Dylan Dog 370: Il Terrore
Panico per le strade di Londra
È cominciata una caldissima estate per l’Indagatore dell’Incubo. Nonostante il clima inglese sia notoriamente più mite di quello continentale, dalle parti di Craven Road è sempre bollente, anche perché il nostro si trova invischiato in avventure spesso ustionanti. Ma questa volta lo sarà ancora di più, visto che Dylan avrà l’onore e l’onere di essere il protagonista, insieme ad un certo ben conosciuto Dampyro, del primo crossover della storia di Bonelli. Ma quell’evento è ancora distante, per adesso dedichiamoci all’albo di giugno-luglio, che vede l’interessante esordio di Gabriella Contu accompagnata dal veterano Giampiero Casertano. A Londra, in pieno allarme terrorismo, si respira tensione e paura. Secondo fonti interne alla sicurezza, diversi gruppi estremisti si preparano a scatenare un vero e proprio bagno di sangue durante il World Cultural & Science Festival. Come se non bastasse, bande di presunti giustizieri inglesi e l’esercito si stanno schierando in massa all’interno della città. La situazione esplode quando un allarme bomba provoca l’evacuazione di un liceo scolastico. Sembra che uno studente di origini mussulmane, Ahmed Isaac Kerongo, abbia realizzato un ordigno artigianale e l’abbia portato a scuola, per poi sparire nel nulla per le strade della capitale. Dylan, di ritorno ad un appuntamento mancato con la bella Rania Rakim, incontrerà i genitori del giovane, preoccupati per il figlio. L’Old Boy non li lascerà da soli e insieme cercheranno di fermare Ahmed prima che sia troppo tardi.
Quello di Gabriella Contu è un esordio importante, dato che si tratta di un’autrice che, dopo la creatura di Tiziano Sclavi, passerà a Zagor e a un numero delle Storie. Dunque una penna da tenere d’occhio, che per il suo primo Dylan ha scelto un argomento attuale quanto complicato: il terrorismo. Anzi, più che il terrorismo tratta della psicosi del terrore, della paura che pervade le nostre vite di tutti i giorni e che spesso causa altrettanti danni, come testimoniato da alcuni episodi recenti di cronaca, italiana e non. E, sfortunatamente, Londra è l’ambiente ideale per una storia di questo tipo. Partendo da tale presupposto, la sceneggiatrice realizza una trama dal ritmo forsennato, dove riprende a piene mani (come da classico canovaccio dylaniato) da film e libri del grottesco reale come il Dottor Stranamore, Mister Magoo, 1941: Allarme a Hollywood, l’Untore di manzoniana memoria, oltre che un bell’uso del MacGuffin (termine coniato da Hitchcock, è un oggetto che ha un’importanza cruciale per i personaggi di una storia, ma che non possiede un vero significato per il fruitore). Forse nel complesso appare un po’ troppo come un minestrone, anche se molto godibile, e manca qualche dose di armonia. Inoltre, l’andatura estremamente veloce, perfino eccessiva, impedisce di concentrarsi a dovere su i vari momenti della storia. Per il resto, buona la prima per Gabriella Contu, che ha potuto contare su un Casertano splendido come sempre.
Voto: 7
Martin Mystère – Le nuove avventure a colori 9: Il Pianeta dei Robot
Robot, ricordi e redivivi
Nono atto della rivisitazione moderna a colori della creatura di Alfredo Castelli. Nona tappa di un percorso che si fa sempre più complesso e intrigante capitolo dopo capitolo, e che ora si appresta al rush finale dopo aver chiuso il suo terzo ciclo dedicato a Sergei Orloff, nemesi e amico di Martin, come spiegato nell’introduzione da Giovanni Gualdoni, curatore della mini-serie e membro del collettivo dei Mysteriani. Ma l’albo di luglio ha tanto, tanto altro da dire all’interno della macro-trama di questo romanzone a fumetti. Stordito a tradimento da Orloff, Martin si risveglia in una casa rossa in piena campagna. Basta poco al nostro eroe per ricordarsi che quello era il luogo dove trascorreva l’estate con i suoi genitori quando era bambino, pochi anni prima che morissero. Una volta sceso, trova proprio loro ad aspettarli: Mark e Laura Mysterè, sua madre e suo padre, morti in un tragico incidente il 15 settembre 1997 ad opera degli Uomini in Nero. Non solo sono ancora vivi, ma sembrano anche possedere un piano per salvare il loro figlio e l’Umanità dall’apocalisse imminente. Nel frattempo, Max si trova in Croazia, sull’isola privata di Orloff con la moglie e la figlia di quest’ultimo: Christine e Maria. All’improvviso, una sua vecchia conoscenza comparirà dal nulla per annunciargli la sua morte, prevista proprio per quel giorno…
Il numero di luglio è un perfetto esempio di quello che si definirebbe un “interludio“, un momento di calma all’interno di una storia serrata, volto a tirare le fila in previsione del gran finale, magari sintetizzando le famose “puntate precedenti” così da chiarire alcuni punti oscuri della narrazione o semplicemente rinfrescarli. Ma i Mysteriani vanno oltre, imbastendo un albo per certi versi geniale che ruota tutto intorno al bisogno di un epilogo senza diventarne schiavo, trasformandolo nell’occasione per rispolvere un altro leggendario villain del pantheon mysteriano e per sbizzarrirsi con trovate e disegni fantasiosi. Disegni realizzati da un bravissimo Francesco Mortarino, per i colori di Alessandro Musumeci e Daniele Rudoni. Ormai, manca poco al ciclo che ci porterà alla fine di questa strepitosa saga. Non vediamo l’ora.
