Roma. Villa Borghese. Una bella giornata di sole. Non poteva esserci cornice migliore per lo Hobbit Day, evento organizzato da Warner Bros Italia per festeggiare assieme a fan e appassionati il lancio del terzo e ultimo film della seconda trilogia cinematografica del regista Peter Jackson (non avete letto la nostra recensione? Che un Nazgul vi colga nel sonno).
Dicevamo, La Casa del Cinema, immersa nel bucolico verde di Villa Borghese, per un giorno si è trasformata così in un piccolo santuario dedicato alle opere fantasy del buon vecchio Tolkien, con alcune  attività interessanti ma un allestimento esterno non proprio all’altezza della situazione. Per dirvi, il famigerato Villaggio Hobbit sbandierato a chiare lettere nel programma ufficiale, era inesistente o forse era già stato raso al suolo dagli Orchi; si trattava infatti di quattro o cinque semplici stand con attività dedicate soprattutto ai più piccoli, con giochi e workshop ideali per farli divertire, ma quasi inutili per un appassionato di Tolkien in cerca magari di qualche gadget o di qualche ricordo da comprare. Da questo punto di vista si poteva fare decisamente di meglio, collocare qualche bancarella o qualche espositore sarebbe stata probabilmente un’ottima idea e avrebbe dato anche qualcosa da fare alle tantissime persone che una volta arrivate lì si sono ritrovate a vagare senza meta come poveri Raminghi.
Per fortuna la parte espositiva non ha lasciato a desiderare, anzi. Assolutamente pregevoli le tavole del maestro Piero Crida, (illustratore storico dell’edizione italiana del Signore degli Anelli edita da Rusconi), riunite tutti insieme in una suggestiva mostra comprendenti le opere utilizzate dalla casa editrice per le copertine ufficiali più altre inedite. Inestimabile la presenza di alcuni libri e della corrispondenza personale appartenuti allo stesso professor Tolkien e ai suoi figli.
Completavano la mostra di alcune tavole originali di Ralph Bakshi, create per la versione animata del Signore degli Anelli datata 1978. Sempre nella parte espositiva erano visibili alcuni abiti di scena, riproduzioni in tutto e per tutto fedeli ai costumi originali usati nei film, creati dalle sapienti mani dell’artista Veerena Stima. Per i più tecnologici inoltre erano disponibili delle postazioni interattive di gioco dove picchiare con fomento orchi e goblin con L’Ombra di Mordor e dulcis in fundo, la maratona dei tre film dello Hobbit che si è protratta lungo tutto l’arco della giornata. La fila per accedere a quest’area espositiva è stata però davvero interminabile, dato che si entrava a gruppi di 30 persone alla volta. Molte persone hanno dovuto rinunciarvi ed è stato davvero un vero peccato.
Nella tarda mattinata poi c’è stato un mini evento nel quale i ragazzi di Radio Brea hanno intervistato il direttore del doppiaggio della versione italiana e voce di Gollum, Francesco Vairano, Fabrizio Vidale (Bilbo Baggins) e Edoardo Stoppacciaro (il Nano Ori). I tre si sono lasciati andare raccontando aneddoti molto interessanti e divertenti sulla lavorazione al doppiaggio della trilogia, anche qui però i posti erano limitati e non tutti hanno avuto l’occasione di assistere. Tutto questo quando davanti la Casa del Cinema c’è un enorme palco all’aperto che forse sarebbe stato meglio utilizzare. Nota che ha allietato quanto meno la giornata è stata la presenza (non troppo numerosa a dir la verità ) di qualche cosplayer a tema, sommersi ovviamente da famigliole rombanti che smaniavano per avere un selfie con Gandalf o con Bilbo Baggins. Con l’orco un po’ di meno. Noi ovviamente tifavamo per il Nazgul.
La sensazione finale è che si sarebbe potuto gestire questo Hobbit Day in maniera migliore, sfruttare meglio la bellissima giornata e la location immersa nel verde portando magari la parte espositiva in uno stand di più ampio respiro creato ad hoc, ne avrebbe guadagnato la praticità d’esposizione e non si sarebbero create quelle code chilometriche che già da metà mattina si erano generate per poter entrare ad osservare la mostra, chiusa in due piccole stanze.
Altra cosa saggia sarebbe stata quella di usare il palco esterno e il maxi schermo rispettivamente per le interviste dei doppiatori e per la proiezione della maratona cinematografica e ultima, ma non in ordine di importanza, rimpolpare l’offerta di attività da fare all’esterno. Non vogliamo certo un’imponente e perfetta ricostruzione della Contea ad uso e consumo esclusivo dell’evento, ma moltissima gente è rimasta delusa dai cinque stand, peraltro abbastanza scarni, che erano presenti. Non si può tenere una lezione di elfico (anche molto interessante) o spiegare qualcosa davanti a un mulinello infinito di persone senza nemmeno un microfono. Assolutamente. Il fatto che l’evento fosse gratuito non giustifica questa organizzazione appena sufficiente; da amanti di Tolkien e del Fantasy in generale l’augurio è quello di vedere più spesso giornate a tema simili nella Capitale, ma che siano tarate a misura di cittadino, non di Hobbit.