Ciao Silvia, Ciao Ilaria, intanto grazie per questa intervista. Volete presentarvi velocemente ai lettori di Stay Nerd?
ILARIA: Sì! Io sono Ilaria Catalani, la disegnatrice di Hadez…
SILVIA: Io Silvia Tidei, la colorista.
ILARIA: Insieme scriviamo e portiamo avanti la nostra serie, che è una trilogia, edita da Edizioni Dentiblù.
Siete qui a Lucca per presentare il secondo volume di Hadez. Volete anticiparci cosa ci aspetta?
ILARIA: Mmmh, non lo so… (ride)
SILVIA: Forse posso dire qualcosa io. Rispetto al Primo Volume, per chi ha seguito la serie, il Secondo presenta dei cambiamenti che poi porteranno allo sviluppo del Terzo volume.
ILARIA: Ci saranno anche dei cambiamenti all’interno dei gruppetti che si sono formati nella storia.
SILVIA: Soprattutto nelle relazioni tra i personaggi. È l’unico spoiler che mi sento di fare.
Sempre rimanendo in tema, quando nasce Hadez? E quanto è stata difficile la gestazione di questo racconto (che abbiamo anche recensito)?
ILARIA: Allora, Hadez nasce in maniera embrionale nel 2005, quando sia io che Silvia gestivamo un gioco online di Nightmare Before Christmas, e il personaggio di Hadez era un nostro Personaggio Non Giocante. Con il tempo ci siamo affezionate a lui e abbiamo creato personaggi di contorno che potessero accompagnarlo in qualche avventura… Così sono nati gli altri personaggi, poi diventati i protagonisti della storia, rendendo Hadez un po’ più “il nemico” di essa. Per quanto riguarda il fumetto, che abbiamo iniziato a scrivere e disegnare nel 2013, diciamo che la gestazione è stata abbastanza difficile ma alla fine siamo riuscite ad arrivare a qualcosa che ha soddisfatto entrambe.
All’inizio avete reso pubblico il fumetto come Web Comic. Quanto conta la piattaforma digitale per un artista attuale?
SILVIA: Ora come ora conta molto secondo me, soprattutto Facebook, perché ci sono tutti, mentre con i vecchi siti web dovevi capitarci o digitare l’url. Ora magari ti capita il contenuto sulla tua bacheca o su quella di amici e ti interessi più facilmente alle cose, metti un like, ricondividi… Quindi è un modo molto più efficace per farsi conoscere.
ILARIA: Aiuta moltissimo i giovani autori a farsi vedere anche dalle stesse case editrici che ormai frequentano i social network, capita molto spesso che alcuni vengano notati proprio grazie a queste piattaforme.
È così che voi siete state ingaggiate, oppure è successo in maniera più “classica”?
ILARIA: Un po’ entrambe le cose. In realtà io lavoravo già con Edizioni Dentiblù come inchiostratrice. In seguito hanno notato che lavoravo ad Hadez, come autoproduzione, e si sono interessati. Da cosa nasce cosa ed è nata questa collaborazione con Edizioni Dentiblù.
Siete tutte e due disegnatrici e illustratrici. Quindi come vi siete divise il lavoro per Hadez? Che metodo avete assunto? Avete scritto la sceneggiatura a quattro mani oppure siete andate a braccio seguendo un canovaccio?
SILVIA: Il soggetto della storia è scritto a quattro mani, anche la sceneggiatura. Però poi dal layout alla realizzazione della matita definitiva se ne occupa Ilaria, che non inchiostra ma fa tutto a matita. Per una questione di facilità e velocità ci siamo divise i compiti. Io prendo la tavola definitiva a matita, la coloro e la finalizzo.
ILARIA: Ci siamo divise così il lavoro perché Silvia ha sempre avuto la predisposizione per il colore mentre io magari per l’espressività dei personaggi, non che Silvia non saprebbe farlo, ovviamente… Però per Hadez la cosa migliore era dividerci il lavoro in questo modo.
SILVIA: In realtà all’inizio facevamo anche i layout assieme, però poi abbiamo dovuto stringere i tempi. In ogni caso spesso ci trovavamo a fare scelte simili, altrimenti ne parlavamo senza problemi.
Vi conoscevate già, prima di Hadez? Come vi siete trovate?
ILARIA: Sì, eravamo già amiche, della stessa città, ci siamo conosciute, avendo queste cose in comune abbiamo deciso di provare a fare qualcosa assieme.
SILVIA: Abbiamo disegnato per piacere, insieme, per molto tempo, quindi la nostra collaborazione e la sua organizzazione è frutto di diversi anni.