Voto: 7
Tex 681: Tabla Sagrada
Sotto assedio
Neanche il tempo di metabolizzare l’euforia per il meraviglioso Texone di Mauro Boselli e Stefano Andreucci che il ranger, questa volta in versione adulta, si rituffa in un’altra avventura a suon di pallottole e colt. È la calda estate di Tex, che non smette mai di cavalcare alla volta di nuovi orizzonti e nuove imprese, e che il prossimo mese vedrà il ritorno di un personaggio molto amato dai fan: Lupe Velasco! Ma, intanto, gustiamoci questo numero di luglio, seguito di quello di giugno, ad opera del duo Pasquale Ruju/Lucio Filippucci. Avevamo lasciato Tex Willer e il figlio Kit sulle tracce dei fratelli Forrester, un branco di fuorilegge specializzati in rapine oltre confine. Il gruppo, dopo un colpo in un’importante banca messicana, ha pestato i piedi al loro socio, El General Ramirez, capo di una folta banda di militari disertori, che adesso brama vendetta. È infatti diretto alla città dove si sono rifugiati i tre criminali, Tabla Sagrada, pronto a fare una strage di civili col suo battaglione. Per fortuna, Willer e il suo giovane pard li hanno preceduti e si preparano a organizzare una difesa di fortuna per la città. Ma i numeri sono contro di loro e ci vorrà furbizia, coraggio e una buona mira per sopravvivere all’esercito avversario.
Ruju è uno sceneggiatore navigato, un mestierante che ha praticamente messo mani a tutte le grandi serie Bonelli e che ha lasciato un ottimo ricordo soprattutto dalle parti di Craven Road, uno scrittore esperto ed estremamente prolifico che si distingue per la piacevolezza dei suoi intrecci. Forse non è uno dalle idee innovative, anche se ha diverse frecce al suo arco e tanti scalpi di pregio, né dipende eccessivamente dal colpo di scena, ma è una penna di sicura affidabilità che raramente tradisce le attese. Ed è quello che accade in questo numero. Dopo aver seminato tanti buoni elementi ne La pista dei Forrester, adesso è arrivato il tempo di raccogliere, di realizzare con tutti gli ingredienti il piatto tanto atteso: una battagliona a base di piombo rovente in puro stile Tex e western epico, in cui pochi uomini si misurano con nemici soverchianti, dove l’onore può fare la differenza e criminali incalliti possono improvvisamente redimersi dalle proprie colpe. Il tutto disegnato da un ottimo Lucio Filippucci, capace di illustrare splendidamente le scene più dinamiche e di concentrarsi sulla mimica dei personaggi, espressiva ed intensa. Le pallottole sono servite.
