Mamma Mia! Ci risiamo: tra vecchie e nuove glorie

Tornano al cinema gli Abba, cantati, ballati e raccontati dal cast di Mamma mia!, musical di enorme successo del 2008. In Mamma mia! Ci risiamo (traduzione un po’ forzata dell’originale Mamma mia: Here we go again, che riprende esattamente il testo della hit del 1975) la formula che unisce la musica al paesaggio e alle avventure sentimentali della famiglia Sheridan si ripete in maniera piuttosto fedele, senza riuscire a replicare il grande impatto avuto dal primo film.

La storia ci riporta sull’isola immaginaria di Kalokairi (letteralmente, la parola significa “estate”), dove Sophie (Amanda Seyfried) sta per inaugurare il nuovo Hotel Bella Donna. Capiamo sin dalla primissime inquadrature che soffriremo di una grande assenza durante il film: una foto ben esposta ci fa capire che Donna, il personaggio splendidamente interpretato da Meryl Streep, è morta.

Tutti gli sforzi e l’impegno che Sophie dedica al restyling dell’albergo, anzi, sono votati a ricordare al meglio la sua figura: non sappiamo come il personaggio sia scomparso, ma immediatamente ne sentiamo la mancanza.

Alla vicenda della figlia di Donna si intreccia, su un doppio livello narrativo, la storia di Donna giovane, interpretata da Lily James: questa digressione fa, tecnicamente, di Mamma mia: Ci risiamo un sequel/prequel dell’originale, in quanto ci racconta sia quello che succede dopo la fine del primo film (con un bel salto temporale, piuttosto indefinito), sia cosa c’è dietro all’intricata tripla paternità di Sophie.

Forse uno degli aspetti più gustosi dell’intera pellicola, infatti, è quello che ci permette di ripercorrere la storia di Donna-ragazza e gli intrecci amorosi che si sono sviluppati nell’arco di quella lontana estate in Europa. Il primo incontro a cui assistiamo è quello col giovane Harry Bright (Hugh Skinner) che nella versione adulta è interpretato da Colin Firth.
Tra i due, il flirt sboccia in un albergo a Parigi e dopo una divertente sequenza musicale in cui si scatenano sulle note del brano degli Abba Waterloo. Dopo Harry, è il turno del giovane Bill Anderson (Josh Dylan) – quello che sarà Stellan Skarsgård – di cui assaporiamo già tutte le caratteristiche che ritroveremo nel personaggio adulto. Infine, il grande amore di Sophie – da ragazza come da adulta – è Sam Carmichael che da ragazzo ha il volto di Jeremy Irvine e qualche anno dopo quello di Pierce Brosnan.

Lily James si difende più che bene nel raccogliere la sfida di dare corpo e voce a uno dei personaggi più iconici dei musical degli ultimi anni e ha resistito alla pressione di essere accostata a quel mostro sacro che è Meryl Streep. In effetti, se non fosse stato per lei e per la sua incursione nel passato, il film avrebbe perso decisamente diversi motivi d’interesse.

Il personaggio della Streep è l’unico a non essere stato previsto anche nel sequel, tutti gli altri a cui il pubblico si è affezionato nel film del 2008 tornano in grande spolvero. Certo, dieci anni sono passati per tutti e Mamma Mia! Ci risiamo sembra a volte un’entusiasmante sagra del botox, di cui la santa patrona è Cher, che qui compare in un ruolo assolutamente celebrativo e poco incisivo nella – comunque debole – trama. La diva, tuttavia, non è l’unica ad aver esagerato con i ritocchi, anche la Dynamo Tanya (Christine Baranski) si presenta con un volto tutto nuovo, che quasi ci fa dubitare della sua identità.

