Mad Max: La vendetta in punta di acceleratore
Annunciato all’E3 del 2013 dopo quasi ben tre anni di sviluppo (roba che farebbe impallidire Ubisoft) Mad Max: Fury Road è pronto per invadere rumorosamente le nostre console e PC. Ancora un po’ di attesa (pare sia definitiva la data settembre 2015 anche se – ahimè – si vocifera già una leggera posticipazione) e potremo avere tra le mani il nuovo titolo action di casa Avalanche Studio. Il 2015 è indubbiamente l’anno di Mad Max. Dopo l’uscita nelle sale di Mad Max: Fury Road scritto e diretto da George Miller il creatore della serie, un titolo così non poteva tardare ad arrivare. Durante la più recente E3 del 2015 i papà della saga di Just Cause non hanno lasciato i fan a bocca asciutta e con una demo per PS4 di una ventina di minuti hanno fatto assaggiare quello che sarà il titolo che attenderà i player al rientro dalle vacanze estive. Venti minuti sono pochi per giudicare, ma abbastanza per valutare se il titolo vale o meno la nostra attenzione, del resto l’esperienza ci insegna che è sempre bene andare cauti con giochi tratti da film e fumetti vari, soprattutto se questi ultimi sono pietre miliari nel loro genere; in questo caso specifico parliamo d’azione e anche tanta, ma andiamo per ordine.
Ma chi è Mad Max?
Al secolo Max Rockatansky è l’indiscusso protagonista della tetralogia culto creata da George Miller nel 1979 (cui si aggiunge un ultimo recente film del 2015, il sopracitato Fury Road, non un remake ma una rivisitazione dell’intera saga) Max è un ex poliziotto, un detentore della legge in un distopico mondo post apocalittico, in una società appesa al filo e dominata da bande criminali in guerra tra loro per il dominio delle poche risorse disponibili. Max è un uomo dalla natura pacifica ma quando una di queste bande stermina senza pietà la sua famiglia, nasce in lui un’incontrollabile sete di violenza che lo porta a lasciare la civiltà, salire a bordo della sua mitica vettura, la V8 Interceptor, e a solcare le strade senza legge in cerca di una sanguinaria vendetta. Un antieroe dunque, un uomo non di per sé violento ma al quale hanno strappato via tutto. Max non ha più nulla da perdere e questo lo rende un animale decisamente pericoloso.
V8 Interceptor… meglio la Magnum Opus!
Il titolo Avalanche Studio riprende le orme di quest’anima tormentata dalla sete di vendetta e non s’interpone tra un film e l’altro, piuttosto si focalizza sulla storia in generale per creare un mondo tutto suo (i film sono ambientati in Australia mentre il videogioco semplicemente “nell’universo di Mad Max”) apparentemente coerente con quanto abbiamo già visto nei film e che ci porta a esplorare lande tristemente desolate e dall’aspetto desertico, le Wasteland appunto, a bordo della nostra fidata auto. La trama è semplice: all’inizio della storia Max è vittima di un attacco da parte di una banda criminale chiamata SCROTUS (e qui stendiamo un velo pietoso) la quale riducendolo in fin di vita gli sottrae forse l’ultima cosa rimastagli al mondo; la sua V8 Interceptor. Riprenderla e vendicarsi sarà la nostra personale crociata videoludica. Ed è qui che entra in gioco lei, la coprotagonista del gioco: la Magnum Opus.
Dopo la scampata morte, Max ricostruirà iconicamente se stesso attraverso una nuova vettura che prenderà l’altisonante nome di Magnum Opus e sarà proprio lei l’arma principale che si utilizzerà per esplorare e combattere furiosamente. La Magnum Opus sarà modificabile quasi a 360 gradi, nei filmati mostrati abbiamo potuto apprezzare un menù di opzioni piuttosto ampio e ben strutturato (attacco, difesa, armamenti, velocità, pesantezza del veicolo ecc.) lasciando quindi intendere che le possibilità saranno quasi infinite e che potremo forgiare la NOSTRA Magnum come più ci piace. Si avrà a disposizione un vasto arsenale di armi fuori di testa tra cui scegliere come: lance esplosive, lanciafiamme ed arpioni, questi ultimi utilizzabili sia in combattimento per “strappare” pezzi della carrozzeria avversaria ed uccidere in maniera diretta il pilota avversario sia per rimorchiare (no non in quel senso!) pezzi di carrozzeria trovati in giro per il mondo e che serviranno per modificare la nostra vettura. Questo infatti è un altro aspetto importante del gioco; le risorse.
Per un sorso di acqua… o benzina.
Come detto prima siamo in un mondo desertico e senza legge e sono proprio le risorse a decidere chi domina e chi no tra le bande. Le risorse sono potere. Acqua, cibo e carburante andranno tenute costantemente d’occhio durante le fasi del gioco perché capaci di fare la differenza tra la vita e la morte. Per recuperarle basterà esplorare l’enorme mondo a disposizione stando bene attenti a chi incontreremo durante il nostro vagabondare, certe aree infatti sono sotto il dominio di bande più o meno forti e bisognerà adoperarsi per destabilizzarle attaccando i loro avamposti al fine di muoversi in maniera più sicura. Scarseggeranno anche le munizioni per le armi da fuoco sebbene siano presenti in una certa quantità (non mancherà il fidato fucile a canne corte).