Voto: 7. 3
Speciale Dragonero 4: La principessa delle sabbie
Nel deserto
L’estate di Dragonero si preannuncia più importante che mai, con i festeggiamenti per il numero 50 della serie regolare (eccezionalmente a colori) dove verrà raccontato uno dei più grandi segreti del nostro eroe, e questo speciale estivo, arrivato alla quarta uscita e che ogni anno si presenta come uno degli appuntamenti più importanti del Varliedarto. Stavolta, dopo la prima missione in coppia di Ian e Gmor, l’insolito team-up con Zagor e il setaccio degli angoli più sperduti dell’Erondar per salvare Sera, il nostro Dragonero si prepara ad un’altra trasferta bollente nel Vhacondar, il continente desertico. Ordinaria amministrazione, per Ian Aranill: si trova su una locanda volante dove i marinai possono ormeggiare i loro aerostati, oltre che ristorarsi con un buon pasto in attesa di riprendere il viaggio. Sta torchiando alcuni contrabbandieri per farli parlare sulle loro segrete rotte di scambio, quando nella sala comune dell’edificio entrano tre strani individui. Si tratta di due donne, una bellissima e seducente e l’altra armata fino ai denti, accompagnate da quello che sembra un ufficiale dell’Impero. Si tratta di Etor Orhill, vecchia conoscenza di Ian, che si alza per salutarlo. All’improvviso, il luogo viene attaccato da alcune bizzarre marionette magiche e una delle due donne scompare, rapita da qualche criminale. Il militare sarà costretto a chiedere aiuto al Varliedarto per ritrovarla e lo metterà al corrente della situazione. La giovane è Abayomi Kaneesha, principessa di Harenjal promessa sposa ad un nobile di Baijadan, e deve recarsi al più presto in città per il matrimonio che cementerà l’alleanza tra alcuni importanti regni del continente desertico. Toccherà a Ian agire affinché quest’importantissima unione vada in porto!
Lo speciale estivo 2017 è affidato a Luca Enoch e Alessandro Bignamini, mentre la cover, come da tradizione negli ultimi 4 anni, ad un importante artista di caratura internazionale, che questa volta risponde al nome del marveliano Jacopo Camagni. Nelle sue 128 pagine, ci viene raccontata una vicenda veloce e dinamica, forse perfino troppo. La storia è estremamente lineare e sembra una sceneggiatura della serie regolare allungata di qualche tavola, piuttosto che un racconto di ampio respiro. Infatti, appare un po’ sproporzionato, paradossalmente sia nello svolgimento, a tratti troppo rapido, che nel finale, troppo frettoloso, quasi come se in fondo mancasse spazio dopo averlo addirittura sprecato all’inizio. Dallo speciale, che ci ha dato approfondimenti interessanti ed esperimenti narrativi di grande livello, ci si aspetterebbe qualcosa di più dal punto di vista testuale. Poco da dire invece sui disegni: le matite di Bignamini sono strepitose e realizzano bene ogni tipo di ambiente, dalle situazioni volanti a quelle desertiche, esaltandosi in doppie splash page dal grande impatto e nel design dei personaggi. Molti belli i colori di Piky Hamilton (nome d’arte di Gabriela Stefania Hamilton), già vista all’opera sul primo Dragonero Magazine e il terzo speciale, che regalano atmosfera e profondità, ammaliando e stupendo gli occhi del lettore.
Voto: 6.8
Le Storie 58: Il sangue dei mortali
L’epica dell’Uomo
Mentre nelle edicole di tutto il paese la collana antologica di Bonelli arriva al suo quarto speciale estivo (più caldo che mai) ad opera del “Panda” Giacomo Bevilacqua, il numero di questo mese si misura con quella che a ragione può essere considerata come la “storia” di tutta la cultura occidentale: l’Iliade. Opera del grande (e misterioso) Omero, il poeta cieco cantore di dei ed eroi, l’Iliade è la leggenda che tutti noi conosciamo, un bagaglio fondamentale della cultura di ciascuno che, da oltre duemila anni, continua ad ispirare lettori di ogni epoca con i suoi protagonisti. Poteva una collana ambiziosa come le Storie esimersi dal trattare un simile mostro sacro? Certo che no.
Inizia l’archetipo di tutti i conflitti, l’assedio durato dieci anni che ha lasciato infinite conseguenze nei secoli a venire: la Guerra di Troia. I Mirmidoni, guidati dal prode Achille, figlio di Peleo, piè veloce, sono i primi ad incalzare l’avanguardia del nemico. Tra questi valorosi guerrieri ci sono anche il giovane Isandro, un imberbe fanciullo bramoso di macchiarsi di gloria e sangue, e Nesio, suo fratello. I due, nella mischia, riescono ad abbattere un troiano e a fregiarsi dei suoi indumenti. Ma l’uomo aveva moglie, figli e un padre, oltre le mura della città. Una moglie chiamata Euristea, due figli di nome Argiope e Tegeo, un padre chiamato Licone. Senza di lui, la famiglia dovrà lottare contro l’indigenza e la fame per sopravvivere al lungo assedio.
