Andrew Tsyaston è l’autore dietro tante vignette condivise su Facebook e Instagram a nome Shen Comix
Beccogiallo pubblica come novità di Lucca Comics 2019 il libro intitolato Il meraviglioso mondo delle emozioni, che raccoglie le divertentissime vignette di Shen Comix, popolarissimo fumetto online dietro il quale lavora il giovane Andrew Tsyaston. Andrew è stato ospite della casa editrice alla fiera più grande d’Italia e noi abbiamo potuto farci quattro chiacchiere!Ciao Andrew e grazie per il tuo tempo! Cominciamo con una bella presentazione, spiega ai nostri lettori chi sei e cosa fai.
Online sono conosciuto semplicemente come Shen, faccio fumetti su Webtoon e altre piattaforme e sono perlopiù conosciuto per i fumetti sotto il nome di Shen Comix (prima invece il nome era Owlturd). In questi fumetti ci sono il protagonista Shen e alcune personificazioni delle emozioni, sotto forma di palestrati o di blob non ben definiti, con le quali cerco di comunicare i miei pensieri.
È la tua prima volta in Italia? Come ti sembra il Lucca Comics per ora?
Beh, è veramente enorme e la città è molto carina. Ho camminato un po’ in giro e non ero mai stato ad un festival del genere, di solito partecipo a convention (quelle americane) che si tengono in un grande padiglione, mentre questa di fatto coinvolge l’intera città ed è molto bello e interessante.
Sai, ho visto spesso i fumetti di Shen Comix condivisi su Facebook, specialmente quando ancora li firmavi come Owlturd e penso che in Italia siano diventati famosi proprio così, perché ricondivisi da altre piattaforme come Webtoon, che citavi poco fa, dove hai una serie chiamata Bluechair. Insomma, poiché in Italia non sono molto diffuse piattaforme come questa dove si radunano fumettisti e artisti, sembra quasi che tu abbia tanti nickname diversi e magari le persone potrebbero essere confuse. Puoi spiegarci questi nickname, il percorso dei tuoi fumetti attraverso le varie piattaforme e come questi si sono evoluti negli anni?
Ho cominciato a far fumetti, se non sbaglio, a febbraio del 2013 e in quel momento mi chiamavo Owlturd. L’anno successivo Webtoon contattò me e altri artisti chiedendoci di fare delle serie per loro ma non specificarono esattamente cosa volessero che io facessi. Così ho pensato:”Beh farò una serie su Shen” però l’avrei chiamata in modo diverso, ovvero Bluechair, poiché inserii il mio manager e un fantasma che interagissero con Shen. Quindi era diversa rispetto a quel che facevo prima. Poi però ho iniziato anche un’altra serie su Webtoon, chiamata Living with yourself ,e nel 2017 ho fatto un rebranding, scegliendo come nome Shen Comix. Perciò, se vogliamo, questo è il nome di uno studio (anche se questo studio è composto solo da me) che produce Owlturd, Bluechair e Living with Yourself.
Una domanda, forse ovvia, sorge spontanea: il personaggio principale di Shen Comix, ovvero Shen, è una specie di tuo alter ego?
Direi che è cominciato come una specie di autoinserimento all’interno dei miei fumetti ma penso che ora siamo più distanti. Ho cominciato quando avevo 21 anni e ora ne ho 27, in sei anni puoi diventare una persona completamente diversa. Shen invece è rimasto abbastanza simile a com’era all’inizio, quindi diciamo che ora è un personaggio che non è necessariamente una mia rappresentazione ma più una personalità con la quale giocare un po’, essendo volutamente più esagerato di me.
Penso un punto di svolta nei tuoi contenuti sia la tua storia breve intitolata Fly to the Heavens. Prima di questa, facevi molti fumetti sulla vita e quanto sia dura con noi (infatti un tuo personaggio ricorrente è appunto Life, Vita), la lotto contro i pensieri negativi e così via. Ad un certo punto ti sei preso una pausa per ragioni personali, per poi ricominciare con questa storia profonda. Dopo Fly to the Heavens mi sembra tu abbia cambiato l’approccio ai fumetti e alla vita in generale, in maniera più positiva. È davvero così? E che ruolo hanno avuto i fumetti?
Beh, ci sono stati alti e bassi nella mia carriera di artista. In quel periodo stavano avvenendo grossi cambiamenti nella mia vita, durante i quali ho dovuto rivalutare molte cose di me come persona. Naturalmente non si cambia dall’oggi al domani ma, quando decisi di tornare, volevo buttarmi a capofitto in qualcosa come distrazione e perciò decisi di disegnare questo combattimento in stile anime tra Shen e Life e nel mentre di smantellare i miei stessi fumetti su Shen Comix, per dimostrare la mia autoconsapevolezza: ad esempio le etichette che avevo assegnato ad ogni manifestazione delle mie emozioni cadono, perché non hanno più lo stesso significato di prima. E inoltre così ho creato una sorta di lore attorno alle mie stesse emozioni. Non mi sono pentito di fare quel fumetto. Anche se non penso sia uno dei migliori che ho fatto, alla gente piace e anche qui a Lucca me l’hanno menzionato.
