Il grande atteso di questo EA Play era certamente Mass Effect Andromeda. Certo, ci sono stati Battlefield 1 e Titanfall 2 di cui abbiamo visto tante cose, ma il gioco per cui l’hype era maggiore, Mass Effect Andromeda appunto, è stato anche quello di cui, ahinoi, si è visto meno, nonostante l’uscita del gioco sia piuttosto prossima, dal momento che è prevista entro la chiusura dell’anno fiscale, che ricordiamo è fissata a marzo 2017. Gli sviluppatori rassicurano che più informazioni saranno rilasciate a ridosso della pubblicazione (ovviamente, aggiungiamo); per questo E3 però dobbiamo accontentarci di un misero trailer di quasi due minuti, e delle informazioni che ci sono state raccontate durante lo stesso e nei tweet successivi.
La prima cosa che interesserà tutti gli orfani della trilogia originale sono sicuramente i rapporti di quest’ultima con il nuovo episodio, e per il momento questi rapporti risultano non pervenuti. Andromeda, infatti, si occuperà di un’epoca storica diversa da quella dei predecessori, con una nuova protagonista ed un mood diverso. Saremo infatti chiamati a vestire i panni di Ryder, il nuovo personaggio che a questo giro, di default, sarà una donna. Se nella trilogia iniziale impersonavamo un appartenente alla specie umana, ed eravamo circondati da alieni, il prossimo episodio cambierà tono rovesciando le carte in tavola, dal momento che sarà nostro scopo abbandonare la Via Lattea per cercare una nuova casa per il genere umano. L’obbiettivo degli sviluppatori è quindi quello di creare un’epopea in cui necessaria si rivelerà l’esplorazione di pianeti ancora sconosciuti, con i propri ecosistemi e le proprie specie aliene, anche senzienti, con il quale sarà necessario relazionarsi e fare team. Di fatto, quindi, saremo noi ad essere fuori posto, e ad essere alieni ai mondi in cui verremo calati.
Questa nuova impostazione è concettualmente interessantissima, ed apre le porte a sviluppi mica da ridere, se i ragazzi di Bioware sapranno gestirla a dovere. E un po’ c’è da fidarsi, visto che tra le lamentele che si potevano muovere alla trilogia originale, certamente non figurava quella di una pessima scrittura. Abbiamo certezza anche che le storie d’amore saranno ancora disponibili, visto che un animatore di Bioware ha twittato di essersi “scaldato” nel realizzare il coronamento di uno di questi amori. Lo sapete cosa intendo, non vate i vaghi, porcellotti.
Come vi abbiamo detto stiamo parlando di un trailer, e non di un podcast, quindi c’è anche qualcosa che abbiamo visto, oltre quello che abbiamo sentito. Premettiamo subito che non è possibile dire se quando mostrato, anche quello che per inquadratura sembrava effettivo gameplay, fosse davvero in-game, o se fossero semplicemente cinematiche. Certamente è stato detto che il gioco utilizza come engine il proprietario Frostbite, anche perché ormai lo hanno realizzato, e che fai, lo butti? Da subito si è potuta apprezzare l’astronave che ci porterà a zonzo per la galassia, sostituendo la Normandy, e successivamente il mezzo di trasporto terrestre che sostituirà il Mako. Il design dei mezzi di trasporto, compreso quello delle enormi navi spaziali, non presta il fianco a critiche, così come non lo presta il design delle armature, che rimane coerente all’estetica della prima trilogia. Ottime anche le animazioni facciali, per quel poco che abbiamo visto, ma è evidente che Bioware ci punta un bel po’, visto che un piccolo pezzo di trailer era dedicato a mostrarci proprio questo aspetto del gioco. Un sogno sarebbe se facessero quel passo in più che fu fatto con L.A. Noire, in cui le espressioni facciali tradivano o confermavano quanto detto dai personaggi, così che le nostre risposte debbano essere influenzate anche dall’attenzione posta sul come si muovono gli interlocutori, e non solo su quanto dicono. Però qui sto, appunto, sognando. Sono state anche mostrate sequenze di motion capture per i movimenti del corpo, oltre che per le espressioni, realizzate evidentemente da stuntman, vista la non comune capacità dell’essere umano a compiere salti di tre metri, seppure con l’aiuto di fili.
Sul gameplay vero e proprio si può in questo momento dire davvero poco, se non che l’impressione è stata quella di un approccio ancora più action al combattimento. Che questo sia un bene o un male non sta a me giudicarlo in questo momento, e dipende dai gusti personali. Probabilmente è però preferibile un Tps solido ad un ibrido Rpg in cui le statistiche influenzano relativamente il comportamento delle armi. Siamo sul piano della speculazione, comunque, dal momento che di scene di combattimento ne abbiamo vista una, e semplicemente è sembrato tutto molto serrato. Si è potuta apprezzare anche un po’ di esplorazione con il Mako, o come si chiamerà, e anche qui non sappiamo se sia effettivamente gameplay o se fossero cinematiche con l’inquadratura dietro al mezzo di trasporto. Quello che si può dire, dalle poche scene, è che la cura riposta nella realizzazione dei pianeti sembra essere ottima, caratterizzandoli ognuno con una specifica palette cromatica così da renderli unici.
Quella che è una certezza, però, è l’intenzione di Bioware di dare al titolo un taglio da “esplorazione della frontiera”, da avventura spaziale di ampio respiro, in cui la centralità dell’esplorazione di un universo sterminato dovrebbe mettere il giocatore nei panni dell’alieno, perso in mondi sconosciuti. L’ambizione è enorme, e purtroppo più è grande l’ambizione più è facile fallire. Per il momento noi cerchiamo di essere ottimisti, e di rimanere placidamente in attesa di novità che, stando alle parole della software house, dovrebbero iniziare a divenire sempre più fitte con l’avvicinarsi del titolo.