A dirigere le fila di questo belissimo “dietro le quinte” di uno dei più grandi miti di tutti i tempi abbiamo Giancarlo Marzano, un veterano delle sceneggiature, apprezzato in Dylan Dog prima e in molte altre testate SBE poi. Un’esperienza che si assapora fin dalle primissime battute, con i personaggi sapientemente introdotti e la vicenda dipanata con eccelsa maestria, senza picchi improvvisi ma in un andamento costante che acquisisce via via di spessore, forza e potenza. Una narrazione di altissima qualità, gestita saggiamente in ogni suo punto, che tocca corde nascoste nell’animo del lettore mostrandoci, più che l’onore e la furia guerriera, l’epica del dolore, caratteristica dell’Uomo che rimane immutata dopo millenni, riprendendo in questo modo il significato più profondo di Omero. A dare forma e corpo alle sue parole abbiano un esordiente assoluto in Bonelli: Tommaso Bianchi. Nonostante non sia più un autore di primo pelo e abbia alle spalle già lavori di ogni tipo, questo è il suo debutto assoluto dalle parti di Via Buonarroti. Un debutto che probabilmente ricorderemo a lungo, perché ha tutto il sapore di essere il preludio ad una collaborazione dalle sbalorditive potenzialità. Il lavoro di Bianchi è strepitoso in ogni suo aspetto: dalle posizioni plastiche e dinamiche delle figure alle scene di guerra, dalla mimica facciale alla cura dei dettagli, dal design dei personaggi alle straordinarie ambientazioni storiche che ha saputo ricreare. Segnatevi questo nome: ne sentiremo parlare.
Voto: 8
Maxi Martin Mystère 8: Zona X – Nulla è come sembra!
Libero spazio alla fantasia!
Torna l’appuntamento annuale con la ristampa di alcuni grandi classici del Detective dell’Impossibile, in una nuova veste grafica e arricchiti da alcuni contenuti inediti. Tre storie provenienti da diverse testate della creatura di Castelli, nate e sviluppate con differenti spunti per approfondire e scavare nelle infinite forme di narrazione possibili!
La grande truffa: Martin Mystère non è più il Detective dell’Impossibile? Non abita più al numero 3 di Washington Mews? Ha un figlio ed è sposato? Dove sono Java, Diana e Travis? E chi è che gli sta dando la caccia? Dietro le quinte: chi agisce nell’ombra, nascosto dagli occhi di tutto e tutti, affinché i grandi avvenimenti della storia vengano determinati da piccoli, insignificanti eventi minori? E perchè? Un avvicente storia avanti e indietro nel corso del tempo, capace di sorprendere e stupire dove la vostra credulità sarà messa a dura prova… Le due sfingi: i misteri dello spazio, esplorato alla ricerca degli ultimi enigmi che attanagliano l’Umanità, ormai emigrata oltre i confini della Terra. E se finalmente, dopo anni di ricerche, un’astronave in viaggio riuscisse ad intercettare un messaggio proveniente da un’altra forma di vita nell’universo?
Tre piccole pietre miliari dell’epopea mysteriana, realizzate da alcuni grandi maestri del fumetto italiano: da Alfredo Castelli a Pier Carpi, passando da Vincenzo Beretta e le magnifiche illustrazioni di Rodolfo Torti, Fabrizio Russo e Pasquale Del Vecchio. Per chi non si vuole accontentare e vuole stupire la sua fantasia con storie ai confini dell’improbabile.
Voto: 7
Orfani Sam 4: Cavalli e Segugi
Show di pallottole
Non ce ne vogliano i creatori, Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari, ma questa nuova versione di Ringo (e di tutti gli altri Orfani) rischia seriamente di rubare il posto agli originali. Quarto numero per l’ultima stagione della prima serie tutta a colori di SBE, mentre sotto i nostri occhi i fili della trama di quest’ultima stagione cominciano ad intrecciarsi tra loro, approfondendo sempre di più i nuovi personaggi e i rapporti che li legano. Finora, non sono mancati gli effetti speciali su carta, tra sparatorie scenografiche, battute esilaranti e sequenze al fulmicotone, e anche questo mese di luglio le cose non cambiano. Anzi, si fanno sempre più… spettacolari.
