Dietro ogni protagonista c’è un maestro iconico
Nel mondo degli anime sono moltissimi i personaggi che fungono da mentore al protagonista. Il genere che offre più esempi di questo tipo di personaggio è, ovviamente, quello del battle-shonen. Ma all’interno di quest’ampia rosa, quali sono i maestri più importanti che gli anime hanno da offrire? Chi si è prodigato al maturamento non solo fisico, ma anche spirituale dei propri pupilli? Chi ha giocato un ruolo insostituibile nella loro vita? Andiamo a scoprirlo con questa lista!
Jiraiya
Apriamo con uno dei personaggi che probabilmente molti appassionati avranno a cuore: Jiraiya, uno dei maestri più importanti nella storia degli anime. Jiraiya ha avuto un impatto profondo nella vita di Naruto, ancora prima della sua nascita: è stato proprio lui, infatti, a ideare il suo nome. Inizialmente era il nome del protagonista del suo primo libro ma a Minato, padre di Naruto e allievo di Jiraiya, piacque talmente tanto da donarlo al suo bambino non ancora nato. Jiraiya rappresenta un punto di svolta nella crescita di Naruto, arrivando a insegnargli una delle sue tecniche caratteristiche, ovvero la tecnica eremitica. Nonostante la sua personalità esuberante e dalle tinte sconce, Jiraiya è un uomo gentile, che crede fermamente nella pace e nell’eradicare l’odio che appestava il mondo. Tutto questo va in opposizione alle tragedie che ha dovuto affrontare nel corso della sua vita, che lo hanno spinto a dire che essere felice semplicemente non fosse nel suo destino.
Non fu subito rose e fuori con Naruto, soprattutto visto che i suoi precedenti allievi – tra cui anche Minato – non fecero una bella fine. Questo lo rese restio a prendere altri studenti sotto la propria ala, nonostante la profezia che vedeva uno dei suoi studenti come il salvatore del mondo. Nonostante tutto, però, si decise a prendere sotto di sé il giovane protagonista, complice anche il rivedere sé stesso da giovane in lui, finendo anche per fargli anche da figura genitoriale. Jiraiya riverserà nel giovane Uzumaki tutte le speranze che nutriva per un futuro migliore e di pace, arrivando a morire senza rimpianti nonostante i suoi numerosi fallimenti, fiducioso di aver lasciato il suo sogno e il destino del mondo in mani capaci.
Genkai
Genkai è una ferma credente nella durezza a fin di bene ma, senza neanche scavare troppo a fondo nella sua corazza, è palese che il suo essere burbero nasconde un affetto sincero per i suoi allievi. La maestra di Yusuke Urameshi – protagonista dell’iconico Yu degli Spettri – nonostante l’età avanzata è una vera esperta di arti marziali. Non solo, è anche versata nell’uso del reiki – energia spirituale – e insegnerà a Yusuke come controllarla. Nonostante il primo impatto la faccia sembrare una persona burbera e bisbetica, si affeziona molto a Yusuke e Kuwabara, non esitando a scendere in campo al loro fianco – anche se sotto mentite spoglie. Genkai non si fa scrupoli, non indorando mai la pillola quando si tratta di inculcare qualcosa nella testa dei suoi giovani allievi. Nonostante la sua personalità pragmatica, però, si ritroverà presto ad amare Yusuke come il nipote che non ha mai avuto. Dopo la sua morte, lascia le proprie terre e possedimenti al protagonista e ai suoi amici, in segno dell’affetto che ha provato per loro fino all’ultimo secondo.
All Might
Arriviamo ora a colui che, per la generazione più giovane di appassionati, è il mentore per eccellenza, uno dei maestri più importanti degli anime: All Might. Il mentore del protagonista di My Hero Academia – Midoriya Izuku – è letteralmente una leggenda vivente. Per anni è stato l’Eroe numero uno, il pilastro della giustizia e il simbolo della pace che proteggeva la società dai villain… Fino a quando ha scelto di passare le redini della sua legacy al giovane Izuku. All Might – nome da eroe di Yagi Toshinori – possiede un quirk (i “poteri” del mondo di My Hero Academia) chiamato One For All, che viene passato di generazione in generazione sin dal primo possessore. Il passaggio comporta la perdita dei poteri da chi li cede, ma vedendo in Izuku un cuore gentile e la determinazione necessaria a ospitare un simile fardello, All Might compie la sua scelta. Di lì a poco smetterà di essere All Might, tornando ad essere “solo” Toshinori. Questo lo porterà ad avere con Izuku un approccio meno sensazionalistico e più umano, diventando una figura cardine per lo sviluppo del ragazzo.
All Might è il genere di mentore che potrebbe fungere anche da figura paterna per il protagonista. È l’idolo di Izuku e prende questo compito con molta serietà, cercando di fare del suo meglio per proteggere e istruire il proprio pupillo. Non sempre ci riesce, ma è estremamente umano nel suo errare, risultando comunque apprezzato per la sua incrollabile buona fede e il suo buon cuore. Nonostante sia ormai in pensione e lavori come insegnante alla Yūei, si prodiga comunque per aiutare il prossimo, mettendo in pericolo la propria salute e dimostrando di aver più che meritato il suo retaggio di Simbolo della Pace.
