L’orrore tra le pagine dei fumetti delle due più grandi case editrici. Ovvero, quando la DC e la Marvel parlano di temi horror. Abbiamo redatto un excursus che non vuole e non può essere esaustivo, ma che potrà farvi da guida per dare un tocco oscuro alle vostre collezioni.
Che il genere horror nel fumetto sia prolifico e molto amato non è una novità, ma se parliamo di Marvel o di DC Comics non è esattamente la prima cosa che ci viene in mente. Le due grandi case editrici sono state da sempre più concentrate sui supereroi, sugli antieroi, su graphic novel epiche e indimenticabili, ma magari dal sapore storico…
Eppure anche Marvel e DC hanno avuto i loro albi horror. Oppure, più prosaicamente, hanno disseminato creature orrorifiche, soprattutto tra i villains, all’interno delle serie regolari. Tutto questo ha un’origine storica, ma che poi, evidentemente, è stato difficile scalzare anche per ragioni di sicurezza economica: una volta data una precisa identità alla casa editrice, è difficile sfidare il proprio pubblico proponendo qualcosa di realmente diverso.
Gli anni Cinquanta e il Comics Code
Entra in vigore nel 1955 e chiunque conosca un minimo la storia del fumetto lo vede come il vero orrore. Si tratta del Comics Code, una forma di autocensura che fa sì che i fumetti non trattino tematiche che possano urtare i principali lettori, ossia i ragazzi. Negli albi, che allora erano a colori, non potevano esserci sesso, nudo o altri elementi scabrosi, violenza e sicuramente niente orrore. Jack Kirby e Steve Ditko provano a inserire qualcosa, e infatti la Marvel ha due collane, Tales of Suspance e Strange Tales, che potrebbero passare come antenati del genere più horror. Si tratta per lo più di storie di fantascienza o di misteri legati a esperimenti scientifici andati male, che generano creature mostruose. Ecco che allora sono i supereroi a farla da padroni e a dare l’identità alla Marvel di cui parlavamo sopra.
La Marvel horror degli anni Settanta
Nel 1970 Stan Lee è il direttore della Marvel e fa ristampare le storie di Kirby e Ditko. È proprio in questi primi anni Settanta che gli esperimenti horror diventano più prolifici. Nella collana Savage Tales, Conan il Barbaro compie atti efferati in battaglia: teste mozzate e sangue a fiumi. Ma è l’arrivo su questa testata di Man-Thing, l’Uomo-Cosa che sancisce il mescolarsi della fantascienza con l’horror più puro. Uno scienziato si inietta un siero su cui stava lavorando: essenza di supersoldato. Poi ha un incidente e cade in una palude: l’Uomo-Cosa è nato. Da questa trama implume e da un disegno goffo, però è un inizio.
Man-Wolf fa capolino, insieme ad altri personaggi horror classici, su Creatures on the Loose, ma è con l’avvento nel 1972 di The Tomb of Dracula che un comic horror ha la sua testata dedicata. La serie ha anche un discreto successo, e dopo pochi numeri passa a Marv Wolfman, che ne cambia completamente il registro. Via i racconti in stile supereroistico, dentro le tinte dark e la psicologia dei personaggi, i racconti poetici sulla figura del vampiro che tante pagine di letteratura hanno riempito. Ma soprattutto è lui a creare Blade, il mezzo-vampiro coloured e buono che poi conosceremo anche al cinema.
Dopo i vampiri è la volta dei licantropi (Werewolf by Night, che da noi diventa Licantropus), delle mummie, di Frankenstein e, naturalmente, di Ghost Rider, “colui che serve Satana”.
L’elenco potrebbe essere lunghissimo. Si tratta per lo più di storie singole, di personaggi che tornano avvicendandosi all’interno di testate che ne comprendono molti, ispirati ai film classici della Universal, della Troma o a tutta una serie di B-movies di genere.
La Marvel oggi fa paura
Oggi quelle storie ci fanno sorridere. Ma sono anche irresistibili, con il loro fascino vintage così ingenuo e la fantasia sfrenata di chi le realizzava, ma anche di chi le leggeva. Tutto sembrava possibile da raccontare. Si trovano nella raccolte Marvel-Atlas Le grandi storie dell’orrore.
