La riscossa di un genere che, fino a pochi anni fa, raggiungeva pochissimo l’Italia

Tra tutti i generi e sottogeneri proposti, i manga Boys’ Love sono sempre stati quelli meno diffusi in Italia: vuoi perché venivano pubblicati solo da case editrici di nicchia, vuoi per motivi legati all’acquisto dei diritti, bisognava aspettare mesi, se non di più, per leggere il volume seguente.

La sottoscritta è passata attraverso e ha ampiamente superato la propria fase da yaoista, tuttavia ho potuto constatare, negli anni, un aumento di appassionate del genere e, di conseguenza, dell’offerta da parte dei distributori, che hanno accolto velocemente la domanda. Ora in quasi tutti i cataloghi delle grandi case editrici manga italiane ci sono titoli Boys’ Love (e di recente anche Yuri) e sembra che il trend sia destinato ad aumentare.

Come ha fatto questo interesse per le storie d’amore fra ragazzi a diffondersi quasi a macchia d’olio? E come mai è così apprezzato tanto da portare a fantasticare su altri personaggi e manga che nulla hanno a che vedere col genere?

manga boys' love

Cos’è un Boys’ Love?

Seppur come genere nasca negli anni ’70, il termine Boys’ Love (o BL) si afferma dagli anni ’90 in poi insieme alla parola yaoi, meno lusinghiera ed elegante in quanto acronimo di Yama nashi, Ochi nashi, Imi nashi, cioè “nessun climax, nessun colpo di scena, nessun significato”. Altre espressioni utilizzate per identificare manga che mostrano relazioni tra personaggi maschili sono bishonen manga o shonen ai (rispettivamente “manga con bei ragazzi” e “amore tra ragazzi”) ma tutti stanno ad indicare opere, nate come tali o come doujinshi (fanfiction), nelle quali i protagonisti avevano relazioni sessuali più o meno esplicite o comunque rapporti più o meno platonici.

Queste parole si sono poi mescolate tra loro nell’utilizzo comune, pur mostrando tali relazioni con vari gradi d’intensità. Noi ci limiteremo ad usare i termini ombrello Boys’ Love e Yaoi, poiché in fondo sono quelli che meglio esprimono il fenomeno nella sua interezza e sono ormai d’uso comune anche da parte dei loro stessi distributori.

Bisogna, tuttavia, puntualizzare che gli yaoi sono perlopiù rivolti ad un pubblico femminile, quello per cui venivano prodotti gli shojo manga dalle stesse autrici che cominciarono a cimentarsi nei tanbi, storie romanzate di relazioni platoniche tra ragazzi. I manga Boys’ Love sono quindi ben distinti dai cosiddetti Bara o Gei Comi, che invece sono prodotti da e per uomini omosessuali. Perché questa separazione?

Ideali estetici del Boys’ Love

Boys’ Love e Bara, nel tempo, hanno proposto approcci e canoni estetici differenti tra loro. In particolare, quelli dei BL sono i più conosciuti e utilizzati quando si tratta di parlare dei ruoli e delle caratteristiche di una coppia yaoi, proponendo una visione, si potrebbe dire, eteronormativa.

Qualora si provi a cercare una qualunque informazione sui manga Boys’ Love, sarebbe impossibile non incappare in due parole chiave attorno alle quali ruota il format: seme e uke. Tratti da un contesto marziale, che indicava la relazione fra maestro e discepolo nell’ambiente samuraico, nei manga yaoi questi termini identificano la coppia di protagonisti e i loro rispettivi ruoli all’interno della stessa. Nel corso degli anni e dello sviluppo del genere, si sono delineati i tratti distintivi di un seme e di un uke: il primo spesso è più alto, più muscoloso e generalmente più mascolino, il secondo invece può essere più efebico ma spesso è anche il più giovane o il più infantile dei due, con tutte le dovute eccezioni ovviamente.

