova non è quindi un libro sui dinosauri da prendere per buono per l’accuratezza della sua rappresentazione degli animali, ma può funzionare come avventura, se siamo disposti ad accettare alcuni compromessi sulle premesse della storia. La tensione si mantiene alta durante tutta la narrazione e alcuni colpi di scena sono ben riusciti. Naturalmente per sapere come la vicenda si concluderà, sia con il genocidio dei dinosauri che con il probabile amore tra Stormchaser e Lincoln, dovremo aspettare i prossimi libri della serie.
Uomini che sognano i dinosauri
Usciamo dalla narrativa e proviamo con i libri che affrontano i dinosauri con un approccio più accademico. Da qualche mese Odoya ha pubblicato Dinomania di Boria Sax, sottotitolo “Perché amiamo, temiamo e siamo incantati dai dinosauri”. In questo saggio l’autore si prefigge di eseguire un’ampia panoramica su quello che i dinosauri hanno rappresentato nella cultura e nel pensiero moderno. È importante sottolineare questo aspetto: Dinomania non affronta i dinosauri dal punto di vista scientifico, ma da quello culturale. Nei capitoli del libro si ripercorre la storia dell’uomo in relazione ai dinosauri, non degli animali di per sé.
Sax parte in realtà da molto prima della scoperta dei dinosauri, con una lunga panoramica sui miti riguardanti mostri giganti come draghi e serpenti marini, con qualche ambiguo sottinteso che alcuni uomini potrebbero effettivamente aver convissuto con loro. Anche la percezione del tempo profondo viene approfondita, così come l’idea ottocentesca che i dinosauri potessero appartenere a un’epoca pre-umana della vita sulla Terra, corrispondente più o meno al periodo della cacciata degli angeli dal Paradiso descritta nell’opera di Milton.
Si passa poi al successo dell’epoca vittoriana, con le ricostruzioni del Crystal Palace di Londra realizzate da Benjamin Waterhouse Hawkins, in parte ispirate anche dal Parco dei Mostri di Bomarzo (provincia di Viterbo), che confermavano il concetto di dinosauri in quanto creature imperfette, inadatte alla sopravvivenza e quindi destinate all’estinzione, per fare spazio alla comparsa dell’uomo. È a questo stesso periodo che si deve la dicotomia Megalosauro/Iguanodonte, i primi due dinosauri scoperti che venivano spesso raffigurati in coppia, come incarnazioni di due diversi tipi di ideali: il predatore selvatico contro l’erbivoro civilizzato.
Successivamente lo stesso ruolo è passato alla nuova Coppia Sacra formata da Tirannosauro/Triceratopo, con posizioni analoghe ma aggiornate in base alle nuove teorie sui dinosauri grazie a da The Dinosaur Heresies di Robert Bakker del 1986, che ha sdoganato l’idea dei dinosauri attivi, intelligenti e a sangue caldo, invece delle placide bestie rettiliane di inizio Novecento. In questa stessa epoca hanno iniziato ad apparire nuovi libri sui dinosauri, come l’ampiamente citato Jurassic Park, mentre al contrario sono spariti i film che avevano spopolato nei decenni precedenti, come Un milione di anni fa, avventure senza senso con dinosauri in lotta contro gli uomini primitivi e formose attrici in bikini di pelle di giaguaro.
Il nucleo centrale di Dinomania è l’utilizzo dei dinosauri come un punto di riferimento rispetto alla predisposizione antropocentrica di ogni forma di pensiero umana. Anche l’idea dell’estinzione degli animali preistorici, che la si voglia associare a catastrofi naturali o all’incapacità di adattamento, risuona ancora oggi come una favoletta che vuole trasmettere una morale da adattare all’epoca contemporanea. Il fascino dei dinosauri sta quindi nella loro capacità di unire la scienza e la cultura, l’approccio accademico al nostro innato narcisismo.
Uomini che studiano i dinosauri
Ma alla fine di tutto dobbiamo fare i conti con una verità traumatica: i dinosauri non esistono. O meglio, sono esistiti, ma di loro tutto ciò che ci resta sono tracce fossili frammentarie, che ci permettono solo una ricostruzione parziale e per forza di cosa fallata di ciò che sono stati. Per questo, per avere un’idea più accurata possibile di ciò che davvero sappiamo sui dinosauri, servono libri di qualcuno che coi dinosauri davvero ci ha a che fare ogni giorno: i paleontologi.
Andrea Cau è uno dei più rinomati paleontologi italiani, si deve a lui la scoperta e classificazione nel 2017 di Halszkaraptor, un esemplare magnificamente conservato di piccolo teropode, e uno dei dinosauri più popolari degli ultimi anni, tanto che una sua ricostruzione è stata inclusa anche nel documentario Amazing Dinoworld. Con La rivoluzione piumata (volume primo), Cau propone al lettore un viaggio lungo il tortuoso itinerario evolutivo che ha portato dai rettili del Permiano agli uccelli di oggi. L’approccio è rigoroso, basato strettamente sui dati disponibili e le teorie più accreditate, ma il libro è pensato per un pubblico generalista, e non si addentra troppo nei tecnicismi.
Questo volume copre il tratto di appena ottanta milioni di anni che va dagli arcosauri sopravvissuti all’estinzione di massa alla fine del Palezoico fino ai carnosauri del Giurassico. Nell’illustrare gli adattamenti che accumulandosi nel tempo hanno portato alle variazioni della morfologia degli animali, l’autore riesce anche a fornire utili nozioni generali di biologia, geologia, ingegneria, tassonomia, tafonomia ed evoluzionismo, con una prospettiva del tutto contraria a quella antropocentrica descritta da Sax in Dinomania. In verità, i “dinomaniaci”, se così vogliamo chiamare quelli che hanno dei dinosauri una loro immagine idealizzata e archetipica, sono forse il pubblico meno adatto per comprendere questa rivoluzione piumata, il radicale cambiamento nella concezione della vita mesozoica che le nuove scoperte paleontologiche hanno introdotto di recente.
Perché la verità ancora più traumatica è che i dinosauri esistono ancora, e li vediamo tutti i giorni. Dobbiamo solo imparare a riconoscerli, e soprattutto ad accettare che no, non ci devono nessuna spiegazione: tutti i profondi significati che vogliamo vedere nella loro esistenza, evoluzione e (presunta) estinzione, sono alla fine solo una nostra proiezione.