Stay Nerd intervista Ivan Brandon
Ciao Ivan! Grazie per questa intervista! Iniziamo subito: il tuo Drifter è un fumetto davvero visionario… corrisponde alla tua visione del futuro? Sei stato ispirato da qualcosa in particolare?
Da un sacco di cose! Io e Nick (NdR: Nick Klein è il disegnatore di Drifter) abbiamo deciso di lavorare insieme, Nick voleva fare qualcosa di fantascientifico. In pratica abbiamo messo insieme diverse idee, le mie e le sue, e si sono incastrate perfettamente. Ci siamo incontrati a metà strada! E non ci siamo ispirati da niente in particolare, ma da un sacco di cose strane, come un brano musicale, un vestito stravagante, una fotografia. Drifter è qualcosa che abbiamo costruito personalmente, noi due, pezzo per pezzo.
Non ci fai neanche un nome, magari per quanto concerne la musica? Non lo so, una band o altro?
Eh, è difficile anche perché credo che l’influenza della musica sia largamente inconscia. Io e Nick siamo entrambi grandi fan di Moebius, perciò penso che quella fosse un influenza. Ma, in ogni caso, non c’è stato davvero niente di troppo specifico, nemmeno in musica.
Riguardo al tuo altro lavoro, Vikings: è un fumetto di azione e introspezione, un qualcosa di davvero unico. Come lo descriveresti in poche parole a dei potenziali nuovi lettori?
Quando abbiamo cominciato Vikings volevamo fare qualcosa che rompesse le regole delle classiche storie di vichinghi. Le storie di vichinghi si sono sempre appellate a una cerchia di lettori piuttosto ristretta, con i loro miti e il loro simbolismo. Noi volevamo farne una versione che si appellasse a molte più persone, qualcosa che parlasse anche di una mitologia personale, com’è essere un vichingo, com’è crescere sin da bambini, con quella mitologia, quali sono le tue aspirazioni, chi vuoi essere… il nostro Vikings è in pratica la storia di due giovani che cercano di diventare uomini in un mondo di estrema violenza. Mi piacciono anche gli archetipi, così ho cercato di esplorare la mitologia vichinga, chiedendomi come fosse viverla dall’interno. Perciò questi due ragazzi crescono in mezzo a e si ispirano a tanti eventi terribili che accadono intorno a loro.
Com’è cominciata questa grande collaborazione con Nick Klein?
Mi piaceva tantissimo il lavoro di Nick, quando ha iniziato a lavorare per il fumetto americano. Così gli ho scritto una email, dicendogli: “Hey, penso che tu sia un grande artista, mi piacerebbe moltissimo lavorare con te”, e questo è successo! Per me è stata un’esperienza davvero affascinante, perché noi due abbiamo gusti molto diversi, artisticamente, e complementari. Entrambi abbiamo sperimentato, messo insieme idee folli, in modo efficace, ed è stato fichissimo per me. Credo che in fondo fare fumetti sia fare esperimenti, provare cose nuove, spingere avanti la narrazione. È una grande esperienza.
Riguardo al fare fumetti e allo sperimentare: riesci davvero a descrivere, con un’immagine, qualsiasi cosa immagini?
A volte, con un’immagine, riesco a descrivere di più di quello che immagino. Se qualcosa non corrisponde è solo per i limiti della mia immaginazione, o perché essa è inferiore al talento dell’artista. Certo, ci sono alcune cose che non si possono fare nei fumetti, ma per il resto il fumetto è uno dei modi più flessibili di raccontare. Qualsiasi folle idea che si ha, si può raccontare. Nel nostro caso bisogna ringraziare anche il talento di Nick, ovviamente.
La Cristianità è un elemento molto importante in Drifter. Come mai?
In realtà non si tratta tanto di Cristianità o della sua importanza nella storia. Drifter consiste più nel trasportare gli elementi della società, senza la società stessa. Perciò abbiamo preso dei personaggi, il loro credo, i loro rituali… e li abbiamo rimossi dal loro sistema abituale. Com’è essere milioni di miglia lontani da casa, non sapendo dove, nel mezzo di un deserto di un pianeta alieno? Più che esaminare la Cristianità, si tratta di scoprire cosa succede alle persone quando vengono tolte loro le cose in cui credono.
Sarà una domanda stupida ma dobbiamo farla per forza: ci sono nuovi progetti in arrivo?
Non è una domanda stupida. Abbiamo appena finito il Volume 2 di Drifter, la scorsa settimana, e sarà pubblicato a Dicembre negli Stati Uniti, non so bene quando in Italia.
Sarai presente al Napoli Comicon?
Lo spero. Mi piacerebbe. Adoro la pizza! (ride) Napoli è una delle mie città preferite. Tutti continuano a dirmi che Napoli è pericolosa, ma io sono di New York, cresciuto tra gli anni ’70 e gli ’80, e anche quella era pericolosa, in un modo che amavo. Comunque, ho anche due nuovi progetti in cantiere di cui però, purtroppo, non posso proprio parlare. Sono due fumetti di proprietà degli autori, usciranno tra la prossima Primavera e l’Estate, e saranno annunciati all’inizio del prossimo anno. Uno di fantascienza e un fantasy, questo lo posso dire.
Beh, grazie mille per il tempo e l’attenzione. Vuoi salutare i lettori di Stay Nerd?
Ciao, Stay Nerd!
A cura di Gabriele Atero di Biase e Andrea Giovalè