Il sistema di combattimento corpo a corpo è simile a quello visto in Batman Arkham e in Shadow of Mordor, con un sistema di “parry “che forse fa un po’ storcere il naso ma che comunque non sembra stonare nel contesto. I nemici inoltre si muovono in maniera coerente anche se – purtroppo – sembrano sempre attendere le nostre mosse prima di attaccare, nel mentre violenza e brutalità fanno da padrone a tutto il sistema di combattimento; di fatto possiamo abbattere nemici a mani nude o con armi improvvisate, e terminare quindi una battaglia con le classiche “esecuzioni” e combo: poco di nuovo insomma ma tutto appare comunque sanguinosamente fluido e soddisfacente. Per sopravvivere a questi scontri sarà importante migliorare Max stesso attraverso un ampio albero di skill e con la scelta del giusto equipaggiamento.
Andavo a 100 all’ora…
La strada è dove si decreta tutto, una strada sabbiosa e spietata. Il mondo di Mad Max potrà sembrare a prima vista morto e consumato ma in realtà è una creatura viva e pulsante fatta di leggi tutte sue, di criminali che si dividono il territorio come avvoltoi, di fame e di sete e di elementi naturali estremi che sanno cogliere di sorpresa se non si sa come affrontarli. Proprio sulla strada il gameplay diventa spettacolare; grazie ad una gestione di guida sì arcade ma corredata da una buona fisica dei veicoli, si sfreccerà in rocambolesche, spettacolari e fumose corse nel deserto nel tentativo di abbattere i predoni di turno. Le armi e gli add-on a disposizione saranno tanti e tutto dipenderà dalle scelte del giocatore combinate, ovviamente, all’assemblaggio del veicolo scelto; si va dalla catena di traino utilizzata in questo caso come “arpione” per smembrare parti dei veicoli avversari all’utilizzo del lanciafiamme a scapito però delle nostre risorse di carburante.
Sia in combattimento che durante tutto l’arco del gioco si potrà contare sull’aiuto di Chumbucket, un deforme figlio delle Wasteland, un meccanico in grado di apportare alla Magnus Opus le modifiche scelte oltre ad aggiustarla ogni qual volta fosse necessario, a patto di avere i pezzi necessari ovviamente. Le Wasteland si presentano come tutti i classici paesaggi post apocalittici: immense distese desertiche, visivamente suggestive e apparentemente sconfinate. Il titolo, se non si fosse capito, è un open world, ancora da scoprire quanto “open” sia in realtà visto che si parla già di aree alle quali si potrà accedere solo dopo aver sbloccato delle migliorie alla vettura, oltre al fatto che quasi tutte le zone sono controllate dalle varie fazioni criminali con i loro avamposti e quindi sarà necessario muoversi con una certa cautela. Sul cammino ci s’imbatterà anche in “città” neutrali dove sarà possibile intraprendere delle quest, assegnate da folli figuri e “signori della guerra” locali, al fine di garantirci rifornimenti, armi o munizioni per sopravvivere e migliorare le nostre statistiche.
Bello da vedere
Il comprato grafico, stando a quanto visto, non delude; avendo sottomano uno scenario pressoché brullo con il rischio di risultare monotono, gli sviluppatori si sono concentrati sul renderlo credibile. Non sarà raro imbattersi in tempeste di sabbia che occulteranno la visuale e gli enormi polveroni sollevati dai veicoli in corsa durante i combattimenti regalano spettacolarità all’azione, il tutto condito con esplosioni e volar di ferraglia decisamente divertenti ed una fluidità generale ottima.
Tirando le somme
Come detto in precedenza, venti minuti sono troppo pochi per giudicare un prodotto che promette così tanto, toccherà attendere settembre per dare un giudizio definitivo a questo tiolo. Le premesse per qualcosa di buono e soprattutto dannatamente divertente ci sono; in primis c’è tutta l’epicità mista a violenza tipica della saga di Miller che sembra ben resa, frutto di un lavoro sicuramente ispirato ma tre anni di attesa DEVONO valere la pena. Mad Max sembra promettere ore ed ore di gameplay in un mondo vastissimo e coerente. C’è la Magnum Opus con il sistema di personalizzazione completamente lasciato in mano al nostro capriccio e fervida immaginazione; ci sono la sabbia del deserto, le folli corse in combattimento attraverso i canyon battuti dal vento e dalle tempeste, corse talmente adrenaliniche ed intense che sembra di sentire il puzzo di benzina bruciata al di là dello schermo e poi c’è lui: Mad Max. Non avrà il pacioso faccione di Mel Gibson né quello di Tom Hardy ma è sempre lui: il Guerriero della strada… serve altro?