DYLAN DOG 357: VIETATO AI MINORI
Donne, Sangue e Cinema.
É una giornata come tutte le altre a casa dell’indagatore dell’incubo, quando alla sua porta si presenta Vanessa Wilson, una bellissima attrice di film horror sul viale del tramonto. La donna ringrazia Dylan per una lettera scritta da quest’ultimo tanti anni fa e, dopo una notte d’amore, scompare nel nulla. Senza farsi troppo attendere, l’inquilino di Craven Road decide di mettersi sulle sue tracce, arrivando perfino a superare la sua paura degli aerei per raggiungere Los Angeles. Si ritroverà a fare i conti con il lato più oscuro e perverso del mondo cinematografico.
Pasquale Ruju torna sulle pagine della creatura di Tiziano Sclavi e lo fa col botto, proponendo una storia splatterona e piena di ottimi spunti, attingendo ad un filone dylaniato sempre di grande impatto, quello filmico. Basta pensare ad Horror Paradise (il leggendario numero 48 della serie regolare), o al più recente Il Generale Inquisitore, per i ricordarci i risultati spesso offerti su queste pagine dall’intreccio (metaforico e non) tra la settima e la nona arte. Qui abbiamo una vicenda dal ritmo abbastanza convenzionale, arricchita da scene di grande potenza narrativa e grafica, magistralmente illustrate della coppia Furnò/Armitano. Nonostante alcune svolte improvvise e immotivate, abbiamo tra le mani un albo forte, a tratti sconvolgente, anche se i momenti migliori si esauriscono in alcune sequenze cardine, lasciando alle altre il compito di fare volume. Menzione a parte merita l’iconica copertina di Angelo Stano.
Voto: 7
UT 3: LE VIE DEI PENSIERI
Quindici filosofi, un solo pensiero.
Ut e Iranon soccorrono Iv, Hor e Tommasa, tre donne molto simili tra loro. Queste li portano nelle Vie dei Pensieri e li fanno accedere al Periekon, sancta sanctorum dove vivono quindici filosofi che condividono lo stesso pensiero. Lì incontrarono Gau, che detta legge all’interno del santuario e possiede alcune reliquie appartenute ad Hog, l’architetto generico. Proprio quando Iranon è convinto di aver ottenuto delle informazioni importanti per scoprire qualcosa di più sul suo passato, scopre che all’interno del luogo si cela un oscuro segreto e che qualcuno, segretamente, sta tentando di manipolarlo.
La favola gotica di Paola Barbato e Corrado Roi è giunta al suo terzo mensile, senza ancora dare l’esatta percezione di dove voglia andare a parare. Il mistero continua a regnare sovrano tra le pagine, com’è ormai lecito aspettarsi da questa imprevedibile miniserie. Eppure, qui possiamo notare, tra le righe, che qualcosa si sta muovendo. La ricerca dell’indecifrabile Iranon sembra aver raggiunto un punto di svolta, mentre per la prima volta Ut mostra dei sentimenti nuovi, preoccupandosi per la salute del suo piccolo gattino Leopoldo. Non manca il livello metaforico e dell’allegoria, incentrata ora sul libero arbitrio e sul pensiero. La storia si sta facendo via via più complessa e già il prossimo numero promette grosse novità in arrivo.
Voto: 7. 5
DRAGONERO 37: LA RELIQUIA PERDUTA
Spettri, Maghi e Reliquie.
Di ritorno da una missione esplorativa ad Ovest dell’Erondar, Ian e Gmor incontrano un loro vecchio amico dell’infanzia, Mos Travin, di professione postiglione di diligenze, e decidono di accompagnarlo per un tratto di strada. Sulla carrozza si trovano un magistrato con la sua nipotina, un’avvenente mercante e un giovane monaco. Travolti dalle acque di un fiume in piena, i nostri eroi e i passeggeri si ritroveranno in un oscuro monastero dove uno spettro protegge una sacra reliquia.
É sempre difficile rimanere insoddisfatti da Dragonero. Perfino nei numeri più semplici e meno pretenziosi, le storie sono gradevoli, leggibili e avvincenti. Di questi tempi, è forse uno dei pochi fumetti seriali che non fa mai rimpiangere il prezzo del biglietto. Anche qui, abbiamo uno schema già usato che vede i protagonisti al centro di una vicenda sgradevole causata da un antico manufatto magico. Quindi, a grandi linee la stessa trama de I Guardiani di Malagart (numero 35, non a caso citato all’interno della storia), ma sviluppata in maniera superba da Stefano Vietti(che nelle prefazione ci ricorda l’anniversario dei 25 anni di Nathan Never) e da Francesco Rizzato. Nel dettaglio, diverse tavole riescono a strappare più di un applauso e le scene d’azione sono impressionanti. Rimane alla fine la sensazione di Ian e soci meriterebbero più spazio per raccontare le loro avventure, e per fortuna dal prossima numero comincerà una mini-saga che sarà continuata nello speciale estivo.