Attempati, ma vivaci, Bill, Harry, Sam, Tanya e Rosie (Julie Waters) riprendono i loro personaggi e si divertono a calcare la mano sulle loro caratteristiche. Si percepisce l’entusiasmo del cast in quella che si potrebbe definire come un’operazione-nostalgia dedicata ai fan. Al di là di tutte le ingenuità del caso – che vanno anche bene, parliamo di un musical sulle canzoni degli Abba! – non si può non sorridere guardando Mamma Mia! Ci risiamo. Con un velo di insoddisfazione per ogni scena in cui non compare Meryl Streep, ci si lascia facilmente travolgere dalle coreografie, da quell’aria estasiata e profondamente convinta di ogni attore, cantante, ballerino; persino i cliché da Europa Mediterranea vista dagli occhi degli americani si fanno, tutto sommato, perdonare nel tono generale del racconto. Si ride di gusto, a più riprese, e ci si emoziona quando Cher attacca a cantare Fernando – è pur sempre l’icona che ha attraversato gli ultimi sessant’anni di musica pop – per restare travolti dalle scene finali.

Mamma mia! Ci risiamo è una grande festa, una spettacolare rimpatriata, un’operazione commerciale che potrebbe riuscire molto bene: certo, nella storia del cinema, questo secondo titolo non reggerà il passare del tempo come il primo e molti si lasceranno andare a confronti spontanei (come succede con tutti i sequel), ma in sala l’esperienza è garantita.

La malinconia iniziale è presto dissolta da una regia dal ritmo impeccabile, in grado di bilanciare i continui crescendo che rendono la storia così coinvolgente. L’apparato musicale, poi, darà grande soddisfazione ai fan degli Abba riportando alla ribalta anche pezzi già utilizzati nel primo film, in un gioco di auto-citazioni che i più attenti noterà con piacere; la hit Mamma mia!, ad esempio, sembra essere la perfetta colonna sonora dei litigi amorosi tra Donna e Sam.

Il regista Ol Parker – nome cult nel cinema queer per il suo Imagine me & you del 2005 – prepara con cura ogni colpo di scena, ogni entrata ad effetto, ogni rivelazione, avendo la grande attenzione di ritagliare il giusto spazio per le star femminili che danno lustro al suo film. Lo sguardo del regista, che trasmette al pubblico, anzi, è di totale riverenza verso le sue stelle e, in particolare, verso Cher, di cui sfrutta l’inossidabile marchio di fabbrica.

Amanda Seyfried, che in questo secondo capitolo ha sulle sue spalle più responsabilità, essendo il personaggio centrale della prima linea narrativa, mette in piedi una performance prevedibile, che non decolla mai al di sopra di un personaggio piuttosto bidimensionale, oscurato dalla presenza di Lily James che – per verve e freschezza – è la vera stell(in)a della pellicola. Si difende piuttosto bene, pur nello scarso minutaggio e in un ruolo decisamente di supporto, Dominic Cooper (che riprende i panni del fidanzato di Sophie, Sky): reduce dal successo di Preacher, l’attore dimostra grande versatilità e autoironia restando agevolmente all’altezza di entrambi i generi.

 

mamma mia!

Verdetto

Il film è consigliato agli amanti del musical – chi nutre anche una piccola insofferenza al genere, se ne tenga alla larga – e a chi ha apprezzato il primo film, con un’avvertenza: pochissime volte nella storia il sequel è stato all’altezza dell’originale (o l’ha addirittura superato). Lasciatevi andare, allora, senza pretese, senza confronti. Mamma Mia! Ci risiamo è un compendio di tutto quello che è (o è stato) glamour degli ultimi decenni, un trampolino tra le vecchie e le nuove glorie. Mammia mia! Ci risiamo sarà distribuito in Italia a partire dal 6 settembre.

A cura di Francesca Torre

 


Se Mammia Mia! Ci risiamo è il film che fa per te…


Allora è probabile che tu sia un amante dei musical, per cui ti consigliamo un film di genere, seppur con tutt’altra atmosfera, come Les Misérables, oppure potresti dare una chance a The Greatest Showman, che abbiamo anche recensito o all’ottimo La la land.