Abbiamo già lodato la vostra abilità come artiste. Detto questo, che preferenza avete tra il digitale e il metodo tradizionale? Disegnate prima a matita, oppure andate direttamente di tavoletta grafica?
ILARIA: Lavoro inizialmente, per Hadez nello specifico, in digitale per il layout della tavola, però poi stampo e lavoro tutto quanto a matita. Il contrario di quel che si penserebbe. Sarebbe più facile fare tutto al PC, ma a me piace molto la resa della matita e modulare il tratto quindi cerco di utilizzare questo metodo. Anche perché personalmente, per quanto mi piaccia il digitale, non riesco a sostituire il tradizionale, con gli acquerelli o qualsiasi altro strumento utilizzabile in questo tipo di lavoro.
SILVIA: Anche a me piacerebbe molto il metodo tradizionale, ma lavoro tutto in digitale per una questione di velocità e praticità.
Avete iniziato a fare fumetti da giovanissime. Quali erano e quali sono le fonti che vi hanno maggiormente influenzato?
ILARIA: Io sono cresciuta a pane e manga, quindi inizialmente ho lavorato sul mio stile partendo da cose puramente manga, i fumetti di Hiroyuki Takei, come Shaman King, altri Shonen che mi piacevano tantissimo, anche serie un po’ più “per femmine” come Ufo Baby. Poi col passare del tempo ho scoperto i fumetti occidentali, Tim Burton, mi sono avvicinata a uno stile un po’ più grottesco fino ad arrivare al mio stile attuale.
SILVIA: Anch’io, molto similmente, sono partita da Anime e Manga. Poi ci siamo evolute insieme con Tim Burton, perché l’abbiamo scoperto nello stesso periodo. Piano piano altri autori occidentali e così via.
Dalla vostra esperienza, quanto è difficile accedere al mondo dell’editoria cartacea? E avete notato particolari “direttive”, da rispettare, per aumentare le proprie possibilità?
ILARIA: Secondo me questa è più una cosa del passato, ormai… Ad esempio una volta si diceva che “il manga non si può fare in Italia”, e magari se disegnavi manga gli editori non ti sceglievano. Ora penso che questa cosa si stia molto appianando. Sempre riguardo al manga, molti editori anche francesi si sono avvicinati a questo tipo di stile.
SILVIA: Rispondere alla domanda di prima è difficile. Noi con Hadez abbiamo iniziato auto-producendoci, quindi non siamo state anni a cercare qua e là l’occasione giusta. Abbiamo deciso di fare questo esperimento e siamo partite tranquillamente in questo modo. Poi in questo periodo di tempo ci siamo impratichite con tavole e personaggi, facendoli maturare molto dal livello tecnico al livello “di figura”, noi ci siamo sciolte molto, e questo probabilmente ha aiutato. Piuttosto che presentare un progetto che apparisse “acerbo” ad occhi attenti, noi avevamo già qualcosa di più avanzato.
ILARIA: Perciò questa volta non è stato difficilissimo. Magari le difficoltà ci colpiranno la prossima volta! (ride)
SILVIA: Per Hadez i tempi erano maturi.
Voi definireste “manga” il vostro fumetto?
ILARIA & SILVIA: No.
ILARIA: Io ho delle influenze chiaramente manga ma cerco sempre di essere un misto tra l’occidentale, il cartoon e un manga giapponese.
Voi avete conseguito quello che moltissimi sognano. Prima di lasciarci, volete dare qualche consiglio a tutti quelli che, come voi, si stanno avventurando nella realizzazione di un fumetto?
ILARIA: Sarà un luogo comune ma personalmente consiglio di non smettere mai di disegnare e di sognare di fare questo lavoro. Io l’ho sempre sognato e in qualche modo, pur essendo agli inizi, in qualche modo ce l’ho fatta. Bisogna essere determinati e sacrificare del tempo che spenderesti per altro, come uscire e socializzare, bisogna diventare un po’”nerd chiusi in casa” lavorando a quello che vorresti fare in futuro.
SILVIA: Non limitarsi a proporre qualcosa a un editore, sentire magari il rifiuto e abbattersi. Ultimamente l’autoproduzione sta andando molto bene, prima erano molti di meno a percorrere questa strada, soprattutto se parliamo di racconto grafico, diciamo un po’ “alla Shonen”, mentre ora ce ne sono molti di più, in Self Area (NdR: zona del Lucca Comics & Games dedicata esclusivamente alle auto-produzioni degli autori) è pieno zeppo di belle cose di questo tipo. Quindi, ecco, se non si riesce subito ad arrivare al goal finale, considerare strade alternative che portano tantissime soddisfazioni.
A cura di Eugene Fitzherbert e Andrea Giovalè