Oggi la Marvel fa ancora paura – e potremmo liquidarla con la facile battuta su quanto faccia paura la qualità dei suoi film, solitamente. Invece analizzeremo il fatto che è proprio all’interno del suo fiore all’occhiello, il genere supereroistico, che sono nati gli orrori più forti. Terrore di guerre e di orrori più grandi, continui esperimenti che mutuano lo schema di quei vecchi albi sperimentali, hanno visto nascere i villain più mostruosi. Soprattutto i simbionti.
Morbius e Dr. Frye sono il frutto di esperimenti andati male, ma cosa accade se un simbionte si lega a un serial killer mentalmente instabile? Nasce Carnage, forse la creatura più terrificante attualmente in circolazione nell’universo Marvel. Absolute Carnage sono gli albi a lui dedicati. Tortura, ultraviolenza, squartamenti di varia natura con le sue mani che si possono trasformare in lame, Carnage è più forte di Spiderman e Venom. La miniserie horror si è appena conclusa, è durata cinque numeri e ha decisamente spinto sull’acceleratore orrorifico, già dal nuovo look di Carnage, con la bocca spalancata e la spina dorsale esposta, Cinque numeri di pura crudeltà, in cui nessuno è al sicuro.
E la DC quando fa paura?
Normalmente più oscura, legata sì alla figura del supereroe, ma non solo, la DC viene già percepita più dark rispetto alla Marvel. Eppure anche lei ha dovuto sottostare al Comics Code e anche lei ha avuto in seguito lo stesso timore di deludere i fan più affezionati. Ghosts e House of Mistery: ecco i nomi delle testate che negli anni Cinquanta racchiudevano le migliori storie del terrore della DC. La prima ha avuto fortuna e anche capacità di rinnovarsi, tanto che è durata in qualche strano modo fino agli anni Ottanta.
Swamp Thing: ecco il nome della risposta DC all’Uomo-Cosa, che diventerà anche una serie TV. Vendicativo come Batman, compare per la prima volta su House of Secrets, per poi avere una sua serie regolare. A volte è un uomo che è stato assassinato e gettato in una palude, altre volte è lo scienziato Alec Holland ad essersi trasformato in Swamp Thing. La serie è parecchio ingenua, fin quando a metà degli anni Ottanta non cala su di lei l’ala del genio Alan Moore, che conferisce al personaggio una dignità senza precedenti.
La paura fa Settanta-Novanta per la DC
Accanto alle testate che raccoglievano le meravigliose storie horror più naive o spaventose, negli anni Settanta arriva Plop!, una serie grottesca, densa di horror comico, con storie surreali. La critica la osanna, ma le vendite sono scarse, per cui ha vita breve, pur lasciando dietro di sé la scia del vero cult.
Nel frattempo sono le case stregate a farla da padrone: Secret of Hounted House, Secrets of Sinister House e Dark Mansion sono alcune tra le testate che vengono lanciate dalla DC in questo periodo. Tante, troppe per essere nominate tutte: durano poco tempo e poi verranno racchiuse in raccolte antologiche. Nessuna attecchisce fino a Weird Mystery Tales, da noi Strane storie del mistero. Nel team entra Jack Kirby, con il suo stile peculiare e inconfondibile. Storie e personaggi assumono tridimensionalità e personaggi inediti fanno irruzione tra le pagine. Come il Destino, un uomo cieco e incappucciato attaccato a un libro.
Anche qui, potremmo elencare molti titoli e personaggi, che però non hanno mai attecchito veramente. La cosa certa è che la qualità non è mancata nell’universo DC, nemmeno per l’horror. Le testate hanno visto le firme di grandi autori: oltre a Kirby, Gil Kane, Alex Toth, Mark Miller e molti altri.
La serie horror DC di oggi
L’annuncio di quest’anno è stato succulento e poi è arrivata, per la DC Black Label e la giovane collana Hill House Comics. Si tratta di Basket Full of Heads, diretta da Joe Hill. E sono in molti a sapere che il padre di Locke and Key è il figlio di Stephen King. Non a caso la protagonista indossa un impermeabile giallo che tanto ricorda quello di Georgie in IT.
Ambientata nel Maine, la serie in sette numeri racconta di June Branch, una ragazza in trappola che, con l’ausilio di un’ascia vichinga stregata risalente all’Ottavo Secolo, decapita le persone e mette le loro teste in una cesta. Deve salvare il proprio ragazzo e, per farlo, uccide molte persone. Una storia densa di bugie e inganni, dalla trama affascinante e degna del giovane romanziere. E sì, i disegni sono dell’italiano Leomacs.