Piccolo
Sebbene il franchise di Dragon Ball vanti già uno dei maestri più importanti nella storia degli anime, ovvero l’iconico maestro Muten, c’è un personaggio che nel farsi carico del ruolo di mentore è andato ben oltre quanto richiesto, diventando un pilastro insostituibile nella vita del suo allievo. Siamo parlando ovviamente di Piccolo, il Namecciano, che dopo essere stato introdotto come un nemico mortale di Goku, prenderà sotto la sua ala il figlio del suo avversario. L’alieno non si limiterà solo ad allenare Gohan – anche se con metodi spietati e violenti – e a renderlo più forte: dopo un anno passato insieme non esiterà a sacrificare la propria vita per proteggerlo, morendo. Dopo essere tornato in vita, diventerà un alleato e amico della famiglia Son. Sebbene in maniera limitata, estenderà le sue conoscenze anche a Goten e Trunks, facendo da mentore quindi persino al figlio di Vegeta. È ovviamente più legato a Gohan, rapportandosi a lui come se fosse il suo “zio verde” e a volte sostituendosi persino a Goku come figura paterna.
La devozione di Piccolo nei confronti del giovane sayan continuerà anche negli anni a venire e attraverso le varie saghe che compongono il franchise di Dragon Ball. Al giorno d’oggi, siamo già alla seconda generazione di guerrieri sayan svezzata e cresciuta dal burbero Namecciano: Piccolo ha infatti non solo partecipato al matrimonio di Gohan e Videl, ma è ormai il de facto padrino e babysitter della loro figlioletta Pan. L’alieno verde preferito ha compiuto passi da gigante dalla sua introduzione: da personaggio spietato e violento a membro a tutti gli effetti della famiglia Son.
Reigen Arataka
Quando si pensa ai maestri più importanti degli anime, a delle buone figure di riferimento, Reigen è sicuramente un personaggio che nessuno raccomanderebbe. Il viscido mentore della serie Mob Psycho 100 è un bugiardo patologico, un truffatore particolarmente versato nel raggirare gli altri che sfrutta adolescenti per fargli fare il lavoro sporco al suo posto. Non qualcuno che vorreste come mentore per i vostri pargoli, insomma. Eppure, per il piccolo Kageyama Shigeo Reigen è stata una vera e propria ancora di salvezza, che gli ha permesso di avere una crescita più o meno normale. Il ragazzo, infatti, è dotato di poteri psichici quasi onnipotenti che vengono azionati dalle sue emozioni, anche involontariamente. Dopo eventi traumatici, Shigeo si considera una specie di bomba a tempo umana e reprime tutti i propri sentimenti, diventando apatico e apparentemente disinteressato in qualsiasi cosa. Però, dopo aver incontrato Reigen, tutto questo cambia per sempre.
Il truffatore aveva infatti aperto un ufficio per consulenze spirituali, fingendo di poter vedere gli spiriti e risolvere problemi legati ad essi. Attirato dalla possibilità che qualcuno potesse condividere la sua particolare esperienza, Shigeo si lascia abbindolare dalle parole di Reigen che, resosi conto tardivamente dei poteri del giovane, lo fa diventare un proprio dipendente. Le parole dette quel giorno erano semplici frasi di circostanza, ma erano esattamente quello che Shigeo aveva bisogno di sentire. Dal momento la sua incredibile superiorità in fatto di potenza, Reigen non si fa troppi problemi a spedire il ragazzo in prima linea contro gli spiriti. Non è fa fraintendere però il suo buon cuore e l’affetto che prova per Mob, e più volte metterà a rischio la propria incolumità per difenderlo – spesso in modi esilaranti – nonostante sia un semplice umano incapace persino di vedere gli spiriti. Durante la serie vedremo il finto medium frapporsi fra Shigeo e il pericolo, fisico o psicologico che sia, usando le sue abilità da truffatore per cavarli d’impiccio.
A dispetto della sua apparenza viscida e immorale, infatti, Reigen è “un brav’uomo”, come dirà poi anche Mob. Il rapporto tra questi due personaggi è forse il più importante di tutta la serie di Mob Psycho 100 ed in generale uno dei rapporti maestro-discepolo più interessanti in assoluto.
Izumi Curtis
La mentore di Edward e Alphonse Elric è forse l’esempio più completo di un personaggio votato ai suoi allievi nella sua interezza. Izumi Curtis – la maestra dei fratelli protagonisti della serie Fullmetal Alchemist – è madre, maestra, amica e compagna in armi. Nonostante fosse inizialmente restia a prendere i due fratelli sotto la sua ala, in seguito l’alchimista diventerà a tutti gli effetti la loro maestra, impartendo le sue lezioni con fermezza. Izumi Curtis è decisamente più incline ad usare il bastone invece della carota, ma l’amore che prova per i due orfani è innegabile. Complice anche il fatto di aver fatto lo stesso loro errore in passato e non volendo vederli fare la sua stessa fine, la donna è estremamente severa e protettiva. Izumi cercherà costantemente e in tutti i modi di indirizzare i due fratelli a crescere come persone, nella speranza che almeno loro possano avere un lieto fine. A loro riserverà non solo un allenamento volto ad affinare le loro abilità, ma anche lezioni di vita e morale da cui anche il lettore può benissimo trarre beneficio.