Voto: 6. 8
ORFANI NUOVO MONDO 9: FRAMMENTI
Nella discarica della memoria e della fantasia.
Finiti nell’immondezzaio nel Pozzo alla ricerca di una via di fuga, Rosa, Vincenzo e Cesar si trovano a parlare del più e del meno quando all’improvviso ritrovano una loro vecchia conoscenza. Si tratta di Host, l’intelligenza artificiale che li ha accompagnati durante la traversata della giungla e ora trasformato dai tecnici della colonia in un robottone. Nel frattempo, in superficie, la spietata Sam (alias “mocciosa”) si è messa sulle tracce dei fuggiaschi, pronta a far scorrere fiumi di sangue pur di trovarli. Ma un evento inaspettato la costringerà ad abbandonare momentaneamente la caccia alla figlia del suo amore/nemico Ringo.
Come di consuetudine da due anni a questa parte, gli ultimi numeri dei kolossal fantascientifici orchestrati da Recchioni sono una scarica di adrenalina pronta ad esplodere in un finale travolgente, per poi mettere le basi della stagione successiva. In questo senso, Frammenti è una sorta di prologo, un momento di pausa narrativa dove i personaggi raccolgono le forze in vista delle battaglie che li attendono. Ma bollare questo albo solo come un “intervallo” vorrebbe dire sminuirne il contenuto e l’importanza. Invece, siamo di fronte a qualcosa di mai visto e forse d’irripetibile. Il titolo della storia non è casuale, dato che questo numero è un straordinario mosaico che vede all’opera artisti diversi dal calibro di Riccardo La Bella, Giulio Rincione, Antonio Fuso, Luca Casalanguida e Werther Dell’Edera. Un altro passo in avanti per quanto riguarda il lato della sperimentazione e della trama, finalmente in sintonia e perfettamente amalgamati.
Voto: 7. 5
TEX 668: I RANGERS DI LOST VALLEY
Assediati nella Lost Valley.
Tex e Carson sono in viaggio per parlare con gli indiani Lone Wolf e Maman-ti, a capo di una coalizione di Kiowas e Comanche sul piede di guerra. Ma prima di raggiungerli, i Rangers del Frontier Battalion, guidati dal maggiore Jones, finiscono in una trappola. Circondati da centinaia di guerrieri e bloccati nella Lost Valley, il destino di questi uomini sembra segnato, finché Tex Willer non decide di unirsi alla partita.
Uno scatenato Boselli firma la prima parte di una storia appassionante, dove si possono trovare alcuni dei pregi che hanno reso famoso il pistolero della Bonelli. Tra dialoghi frizzanti, sparatorie, inseguimenti, scene di guerriglia e cavalcate sotto il sole, la trama procede liscia mantenendosi su un altissimo livello e calamitando l’attenzione del lettore. Interessante vedere un Kit Carson finalmente protagonista non solo nelle battute ma anche nell’azione nuda e cruda, così come alcune trovate che sprizzano memorabilità da tutti i pori (sensazionale quella usata da Tex per illuminare la valle durante la notte). Biglia illustra bene una vicenda certamente non banale ed orchestrata senza sfruttare il solito canovaccio. In numeri come questi, si fatica a credere che il Ranger di Via Buonarroti stia per spegnere le 70 candeline.
Voto: 7
JULIA 213: GRADI DI FOLLIA
Indagine tra i ranghi.
Un uomo mascherato da militare entra in un bar frequentato da marines e spara all’impazzata. Sei vittime. L’indagine, condizionata dallo sconvolgimento, il lutto e non ultima la paura che tutto ciò possa riaccadere da un momento all’altro, prosegue inizialmente nel buio. Julia stessa è costretta, prima ancora di dedicarsi alla ricerca dell’assassino, a confrontarsi con l’esercito, protettivo nei confronti dei casi sotto la propria giurisdizione. La strage pone a tutte le parti in causa domande piuttosto inquietanti: è stato un attacco terroristico? E se non lo è stato, se è stata solo l’azione di uno squilibrato, quanto siamo davvero al sicuro?
La trama, sceneggiata secondo schemi molto classici dalle penne di Giancarlo Berardi e Lorenzo Calza, si dipana apertamente, cercando l’emozione non nel mistero quanto nel ritratto di un’umanità spinta al crimine, seppur non priva di responsabilità e “logica” nella propria missione di vendetta. Una Julia Kendall in formissima provvederà contemporaneamente al profilo psicologico del killer, della preda amorosa di un collega e… di se stessa, in preda agli inevitabili dubbi delle relazioni importanti e a distanza. I disegni di Ernesto Michelazzo fanno il loro ottimo lavoro, catturando in modo pulito le espressioni eterogenee e complesse di buoni, meno buoni e cattivi in gioco. Un’altra copertina sopra la media di Cristiano Spadoni chiude il cerchio di un buon numero, godibile per quanto piuttosto ordinario nella sua amministrazione.
Voto: 7