Nei primi manga BL non vi erano differenze così nette, basti pensare a uno dei manga simbolo di questo genere ovvero Il Poema del Vento e degli Alberi di Keiko Takemiya: probabilmente la prima a disegnare una storia nel quale veniva rappresentato un bacio fra due ragazzi, nel 1970, ha contribuito con questa sua opera magna allo sviluppo dello Yaoi, tra l’altro affrontando temi piuttosto pesanti come prostituzione, abuso di droghe, stupro e pedofilia.

manga boys' love

Anche nel sottogenere Bara, o meglio Gei Comi, non mancano temi “scandalosi” come il BDSM e dinamiche legate all’età o allo status sociale, spesso evidenziate sempre dalla fisicità dei personaggi: muscolosi o grassocci, a volte anche con peluria sul corpo, dettaglio completamente assente nei Boys’ Love, poiché si cercano figure più androgine. Tuttavia, ci sono anche alcuni Gei Comi, come Il marito di mio fratello di Gengoroh Tagame (arrivato in Italia con Planet Manga), che invece trattano in maniera realistica e non erotica tematiche quali accettazione da parte della famiglia, differenze culturali e omofobia, raramente affrontate nei BL. I

l Gei Comi, dunque, non punta allo stesso tipo di identificazione dei personaggi e la sua narrazione è completamente diversa: meno romanzata, poiché pubblicata in forma one-shot (mentre il Boys’ Love viene serializzato in più capitoli), e più incentrata sul sesso laddove nei BL si indagano di più le emozioni dei personaggi.

Perché tante ragazze leggono e amano i manga Boys’ Love?

Dato tutto ciò, la domanda è più che legittima. Si suppone che, al contrario di shojo o josei manga, nei quali vi sono protagoniste femminili al centro di una storia d’amore, le lettrici non possano immedesimarsi allo stesso modo in una relazione fra due ragazzi: i rapporti fra i personaggi hanno origine da impulsi e sentimenti piuttosto diversi da quelli delle classiche protagoniste shojo, desiderose di un amore puro, e di quelle josei, che invece si confrontano con l’altro sesso in maniera più adulta.

Sicuramente, l’attuale apertura mentale riguardo le tematiche LGBT+ favorisce la curiosità verso questo genere di prodotti. Tuttavia, come dicevamo, non vengono trattate le difficoltà che la comunità LGBT+ affronta ogni giorno: argomenti come l’omofobia o i dubbi sulla propria sessualità servono quasi solo ad aumentare la drammaticità della storia, ma non a portare all’attenzione del lettore le problematiche di questi temi. In questo modo, lo yaoi si rende un genere “libero”, di pura fantasia, che permette anche alle donne di immedesimarsi nelle vicende. Tutto pare essere volto a questo: le ambientazioni sono tra le più svariate (si passa dall’ambiente scolastico a lavorativo, fino anche a toccare quello della yakuza) e non è mai necessario spiegare o dichiarare il proprio orientamento sessuale (infatti, spesso i protagonisti non si considerano affatto omosessuali).

Viene a formarsi così una sessualità “neutra”, che vede i protagonisti semplicemente innamorarsi di un individuo, anche grazie al character design che unisce tratti maschili e femminili in egual misura, eliminando così la possibilità di cadere in stereotipi legati all’immagine della donna e/o nella misoginia. Per questo i personaggi si relazionano tra di loro come uguali, al di là delle differenze di genere. Ironicamente, le lettrici di Boys’ Love sono affrancate da quegli stessi stereotipi che invece sono ancora piuttosto presenti negli shojo: dopotutto, ciò che si legge non ha niente a che vedere con ciò che si fa e gli Yaoi non sono rappresentativi della realtà di nessuno, ma fantasie nelle quali chiunque può rispecchiarsi.

Gli Yaoi oggi

Grazie sicuramente all’opera di case editrici come Jpop, ora in Italia come in Giappone si sta esplorando questo genere in maniera più matura e realistica. Non possiamo non nominare manga come Oltre le Onde o La mia prima volta (quest’ultimo non è yaoi ma rientra perfettamente come esempio), nei quali si affronta finalmente con più attenzione l’introspezione dei personaggi, la loro scoperta della sessualità e il successivo coming out, superando in parte quelle caratteristiche di cui abbiamo parlato in questo articolo.

Oggi c’è di nuovo quella voglia di dare una possibilità a tutto ciò che ci può portare a fantasticare e al contempo riflettere, così come volevano le prime autrici di questo genere (come la succitata Keiko Takemiya o Moto Hagio, entrambe portate per la prima volta in Italia sempre da Jpop), ma senza quell’elemento tragico che le contraddistingueva. Anzi, semmai c’è desiderio di libertà, di comprendere e vivere appieno la propria sessualità senza pregiudizi né scandali. Proprio come nei Boys’ Love che continuano e sicuramente continueranno ad arrivare in questi anni e che stanno pian piano acquistando popolarità anche tra il pubblico maschile!

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.