L’Uomo con i Pugni di Ferro 2: Di cosa diavolo parla?
Nella Cina del XIX secolo, un ex schiavo fuggito dall’america chiamato Thaddeus Blacksmith vaga nella giungla alla ricerca della pace interiore, ma si ritrova nel bel mezzo di una efferata guerra tra un perfido tiranno locale e un pacifico villaggio di minatori. Suo il compito di istruire il minatore che gli ha dato accoglienza per farlo diventare un guerriero invincibile.
Si tratta di un bel film?
Stai scherzando? Mi chiedo anche solo come possano aver avuto l’idea di tirare fuori questo L’uomo con i Pugni di Ferro 2, seguito di un titolo non propriamente brillante, che sarà ricordato solo perché è stato diretto e interpretato dal rapper americano RZA (del collettivo hip-hop Wu Tang Clan) e per la presenza del mitico Russell Crowe. A parte questo dettaglio e alcune scene di combattimento degne di nota (tipo RZA contro Dave Bautista, per gli amici wrestler Batista) non c’era niente che potesse far invocare i fan alla creazione di un sequel. Anche perché i fan di questo film non esistono. Quindi, se il primo film tutto sommato era guardabile, questo sequel oserei definirlo risibile. La storia è così generica che si fatica a capire dove vuole andare a parare.
La vicenda ruota intorno ad un villaggio, in rivolta contro un tiranno malvagio e una forza mistica chiamata Nettare dorato. Ma capire qualsiasi dettaglio a riguardo è completamente inutile, dal momento che non accade NIENTE in tutto lo stramaledetto film. Tutti i personaggi infatti sembrano troppo impegnati a parlare di come ci sia bisogno di fare qualcosa, ma in realtà nessuno fa niente fino alla (scontata e prevedibilissima) battaglia finale. In generale il livello di violenza è accettabile, così come l’uso di abbondante sangue, ma tutto come al solito è risolto con l’uso di una Computer Grafica abbastanza dozzinale; i combattimenti sono nella media e in generale poco eccitanti. Dei 90 minuti di riprese, circa 75 abbondanti sono composti da movimenti assurdi della cinepresa, primi piani effettuati in post-produzione e un sistema di illuminazione veramente poco dinamico. Ma d’altronde cosa ci si può aspettare dal regista di filmoni del calibro di Il Re Scorpione 3, The Marine 2 e Death Race 3?
E i dialoghi? Be’, me ne sono annotato giusto un paio:
“Una puttana troppo vogliosa a Manchuko mi ha masticato il testicolo sinistro prima che le tagliassi la testa e mi divertissi un po’ con lei.”
“A causa del tuo amico nero e del Nettare Dorato, il potere del Chi ha rafforzato la via dello Scorpione dentro di me.”
Capito sì?
A me non dispiace il rapper RZA e apprezzo il suo amore smodato per i film di Kung Fu, ma purtroppo non è né un bravo attore né un bravo combattente di arti marziali. Detto ciò, lui questo film lo ha solo sceneggiato quindi la colpa non è esclusivamente sua, però la pellicola fa acqua da tutte le parti, seriamente. L’unica scena che salvo è la parte in cui HiroyukiTagawa (Shang Tsung di Mortal Kombat) dice: “La tua anima è mia”. Una piccola chicca che solo un vero nerd potrebbe cogliere.
Gli Extra
All’interno del Blu-Ray appare la strana opzione per vedere il film in versione Rated o Unrated, ma una volta effettuata la scelta, non cambia assolutamente nulla. Sono dovuto ricorrere al mio amico Google per capire che la versione Unrated aggiunge ben UN MINUTO IN PIU’ di scene aggiuntive. WOW!
Segue una breve video intervista con RZA e il regista Roel Reiné: come direbbero in Pulp Fiction, i due si fanno “i pompini a vicenda” per qualche minuto congratulandosi tra loro per l’ottima riuscita del film, e per il fatto di essere arrivati a concluderlo tra il budget veramente striminzito e le asperità delle location thailandesi, oltre che a rimarcare ulteriormente il fatto di essere fanatici del Kung Fu.
Scene Tagliate: 11 minuti e 40 secondi suddivisi in otto scene che non sono state aggiunte alla pellicola finale, forse perché sei di queste mostravano dialoghi inutili e due delle azioni di combattimento NON degne di nota.
Chi Warriors: questo piccolo “dietro le quinte” risulta quantomeno imbarazzante: uno degli attori continua a dire come il regista Roel Reiné sia bravissimo. Anche Reiné ad un certo punto si vergogna di se stesso e ammette candidamente che non potrà mai competere con i super blockbuster da 100 milioni di dollari, l’importante per lui è fare film con buoni personaggi e buone storie. Peccato che qui però non aveva né gli uni né gli altri.