L’intelligenza artificiale e la tecnologia stanno rivoluzionando il cinema. Vediamo come
Un tempo, parlando di Intelligenza Artificiale e cinema, l’unica associazione di idee possibile era quella che portava dritta al film di Steven Spielberg, I.A., con un quasi irriconoscibile Jude Law dal look fantozziano in stile Grandi Magazzini, e l’allora giovanissimo Haley Joel Osment.
Adesso il cinema è cambiato ed è in perenne evoluzione, tanto che quasi non ci rendiamo conto dei grandi passi in avanti che Hollywood ha fatto negli ultimi dieci anni, stravolgendo di fatto l’industria.
Sono tantissimi gli aspetti e le nuovi professioni ed attività che l’industria cinema ha ormai introdotto pienamente, mutando in tempi brevi un sistema che era rimasto a lungo piuttosto statico.
Non che non si fossero viste innovazioni in campo cinematografico, anche andando molto indietro negli anni, con – ad esempio – l’introduzione del video assist grazie a Blake Edwards, o a quella degli animatronics con il leggendario Mary Poppins di Robert Stevenson, o ancora la motion capture, lo stop motion e chi più ne ha più ne metta, senza poi dilungarsi sulla grande rivoluzione del cinema, ovvero l’introduzione del digitale.
Ma se per compiere tutti questi passi ci sono voluti decenni, sono bastati pochi anni per introdurre nel grande schermo un’ulteriore serie di innovazioni che lo stanno cambiando e stravolgendo in maniera netta.
Ad esempio dobbiamo considerare le enormi potenzialità degli effetti visivi (VFX), ormai sempre più comuni non soltanto nei film dai grandi budget. Proprio a questi è legata la figura professionale del VFX Supervisor.
Effetti visivi e non solo
È opinione comune che la maggior parte del lavoro di queste persone venga svolto in post-produzione, ma non è proprio così ed anzi solitamente il VFX supervisor è proprio uno dei primi ad essere scritturato per un film. La pianificazione nella pre-produzione è fondamentale e proprio per questo deve lavorare a stretto contatto con il regista, con lo sceneggiatore e la loro troupe già dai primi momenti e poi proseguire in corso d’opera.
Ben tre anni fa noi, durante la View Conference, intervistammo una delle autorità in questo campo, John Nelson, VFX supervisor di Blade Runner 2049 e vincitore nel 2001 di un premio Oscar per gli effetti speciali per Il Gladiatore. Tra le interessanti curiosità che ci ha fornito durante la nostra chiacchierata ci ha proprio fatto capire quanto il suo lavoro non si limiti, appunto, alla post-produzione e che il cinema odierno necessiti sempre più della presenza fissa di queste figure durante le riprese. Come nel caso di un aneddoto raccontatoci proprio da Nelson, che in Blade Runner 2049 ha lavorato gomito a gomito con il maestro Roger Deakins, e in ogni scena consideravano le migliori condizioni di luce, arrivando a chiedere in giro quale fosse il mese migliore per avere un cielo nuvoloso in Messico.
Ma dove l’intervento di queste figure e soprattutto della tecnologia e dell’intelligenza artificiale si rende necessario davvero è quando si devono replicare le fattezze di una figura umana (o non umana). Nelson ha dovuto utilizzare la CGI già nel 2001 con Il Gladiatore, poiché l’attore che interpretava Proximo, Oliver Reed, era purtroppo deceduto prima della fine delle riprese, e ha dovuto poi ripetersi ad esempio in Blade Runner 2049 riportando sullo schermo la Rachel di trentacinque anni prima.
L’intelligenza artificiale nel cinema e il de-aging
Proprio il tema del de-aging, il ringiovanimento digitale, è uno dei più discussi soprattutto per una questione etica e legata ai “pericoli” di tali strumenti.
Uno dei primi esperimenti in tal senso fu il Benjamin Button di Brad Pitt nel film di Fincher, ma oggi sono sempre di più i casi di de-aging sul grande e piccolo schermo, e ad esempio fece molto discutere The Irishman di Scorsese, in cui mostri sacri del cinema come De Niro e Al Pacino finirono vittime dell’intelligenza artificiale con risultati ottimi ma, dobbiamo dire, ancora lontani dalla perfezione assoluta. Impossibile non accorgersi, ad esempio, delle difficoltà motorie di Al Pacino (ormai ottantenne, al netto del ringiovanimento) nell’alzarsi dalla poltrona, rendendo il tutto un po’ ridicolo. Migliore il risultato invece (ma non il film) nel caso di Gemini Man con Will Smith o nel film del 2019 Captain Marvel in cui assistiamo ad un de-aging perfetto di Samuel L. Jackson, e non solo per una questione anagrafica. I progressi in questo campo sono repentini e senza dubbio andando avanti si riusciranno a limare tutte le imperfezioni, avvicinando sempre di più il cinema alla realtà.
Progressi repentini, dicevamo, ma anche alla portata di tutti, o quasi. Capita ormai sempre più spesso di osservare sulla rete video deepfake fatti ogni volta in modo migliore e più credibile, come nel recente caso di Chris Patt nei panni di Indiana Jones. Strumenti che comunque ci riportano al concetto di pericolosità menzionato prima, poiché sappiamo bene cosa cosa possa scatenare tutto questo nelle mani sbagliate, a partire dal revenge porn fino a questioni politiche.
Ma come dice, sulle pagine di Hollywood Reporter, l’esperto Christopher Nichols, appartenente alla Digital Human League, questi strumenti hanno enormi potenzialità che tutti noi dovremmo continuare a esplorare. Avremmo semplicemente bisogno di più formazione sull’argomento e di mezzi migliori che ci aiutino a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Del resto siamo arrivati ad accettare che Photoshop possa manipolare le immagini perfettamente e in pochi istanti, eppure nessuno ha mai proposto di vietarlo.
IA, spettatori e analytics
Altre grandi prove delle infinite potenzialità dell’intelligenza artificiale arrivano da società di analisi di dati di marketing per l’industria cinematografica, usando l’intelligenza artificiale per analizzare il comportamento del pubblico e le tendenze del box office, prevedendo quali film potranno piacere ad ogni singolo spettatore, e guidando pertanto la strategia di marketing e di distribuzione dei film. Del resto è in parte quello che fanno ormai quasi tutte le piattaforme di streaming, che già al primo accesso ci chiedono una lista di film o di serie TV preferite, in modo da profilarci e suggerirci e proporci nella home ogni volta prodotti teoricamente vicini al nostro gusto.
Potremmo continuare proseguendo con l’IA nel montaggio video e quant’altro, ma insomma avete capito quanto sia sempre più rivoluzionaria l‘intelligenza artificiale nel mondo del cinema e che genere di cambiamenti stia apportando, molti dei quali avvengono così rapidamente che nemmeno ce ne rendiamo conto. Che tutto questo sia un bene o meno è anche un discorso soggettivo, ma quel che è certo è che così come tutte le industrie anche il cinema deve stare al passo coi tempi ed è quindi necessario che lo siamo anche noi, iniziando ad abituarci al fatto che il cinema continuerà a cambiare ed evolversi di continuo, e sempre più repentinamente.