Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per il tempo concessoci! Volevamo sapere, dove avete trovato l’ispirazione per la trama e l’ambientazione di Il Divino?
Il Divino è stato ispirato da una foto degli anni ’90 che abbiamo visto. Era una foto di due fratelli gemelli di 9 anni, che guidarono un esercito di ragazzini contro l’esercito di Myanmar.
E come mai avete deciso di parlare di un argomento così tosto come quello dei bambini soldato?
Sai, spesso i fumetti fanno sì che le fantasie diventino realtà. The Divine parla del dramma della guerra e della differenza tra la vita da adulti e quella da bambini, in cui la vita da adulti rappresenta la realtà e l’infanzia rappresenta la fantasia. Un bambino soldato è un bambino che si comporta come un adulto, anche se non lo è, e ci è piaciuta l’idea di avere nel fumetto questo mix tra infanzia, età adulta e realtà e fantasia.
Siete appassionati di videogame?
No. In realtà giocavamo spesso ad Halo, ma adesso tra i figli ed il lavoro non troviamo più il tempo per videogiocare.
Lo chiedo perché il tema dei bambini soldato è affrontato anche nella saga di Metal Gear Solid, mi chiedevo se potesse esserci una sorta di collegamento tra le due cose.
No, purtroppo non lo conosciamo. In generale però i fumetti e i videogiochi hanno in comune di essere di intrattenimento per i giovani, e ti permettono di fare cose che nella realtà ovviamente non puoi fare, come per esempio sparare ad uno zombie. Nei fumetti la sensazione di essere fisicamente in un altro posto è davvero forte perché puoi volare di fantasia ed immaginare di essere lì, mentre invece i videogames sono più attivi, se vogliamo. Ma sì, sono due media che possono essere connessi fra di loro in qualche modo.
Tornando ai vostri lavori, come decidete fra di voi i disegni da utilizzare? Avete lunghe sessioni di artworking ad esempio, o lavorate di getto?
Beh facciamo un sacco di disegni, ma si tratta di organizzarsi ed avere un sistema, altrimenti non si finisce mai in temo. Il nostro sistema è che io (Hasaf) faccio tutti gli sfondi e gli schizzi e decido come dividere la pagina, mentre Tomer si occupa dei disegni e i colori. Uno si occupa della struttura e l’altro della superficie, insomma.
È stato difficile andare d’accordo fra di voi? Lavorare “in famiglia” è facile o può diventare complicato?
No, è tutto molto naturale, ci piace lavorare insieme.
Avete entrambi una carriera costellata di successi, c’è qualche progetto in particolare di cui siete più orgogliosi?
Asaf: Al di là dei fumetti sto lavorando su una serie di poster sui film di Stanley Kubrik. Ne ho fatto 4 finora, ed è davvero una bella sfida.
Siete anche stati nominati per l’Oscar, un grande onore, no?
Sì, con il film Valzer con Bashir. L’animazione è stata un’esperienza interessante, ma non fa per me perché si lavora con troppe persone, e per me lavorare con Tomer è il massimo che posso fare. Non mi sento a mio agio ad essere una piccola parte di un progetto, mi piace avere più controllo su quello che faccio.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Stiamo lavorando ad un altro fumetto con lo stesso team di The Divine, ma è ancora troppo presto per parlarne. Sarà fantastico e rivoluzionario, ma non posso davvero dire niente di più a riguardo.
Avete alcuni consigli da dare ai nostri lettori che vorrebbero seguire il vostro esempio e diventare fumettisti?
La cosa più importante è non arrendersi mai, perché c’è bisogno di esercitarsi tantissimo e non sempre vi piaceranno i vostri stessi lavori, ma se ci si esercita ogni giorno alla fine ce la si fa. Quindi sì, non arrendetevi mai.
Grazie mille ragazzi, congratulazioni per il vostro lavoro e in bocca al lupo per i vostri nuovi progetti.
Grazie a voi!
A cura di Mariano Adamo e Gabriele Atero Di Biase