La seconda raccolta dedicata alla serie classica.
Questa nuova uscita completa la precedente Legacy Collection, uscita qualche tempo fa, e contenente i primi 6 capitoli per Nes della serie Megaman. A differenza di quest’ultima, il volume 2 propone quindi i capitoli più “recenti”, quelli pubblicati su altre piattaforme e che di fatto costituiscono l’era più atipica e “sperimentale” -se vogliamo- della saga. Legacy Collection 2 presenta alcune opzioni per adattare l’esperienza di retrogaming ai nostri gusti personali, permettendo, come ormai è consuetudine in queste operazioni, di scegliere il formato dell’immagine, se applicare un filtro che emuli la resa dei televisori CRT, e presentando un metodo di salvataggio aggiuntivo per ogni gioco, finalizzato a rendere più semplice approcciarsi a titoli celebri per la sfida proposta e non permettevano nella loro veste originale il save libero. In tal senso, è possibile anche decidere di giocare settando una resistenza arbitrariamente più elevata per il protagonista, in modo da rendere l’esperienza più accessibile. Ogni episodio inoltre è correlato di una serie di extra che comprendono bozzetti e art promozionali, che danno un quid in più al valore enciclopedico del pacchetto. Ma andiamo ad analizzare uno per uno, i quattro titoli inclusi.
Megaman 7
Questo capito fu il primo e unico Megaman “classico” uscito su Super Nintendo (1995), in un’epoca in cui la serie “X” già aveva dettato dei nuovi standard per la saga. La grafica in questo caso fu completamente ridisegnata proponendo scenari e sprite più dettagliati rispetto al passato, e risulta oggi assolutamente ancora godibile per chi apprezza le sempreverdi due dimensioni. A livello ludico, Megaman 7 si presenta come un titolo canonico della serie a cui vengono aggiunte un paio di meccaniche come la scivolata, la possibilità di sparare raffiche continue e quella di poter caricare un colpo particolarmente potente, feature introdotta dalla serie X. Il gameplay ripropone in maniera solida l’approccio old school dei capitoli precedenti, non stravolgendo praticamente nulla rispetto ai capitoli passati, ma risultando anche leggermente meno pulito, con una risposta ai comandi che abbiamo percepito inferiore nella precisione, ma non debilitante per il feeling generale. Un titolo che sostanzialmente abbiamo trovato ancora divertente, ma tutti i grossi pregi della saga, compresa una soundtrack di assoluto livello, sono ancora li dove li abbiamo lasciati.
Megaman 8
Forse il Megaman più atipico dell’intero pacchetto e della saga. Questo Megaman, che uscì nel 1996 su PlayStation e Saturn, fu sviluppato alla luce di vari cambiamenti che già cominciava ad operare l’industria dei videogames per adattarsi ad una nuova generazione di videogiocatori e console. Ecco quindi che paradossalmente abbiamo il capitolo più debole, ma allo stesso tempo, anche quello più “burroso” e vicino alle esigenze dell’utente moderno. Il gioco ha un comparto estetico che stilisticamente non fa gridare al miracolo, con scenari non sempre molto ispirati e un design dei robot nemici spesso non cosi accattivante, di contro, abbiamo moltissimi elementi in movimento su schermo con annesse animazioni e una fluidità che lo rendono ancora oggi veramente piacevole da vedere. Il level design di Megaman 8 è però molto più scialbo e generico rispetto ai canoni della saga, l’esperienza perde quella vena “hardcore” che l’ha sempre caratterizzata, trasformando il tutto in uno strano ibrido tra Megaman e Metal Slug, fatto di scenari pieni di elementi a schermo che si sviluppano anche attraverso grandi verticalità, ma che risultano molto meno punitivi e caratteristici, depauperando le fasi platform e riducendo le sezioni in cui si richiedono “prestazioni di fino” al minimo utile. Come sempre, Megaman può acquisire nuove caratteristiche procedendo nel gioco e uccidendo i vari boss di fine livello, e in Megaman 8 si è fatta in tal senso qualche scelta piuttosto originale, caratterizzando parzialmente un capitolo che altrimenti, sontuoso comparto tecnico a parte, correlato tra l’altro da full motion video d’animazione che fanno molto anni 90′, non brilla certo di luce propria. Non uno dei migliori della serie, risulta sicuramente quello meno carismatico dell’offerta.
