La stagione 6 dello show è su Netflix: riuscirà Lucifer a cambiare il suo destino?
È impossibile cambiare il destino? Forse sì, ma non per Lucifer, che dopo aver evitato per ben due volte una cancellazione che sembrava ormai certa, è arrivato all’atto conclusivo con altri 20 episodi, chiudendo i battenti con Lucifer 6, una stagione che giunge su Netflix tra luci e ombre, come del resto lo show ci aveva abituato recentemente.
Perché sì, è indubbio che il Diavolo abbia schivato la sua fine prematura, ma è altrettanto vero che il patto fatto con se stesso ha soltanto allungato un brodo condito sempre dai soliti ingredienti, e il cui sapore era ormai ben noto agli spettatori.
Questo non vuol dire che, ancora una volta, i nuovi episodi dello show non siano stati piacevoli, anche perché la formula del police procedural abbinata alle strampalate esistenze degli esseri divini (e infernali) ormai perfettamente ambientati nella routine di Los Angeles obiettivamente funziona a meraviglia e ha fidelizzato il pubblico sin dalle prime puntate della prima stagione di Lucifer.
Stavolta, a dire il vero, i casi a cui Lucifer Morningstar (Tom Ellis) e l’ormai ex detective Chloe Decker (Lauren German) devono lavorare sono assai pochi, ma ci sono altre simili dinamiche a innescare quel ritmo intenso che ha sempre costituito uno dei punti di forza della serie e qualche nuova trovata, come una puntata in stile cartoon.
Dove eravamo rimasti?
[Allerta spoiler relativi alla stagione 5]
Ci eravamo lasciati col diavolo diventato Dio e Chloe a fargli da first lady. Già questo sarebbe bastato a sottolineare la flessibilità del destino, ma gli autori fanno molto di più, e Lucifer 6 inizia con il nostro protagonista in pericolo di vita o in ogni caso con un destino non particolarmente roseo.
A turbare in questo modo Lucifer ci pensa un nuovo arrivo direttamente dal futuro, una certa Aurora detta “Rory” (Brianna Hildebrand) di cui non vi sveliamo altro.
Il meccanismo del viaggio temporale ingolosisce da subito gli spettatori, ma con grande dispiacere non viene sfruttato a dovere, lasciandoci soltanto l’illusione di questa ventata di freschezza. Dopo un solo episodio in grado di destare la nostra curiosità infatti le carte vengono completamente svelate e la suddetta meccanica si assopisce, facendo rientrare Lucifer 6 nei consueti schemi.
Niente andirivieni tra passato e futuro quindi, e siamo di nuovo nella LA attuale con Lucifer e Chloe che cercano di capire come sottrarsi a un destino che appare ineluttabile e che diventa il vero e proprio villain, intangibile, della sesta stagione.
La mancanza di un cattivo in carne e ossa però si sente e impoverisce un po’ il dinamismo dello show e anche i nuovi innesti non sono in grado di dare il giusto sprint.
Rory parte con le giuste premesse ma il suo personaggio è carico di un’ambiguità che ha poco appeal, mentre il più simpatico Carol Corbett (Scott Parker) non ha abbastanza spazio per sostituire Dan, che effettivamente ha dato tantissimo a questa serie.
Sostanzialmente era chiaro che Lucifer 6 fosse un atto conclusivo alla ricerca di un giusto epilogo che non si sostituisse a quello della precedente stagione, ma proponesse una soluzione diversa.
E lo fa, ricordandoci che abbiamo tutti la capacità di cambiare quello che crediamo di essere destinati a fare o ad essere.
Il cambiamento radicale di Lucifer, che da diavolo diventa Dio, è l’emblema della volontà, della determinazione della ricerca dell’automiglioramento, e tutto ciò che ha appreso gli è servito per raggiungere il suo vero destino, quello che ha scelto per sé.
Sarà anche banalità, ma ci sembra il modo migliore per chiudere uno show che, tra pregi e difetti, resta uno dei prodotti di maggior successo in assoluto degli ultimi anni e che lascerà in lacrime milioni di fan.
Lucifer 6 è su Netflix.