Omaggi alla fantascienza classica nel finale di Loki: dal Pianeta delle Scimmie a Twilight Zone
Il finale di Loki ha fatto parlare gli spettatori e non solo: lo sceneggiatore ha infatti svelato le influenze della fantascienza classica sulla conclusione della prima stagione dello show di Disney Plus.
Si tratta di Eric Martin, il quale ha voluto parlare delle due maggiori influenze presenti in Loki. Da un lato Il Pianeta delle Scimmie, dall’altro The Twilight Zone, serie nota in Italia col titolo “Ai confini della realtà ”.
“Amo la fantascienza classica” ha scritto Martin su Twitter. “Questo finale viene dritto dai primi episodi di Twilight Zone e dall’originale Pianeta delle Scimmie”. Per discutere al meglio del finale dovremo fare alcuni spoiler. Se non avete ancora visto il sesto episodio della serie vi raccomandiamo di non proseguire oltre l’immagine sottostante.
Il finale di Loki: un omaggio ai classici della fantascienza?
Nell’ultima puntata di Loki abbiamo scoperto chi fosse l’uomo dietro la tenda della TVA. Nientemeno che Kang, interpretato da Jonathan Majors, quello che si preannuncia come il principale villain della nuova fase del MCU. Sylvie e Loki, giunti alla sua cittadella, scoprono che lo scienziato del Secolo XXXI ha isolato la linea temporale del Marvel Cinematic Universe e fondato la TVA per riuscire a impedire che altre versioni di lui potessero accedere a quella dimensione.
Se Loki ha deciso di credere a questa variante dell’uomo (ben diverso dall’iconografia classica del villain Marvel), Sylvie ha deciso di ucciderlo. Questo ha ovviamente scatenato una reazione a catena che ha portato alla ramificazione delle linee temporali. Loki, dopo essere stato rispedito alla TVA dalla sua controparte femminile, cerca di avvisare Mobius, il quale tuttavia non lo riconoscene. Il dio dell’Inganno si trova quindi intrappolato in una dimensione parallela.
Il riferimento è qui a Twilight Zone, dato che questo espediente del protagonista ignoto agli occhi di un proprio caro era spesso utilizzato nello show. L’intera atmosfera surreale dell’arrivo in una diversa realtà sembra rifarsi a quel concetto, che trova il suo colpo finale nell’ultima immagine della prima stagione: la statua di Kang.
Il riferimento qui è altrettanto palese: si tratta di un rimando al film del 1968 di Franklin James Schaffner, il Pianeta delle Scimmie. Nello specifico all’ultima scena, quando Charlton Heston vede di fronte a sé il rudere della Statua della Libertà , intuendo di essere quindi finito in un mondo parallelo.