Megaman 9
Il nono capitolo della saga arrivò ben 11 anni dopo, quindi in tempi recenti, e fu realizzato per riportare la serie alle origini in tutti i sensi possibili. Si fece un passo indietro per riproporre quella stessa identica grafica in pixel art in 8bit style con cui debuttò la serie, e concentrando interamente gli sforzi per tornare all’essenza pura di Megaman, ovvero un’esperienza hardcore con un level design estremo e un gameplay quadrato e certosino. Non per questo, il titolo è sprovvisto di caratteristiche che comunque lo rendono unico. Megaman 9 permette infatti per la prima volta di utilizzare anche Protoman, il quale presenta qualche piccola differenza di gameplay rispetto al cyborg blu. Nonostante questo, e nonostante una colonna sonora assolutamente stellare, in molte scelte di game design, Megaman 9 imita parecchio, pure troppo, Megaman 2, forse il migliore episodio classico (per noi di Stay Nerd sicuramente) e vive di qualche eccesso che non gli permette di essere un titolo “rotondo” come quel capolavoro a cui si ispira. In primis per qualche passaggio dalla difficoltà quasi “perversa”, che sembra voler ricreare in maniera artificiosa l’essenza hardcore dei capostipiti e in secondo luogo per qualche modernità che stona, come il negozio in cui comprare le taniche di energia, le quali erano sicuramente più stimolanti da trovare in giro.
Megaman 10
Questo capitolo, sostanzialmente riprende la formula di Megaman 9 e gli intenti, liberando però completamente la creatività degli sviluppatori che prende decisamente il volo e rende il gioco molto più originale del predecessore, pur incasellato ancora una volta nello scheletro di “Megaman 8bit”. Nella sostanza abbiamo quindi livelli molto sperimentali, che nello scrooling tra una schermata e l’altra vi faranno spesso sorridere per le idee che riescono ad imbastire con pochi pixel, in modo da proporvi una sfida che mischi shooting e platforming in maniera sempre brillante e incredibilmente diversa. La varietà è inoltre ulteriormente garantita dall’introduzione di Bass come personaggio giocabile, che modifica sensibilmente le meccaniche di gioco grazie alle sue possibilità. Con Bass infatti è possibile sparare in diagonale, utilizzare special weapons estremamente bizzarre e inedite, coma l’abilità di volare. Tutto ciò rende il concept del gioco fresco, nonostante una componente estetica necessariamente e inevitabilmente ridondante.
Verdetto
Il difetto principale di Megaman Legacy Collection 2 è quello di essere a livello enciclopedico un compendio solo parziale della serie. Era decisamente molto meglio confezionare un unico pacchetto con tutti e 10 i titoli della saga, e trasformare questa seconda raccolta in qualcosa di completo e adatto a chiunque volesse riscoprire l’intera storia di Megaman. Così invece, proponendo solo 4 titoli, direi che la collection in una fredda analisi “di mercato”, copre appena il suo prezzo di 15 euro. Ma a livello ludico, non posso bocciare sicuramente l’offerta, anzi. Legacy Collection 2 infatti offre una rosa variopinta delle declinazioni più particolari che la serie classica di Megaman ha assunto nella sua lunga storia. Non per forza i 4 titoli migliori (nonostante siano, chi più chi meno, tutti validi), ma forse paradossalmente, quelli che ha più senso giocare oggi come oggi, fermo restando che le punte di diamante della saga, come Megaman 2, rimangono lì, intoccabili nel loro olimpo.