Sam, Andromeda e Perseo si sono ripresi dal malaugurato incontro con gli adepti della Madre Severa e veleggiano serenamente verso l’incontro con Cesar e i suoi uomini. Ma un dibattito tra i tre causa un incidente che rischia di costare molto caro. Nel frattempo, Ringo, il segugio sguinzagliato sulle loro tracce dal governatore Garland, fa tappa in una città di contrabbandieri per fare rifornimento. E qui, sempre seguito dal fido RR13, suo malgrado partner e spalla comica, incontra una vecchia conoscenza prima di rimettersi all’inseguimento. Peccato che le truppe del generale Petrov l’abbiano preso di mira… Già, peccato per loro!
Ai testi ancora Roberto Recchioni in tandem con Michele Monteleone, i due riprongono il leitmotiv del secondo numero: uno spassoso (e graficamente eccelso) Ringo contro tutti. Ma non solo: sviluppano ulteriormente la psiche di questo personaggio, significativa new entry dell’ultima stagione, dimostrando come il suo carattere da spaccone nasconda in verità qualcosa di più profondo. Nel frattempo, ampliano lo strano rapporto affettivo che lega Sam ai due bambini, anche se senza ottenere passi in avanti significativi. Ai disegni ritroviamo Werther Dell’Edera, al lavoro su alcune parti oniriche, Luca Claretti, nelle scene che hanno protagonista lo scatenato clone del Pistolero, e di nuovo Luca Casalanguida per le sequenze con il Corvo e i bambini, già visto all’opera sullo scorso numero. Un albo composto da stili differenti, non una novità nell’universo di Orfani, che però si amalgano bene al contesto, trovando un’ottima affinità nelle varie parti della narrazione, anche grazie ai colori di Stefania Aquaro. Chiosa finale sulla bellissima copertina di Carmine Di Giandomenico e Giovanna Niro, che suscita molteplici echi Texiani (e non solo).
Voto: 7
Mercurio Loi 3: Il piccolo palcoscenico
Il palcoscenico della vita
Terzo atto per l’ultima scomessa Bonelli, la serie col bizzarro investigatore romano creato dalla fantasiosa penna di Alessandro Bilotta. Dopo aver visto duellare contro il terribile assassino conosciuto come il “Contrapasso“, il nostro eroe fronteggia ora un nuovo avversario, che promette di essere non meno ostico e assai pericoloso: uno spettacolo di marionette che rischia di privarlo di ogni sua capacità! Non è esattamente un bel periodo, per il nostro Mercurio Loi, professore universitario di lavoro e investigatore per diletto. Sta affrontando una serie intensa e lunghissima di colloqui per trovare un sostituto di Ercole, il fidato domestico ucciso da Tarcisio, suo acerrimo nemico. Tra le critiche di Ottone e le solite passeggiate, conosce Augustino, un burattinaio che desidera realizzare uno spettacolo di marionette con il nostro Mercurio Loi protagonista. A tal fine, vuole seguirlo passo passo per realizzare il burattino perfetto. Ma mentre il processo creativo entra nel vivo, il professore inizierà a perdere alcune delle doti che lo rendono famoso e imprevedibile, mentre una serie di strani furti riempie le notti di Roma…
Il terzo numero di una serie nuova non è mai facile, specialmente di quelle senza continuity e con storie autonclusive. È difficile saper ripetere lo stesso canovaccio già usato per i primi due senza annoiare e nel frattempo trovare qualcosa di diverso. In questo senso, Alessandro Bilotta prova a battere una duplice strada: non rinunciare al “caso del mese” e insieme provare a colmare il vuoto lasciato da Ercole, deceduto nel primo numero. Ci riesce bene, portando sulla scena quelli che sembrano nuovi comprimari fissi e alternando filosofia, indagini e interessanti discussioni sui nomi e i loro significati. Il complesso fumetto d’autore varato dallo sceneggiatore dimostra di avere infinite frecce al proprio arco, sebbene riuscire a trovare la giusta commistione tra elementi colti e storia non sia sempre una passeggiata, col rischio di realizzare un lavoro a metà del guado. Ad illustrare questo numero troviamo l’interessante tratto di Onofrio Catacchio, una bella sintesi di precisione nei dettagli e impressione, che si esalta particolarmente nelle sequenze con al centro le marionette. Un po’ troppo “bipolari” appaiono invece i colori di Erika Bendazzoli, a volte poco profondi e a volte troppo nitidi.