Un’espansione “Massiccia”?
Recensire un prodotto episodico sta diventando una prassi ma la prassi non rende al povero recensore la vita facile. Anzi! Recensire un prodotto diviso in parti (più o meno) uguali è una gran rogna, perché ti trovi spesso a fare considerazioni che, per forza di cose, il mese dopo potrebbero essere smentite (ma anche avallate volendo…) con il risultato che la summa del tuo lavoro, ovvero della tua recensione, può dire tutto e il contrario di tutto e questo, ovviamente, un po’ ti disturba… oltre a non servire a un cazzo… Ora, se è vero che ci sono cose che, per un motivo o per un altro, può anche valere la pena di recensire singolarmente (tipo le uscite episodiche di Telltale), ci sono cose che invece ti sei reso conto che è meglio recensire in via definitiva solo alla loro uscita. Questo è il caso di Heartstone o meglio delle sue espansioni che con Massiccio Roccianera arrivano al loro secondo appuntamento, rigorosamente episodico, e per questo doveroso di questa lunga premessa. Quella che andrete a leggere, dunque, non è propriamente una recensione. Si tratta di una serie di considerazioni conseguenti alla prima uscita di questa nuova avventura. Per la recensione completa ci prenderemo invece un po’ di tempo per scrivere con maggior cognizione di causa ad espansione completata, cosicché se vorrete un parere sul lavoro di Blizzard, sarà almeno un parere completo.
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Dopo aver conquistato i cuori dei giocatori di mezzo mondo, configurandosi a tutti gli effetti come uno dei migliori (se non il migliore) gioco di carte digitali disponibile (senza contare il suo interessante aspetto free 2 play), Heartstone si era proposto lo scorso anno con la sua prima espansione o meglio “avventura”, che ha portato nel gioco un’interessante aspetto single player “a puntate”, la cui ambientazione era la celeberrima necropoli di Naxxramas. Come per “La Maledizione di Naxxramas”, anche qui Blizzard ci propone un’avventura a puntate divisa in cinque sezioni, il cui sblocco avviene progressivamente di settimana in settimana, e con ogni sezione divisa in tre o quattro incontri e con due diversi livelli di difficoltà. Fin qui nulla da dire, la formula è del tutto sovrapponibile all’espansione precedente, sia in termini di offerta, che di ricompense (una carta nuova in doppia copia per ogni nemico sconfitto). In tal senso, quello che ci lascia un po’ delusi, è forse l’assenza di un qualche pacchetto offerta al lancio laddove Naxxramas aveva, di fatto, regalato a tutti gli utenti la possibilità di giocare gratuitamente la prima parte dell’espansione (l’ala degli Aracnidi), Massiccio Roccianera no, non vi si è prodigato affatto offrendo semplicemente un dorso di carta speciale a chi avesse voluto acquistare l’espansione prima dell’uscita… quindi neanche a tutti… il che è un po’ deludente.
Parlando invece del setting in sé, dobbiamo ammettere che la scelta di tirare il leggendario Massiccio Roccianera è stata intrigante sin da subito. Parliamo forse di uno dei dungeon più belli ed al contempo bastardi del mondo di Warcraft, i cui “ospiti” hanno dato filo da torcere per anni ad una folta schiera di videogiocatori. Le sezioni, come fu per Naxxramas, altro non fanno, quindi, che proporre al giocatore i vari piani del Massiccio, riportando in vita i boss e mini boss (particolarmente numerosi in quel dungeon ad onor di cronaca) che tanto a lungo ci hanno fatto imprecare nel tentativo di concludere il raid. E così ad attenderci in questa prima sezione abbiamo trovato tre nani particolarmente riottosi e loquaci: Coren Birranera, il Gran Giudice Tetrapietra e l’Imperatore Thaurissan (con tanto di moglie ad accompagnarlo). Tre scontri non propriamente complessi, soprattutto per chi, come noi, segue il gioco dalle sue origini ed ha ormai un mazzo abbastanza competitivo. Certo. Quel che colpisce (competitivi o meno) sono le trovate che Blizzard sa imbastire per rendere gli scontri con questi boss sempre nuovi e divertenti cosicché, pur restando una partita a carte, le combo che ci troviamo di volta in volta a fronteggiare sono francamente geniali, complici i poteri volutamente lamer dei personaggi in oggetto. Per dirne un paio: contro Coren Birranera faremo la conoscenza della carta (peraltro ottenibile) del Cliente Torvo, una creatura che non sfigurerà nei vostri mazzi Guerriero e che si replica ogni qual volta subisce un danno senza morire. Per ripulire poi “la taverna”, il buon Corren giocherà una combo composta da Rissa (una carta che elimina tutti i nemici sul campo tranne uno) ed il suo esclusivo Buttafuori Ferroscuro (una creatura che sopravvive sempre e comunque alla rissa). Il punto è che come in una vera e propria rissa da osteria, Coren può mettere in gioco quando vuole una carta casuale dal nostro e dal suo mazzo, con l’effetto che spesso e volentieri il tabellone diventa una vera e propria royal rumble di pesi massimi, specialmente se avete preventivamente caricato il vostro mazzo di molossi pronti a menare le mani. La varietà, e comunque la sfida, insomma, non mancano, come palese anche nelle Sfide di Classe (come sempre due per ogni fetta dell’espansione) in cui ancor più che in passato il giocatore si troverà in situazioni decisamente ambigue e divertenti.
Divertimento a parte (che comunque speriamo resti alto anche con le successive uscite) quel che tutti si chiedono, come sempre, è: ma ne vale la pena? Il punto, che è poi il motivo fondamentale di questa “non” recensione, è che è difficile dirlo adesso. Col senno di poi Naxxramas non ha introdotto carte troppo fondamentali nell’economia di gioco, salvo una manciata che si può contare sulle dita di una mano. Di sicuro il Cliente Torvo e lo stesso Thaurissan (boss che chiude questa prima parte dell’espansione, ma anche leggenda che otterrete battendolo alla fine del giro di giostra), sono due carte intriganti, ma prima di lanciarci in galvanizzanti giudizi affrettati, preferiamo vedere come si chiuderà l’espansione, a maggior ragione della futura presenza dei draghi che potrebbero effettivamente variare ogni giudizio presente e futuro. Per il resto, ci vediamo sempre qui tra qualche mese, carte alla mano.