Koro-sensei
Se si parla di maestri più importanti degli anime sarebbe criminale non menzionare un personaggio che maestro lo è di nome e di fatto, anche se in salsa un po’… fantascientifica. Nonostante il suo colorito giallo e qualche arto tentacoloso di troppo – otto per la precisione – l’insegnante della classe 3-E del liceo Kunugigaoka è sicuramente uno dei mentori che più merita il titolo di uno dei maestri più importanti degli anime. Come avrete ormai capito non stiamo parlando di Karasuma, anche se anche questo personaggio risulta essere un’ottima figura di riferimento nella serie di Assassination Classroom. Koro-sensei, questo il nome affibbiatogli dai suoi studenti, sembra essere un essere alieno, giunto nella scuola dei protagonisti poco dopo aver distrutto la luna. Nonostante le sue abilità esageratamente potenti e la taglia sulla sua testa imposta a livello mondiale, il suo obiettivo non ben specificato sembra allinearsi con il fare da insegnante a questa particolare classe di studenti. Dal momento che si trovano quotidianamente nelle sue vicinanze, ai componenti della classe 3-E viene affidato il compito di assassinarlo.
Ben disposto a sottostare a queste condizioni, Koro-sensei incoraggia i propri studenti ad attaccarlo quotidianamente, usando l’assassinio come lait motif e metafora per tutta la serie. Questo strambo polpo giallo è incredibilmente preoccupato del benessere dei propri studenti, insegnando in modo diverso per ognuno di loro. A volte si spingerà a creare esami costruiti ad hoc per mettere in luce le forze di ogni allievo, altre si presterà a fare da vittima per attentati che sfruttano le loro abilità peculiari. Koro-sensei unisce spesso ai tentativi di assassinio delle lezioni di vita atte a costruire l’autodeterminazione dei propri pupilli, preparandoli a reggersi sulle proprie gambe per il resto delle loro vite.
Il polpo alieno è così bravo in quello che fa da far spesso dimenticare, sia allo spettatore che ai suoi studenti, che l’obiettivo finale è quello di ucciderlo. L’intera serie di Assassination Classroom si basa sul rapporto tra il maestro e i propri studenti, prendendosi il tempo di approfondire la caratterizzazione di ogni personaggio, i loro legami e il loro personale legame con Koro-sensei. Koro-sensei rappresenta l’ideale dell’insegnante perfetto, che tutti vorremmo avere; e anche il lettore si ritroverà sicuramente a desiderarlo.
Onizuka
Non parlare del miglior insegnante di sempre, IL maestro e mentore per antonomasia, sarebbe da galera. Nella lista dei migliori maestri negli anime sicuramente il più memorabile di tutti è senza dubbio Onizuka, il personaggio sul quale si basa tutta la serie di GTO – ovvero Great Teacher Onizuka. Un nome, un programma! Nonostante il protagonista di questa serie sia diventato insegnante per motivi puramente egoistici e superficiali, la classe a cui viene assegnato si scoprirà essere pane per i suoi denti. L’ex-teppista viene infatti assegnato alla classe 3-4 dell’istituto privato Seirin, composta da studenti problematici che hanno causato il licenziamento dei precedenti professori a loro assegnati. Onizuka è un personaggio irriverente, volgare e spesso stupido; il suo essere un ottimo insegnante non deriva dalle sue conoscenze o dalle sue doti accademiche – particolarmente scadenti – ma dalla sua capacità di relazionarsi ai ragazzi da pari a pari, spesso anche in maniera infantile e ridicola. Riesce a prestare orecchio ai problemi dei suoi alunni, riuscendo a risolverli e guadagnando il loro rispetto, per quanto risolti grottesco dare rispetto ad una figura senza capo né coda come la sua.
Onizuka segue la sua morale, non si piega alle norme e alle convenzioni sociali e nemmeno a quelli che sarebbero suoi superiori, spesso ridicolizzandoli. È uno spirito libero che si approccia ai problemi del prossimo in modo tutto suo, di cui a volte non si capisce il senso se non quando il suo obiettivo è stato raggiunto, a volte persino involontariamente. Le scene comiche che lo coinvolgono sono assurde e spesso ai limiti della sospensione dell’incredulità e Onizuka non si fa favori nell’evitare di apparire come un idiota. Tuttavia, è innegabile l’impatto che ha avuto sui propri studenti, riuscendo a far sbocciare lentamente ognuno di loro e salvandoli dall’angolo in cui la società li aveva relegati. Senza ombra di dubbio, il miglior insegnante che il Giappone abbia mai visto!