Da quando hai cominciato a fare fumetti, quindi, il tuo processo creativo è cambiato?
Il mio processo creativo non è esattamente costante, quindi in realtà la mia sfida più grande come artista è proprio la costanza. Manco un po’ di disciplina nel mio storytelling, perché non ho sempre la giusta ispirazione. Solo di recente sto cercando di seguire una schedule, postando tre volte a settimana. Anche se non è il miglior update di sempre, mi basta acquisire quest’abitudine per avere qualcosa di fatto alla fine della giornata.
E da cosa trai ispirazione?
Beh, io sono uno a cui piace molto lamentarsi e dato che riesco a rendere divertenti le mie lamentele, è da qui che nascono i miei fumetti.
In che modo i fumetti influenzano la tua vita quotidiana?
Io ho studiato per fare il web developer perciò diventare fumettista è stato un cambiamento molto radicale, per cui non ero davvero pronto, soprattutto perché ho cominciato a dover rendere conto solo a me stesso. Ho dovuto abituarmici e adottare le diverse abitudini di un freelancer (anche se non sono davvero un freelancer ma diciamo che la situazione è molto simile). Però mi permette di viaggiare molto: sono qui in Italia, e questo non sarebbe stato possibile senza fare fumetti, e ho girato un po’ gli States andando in Texas, California, Colorado… e di conseguenza mi sono creato anche una bella cerchia di amici, sia tra le persone che conosco al di fuori di questo lavoro, sia tra altri fumettisti.
A proposito di essere pronti… online ho trovato una tua vecchia intervista in cui dicevi di non avere intenzione, per il momento, di stampare i tuoi lavori, penso perché avevi iniziato da molto poco e probabilmente non ti sentivi, appunto, pronto. Ora lo sei? Voglio dire, sei qui, a Lucca Comics, come ospite di una casa editrice che ha stampato i tuoi fumetti. Come ti fa sentire? Ti senti cresciuto come artista?
Mi fa sentire bene! E, ad esempio, ora riesco a far capire ai miei genitori cosa faccio! Finora non lo avevano mai compreso davvero ma, dopo aver visto il libro, hanno capito. Penso sia perché vengono da una generazione che non ha ben chiaro cosa sia un fumetto online ma, una volta stampato il libro, per loro è diventato reale, perché è qualcosa di fisico. Ed è reale anche per me ora.
Non ho dovuto pensare a troppi cambiamenti per poter stampare i fumetti di Shen Comix ma, se c’è una cosa che è cambiata e che prima d’ora non avevo mai fatto come artista, è stato il dover pensare ai miei fumetti messi in un certo ordine, con un filo logico, un tema che li rendesse interessanti e soddisfacenti da leggere come quando vengono letti sul feed dei social media.
Ho davvero apprezzato le serie dell’anno scorso e di quest’anno sul cambio di immagine di profilo durante i giorni precedenti Halloween. Come e perché ti è venuta in mente quest’idea inquietante?
Ehm, quell’idea è, diciamo, il risultato della mia procrastinazione (ride). Quando l’ho fatta l’anno scorso ero tipo:“Ok, comincerò il primo ottobre e lo farò per tutto il mese, rendendo l’immagine ogni giorno più disturbante fino ad Halloween”, un po’ come funziona per la challenge Inktober. Poi però mi sono ritrovato al 20 ottobre senza aver cominciato e mi sono detto:“Cavoli, mi rimangono solo undici giorni ma forse ci si può lavorare”. E in effetti ne ho tratto beneficio, perché come numero di giorni era sufficiente per fare qualcosa di interessante senza essere troppo lento o doverci mettere troppo impegno. Insomma, una fortuna nella sfortuna e alla gente, nonostante tutto, sembra piacere!
Invece la seconda volta, cioè quest’anno, hai deciso di rendere la tua immagine del profilo sempre più carina e anche nei tuoi fumetti, infatti, possiamo notare facilmente che sei abbastanza influenzata da anime e manga. Leggi manga o guardi anime? Ne hai qualcuno che ti piace particolarmente?
Sì, leggo manga e manhwa e guardo anime. Recentemente ho visto su Netflix Carole and Tuesday e Baki, mentre ho letto il primo volume di questo manga, Beastars, che è davvero bello. L’anno scorso ho letto La mia prima volta, quello è stato proprio sconvolgente. Quando ero più giovane ero molto appassionato di Shaman King e Ranma ½, Inuyasha…
Hai dei piani per il futuro riguardo i tuoi fumetti, magari fare qualche nuova storia breve come Fly to the Heavens?
Sì, ho in mente delle storie brevi ma il problema è che sono bravo a pensare ad un concept interessante ma non ho subito una storia attorno quest’ultimo. Quando bisogna sviluppare una storia, devi considerare vari fattori che portino ad una conclusione seguendo determinati step, mentre io preferisco le storie molto brevi perché le trovo molto più gestibili. Ho alcune idee anche per fare dei video, cose che inizialmente pensavo di inserire in un fumetto ma che sarebbe difficile rendere in forma di disegno. Penso inoltre di continuare con le serie di storie brevi horror, come Wacky Roommates e ho una cosa già pronta, diciamo, ma sono veramente molto lento a disegnare anche se il mio stile è piuttosto semplice!