Musica metal negli inferi.
i dirò la verità, dai primi trailer non ero convintissimo di Metal: Hellsinger. Per quanto la musica rivesta un ruolo importante negli sparatutto, soprattutto in quelli à la Doom, renderla una meccanica integrata nelle normali dinamiche di sparo sembrava una scelta un po’ ardita, una di quelle che o ti vengono bene o ti vengono male, senza vie di mezzo.
Ho potuto provare per qualche giorno una demo di Metal: Hellsinger, nella quale era possibile giocare il tutorial e un livello del gioco, con tanto di boss fight finale. Se da una parte devo confermare che si tratta di una scelta forte quella di legare ritmo e sparo e che il filo su cui si muovono gli sviluppatori di The Outsiders è abbastanza sottile, devo anche constatare come il breve livello giocato mostri risultati incoraggianti.
Facciamo un breve passo indietro: Metal: Hellsinger è uno sparatutto nello stile di Doom, con arene piene di nemici da uccidere alla velocità della luce, uccisioni corpo a corpo, potenziamenti e tante armi diverse da usare in situazioni diverse (perdonami Romero per la semplificazione).
Su questo collaudato stile di gioco si inserisce l’elemento musicale, vero perno del gioco di The Outsiders. Sparare, ricaricare, effettuare uccisioni corpo a corpo o interagire con gli elementi dello scenario deve essere fatto a ritmo di musica. Ogni arma ha però la sua cadenza di fuoco, e non è possibile premere solo ritmicamente il tasto di sparo. Bisogna di volta in volta adattare il ritmo dei nostri colpi al ritmo della canzone tenendo presente ogni quanto è possibile sparare con l’arma equipaggiata. C’è poi un altro elemento importante: Metal: Hellsinger è fondamentalmente un gioco arcade, con punteggi e moltiplicatori che aumentano all’aumentare del nostro uccidere a ritmo e classifiche globali.
Mantenere un moltiplicatore alto è fondamentale per cercare di scalare le suddette classifiche, ma anche per godersi al meglio il sottofondo musicale nel quale si inserirà la traccia vocale soltanto al raggiungimento del 16X. Tutto questo va fatto fondamentalmente utilizzando soltanto le orecchie, perché nonostante la presenza di un indicatore a schermo è praticamente impossibile destreggiarsi nella sparatoria e utilizzare gli occhi per capire quando è preferibile sparare.
La magia avviene quindi quando si entra in connessione con la musica e si comincia ad andare automaticamente a ritmo, il moltiplicatore si infiamma, sulle teste dei nemici compare scritto “perfetto” con enormi numeri a mostrarci il punteggio che aumenta e la voce si inserisce nel brano. Brani oltretutto interpretati da ospiti di un certo livello (è recente la notizia della partecipazione di Serj Tankian dei System of a Down).
Quello che fa storcere il naso, per il momento, è un po’ il posizionamento e l’apparizione dei nemici, e i raccordi tra le diverse arene, che non sempre permetteno di mantenere il moltiplicatore. Il meglio di sé infatti, Metal: Hellsinger riesce a darlo durante il combattimento contro il boss finale della demo, dove più agevolmente si entra in sintonia con il ritmo e si riescono a inanellare più facilmente delle serie di colpi perfettamente a tempo.
Come è ovvio che sia però, ci troviamo di fronte soltanto a una versione preliminare di un gioco che non uscirà proprio a breve, e c’è quindi tutto il tempo per migliorare queste sbavature. C’è inoltre da considerare che, data la natura arcade del gioco, servirà – speriamo – diverso tempo per padroneggiare ogni livello e imparare a fare partite perfette alla ricerca del punteggio più alto. Anche il sistema per il quale abbiamo solo tre continua a partita va in questa direzione (e ogni volta che si decide di continuare la partita si perde il punteggio).
Quello che si può dire ora è che il Metal: Hellsinger ha un’impalcatura meccanica che funziona meglio delle aspettative. Bisognerà vedere se i dettagli, fondamentali in qualsiasi esperienza di questo tipo, saranno al loro posto.