In che anno siamo?
Con Crash Bandicoot nelle nostre console e roba come Jumanji e Star Wars in uscita al cinema prossimamente, omettendo poi tutta una serie di remake e reboot e remaster che da qualche anno a questa parte dominano il mercato, c’è un insegnamento da trarre: la nostalgia tira. In questo senso l’arrivo di un videogame sulle Micro Machines è un’operazione che non stupisce più di tanto, ma che anzi fa sorridere chi ha amato sia le celebri macchinine in sè, sia le loro versioni videoludiche apparse tra i primi anni ’90 e metà anni 2000, in particolare lo storico V3 del 1997 sulla prima PlayStation e il V4 del 2006 per PlayStation 2.
Purtroppo, però, le nostre aspettative sono state in parte ridimensionate fin dai primi passi che abbiamo mosso nel gioco…
“Micro” di nome e di fatto
Anche solo rispetto ai due titoli Micro Machines cui si accennava poco sopra, è più che evidente la carenza di contenuti di questo World Series. Nessun campionato e nessuna modalità single player offline, tanto per cominciare. In pratica se vi va di fare un tuffo solitario nel passato, assicuratevi di avere una connessione internet ed un abbonamento al Plus, grazie al quale vi sarà possibile giocare una serie di corse singole.
Oltre alle tradizionali gare ed alla storica modalità eliminazione, la novità sono le classiche modalità dei tipici giochi a squadre: cattura la bandiera, king of the hill, consegna esplosiva (c’è una bomba in gioco e dovrete farla esplodere nella base avversaria) e un deathmatch a squadre, quello sì, da fare in locale con fino a un massimo di tre amici oltre a voi. Una volta raggiunto il livello 10 si sbloccheranno poi anche le partite classificate, che offriranno un pizzico di sfida in più.
Sono pochine inoltre anche le dodici macchinine presenti, tutte dotate di proprie abilità peculiari, che però non sembrano tarate in maniera ottimale, cosa che vi farà rapidamente preferire alcuni veicoli a discapito di altri. Soprattutto nelle partite online, la cosa si nota ed è abbastanza antipatica.
E non lasciano completamente soddisfatti neanche i soli dieci circuiti (più cinque arene) presenti nel gioco, perlomeno nella quantità, visto che, sempre pensando al suo illustre predecessore, in Micro Machines V4 i circuiti disponibili erano 50 (per 25 macchine).
Sgommando tra pretzel e seghe circolari
A rendere giustizia al brand è però proprio il level design, veramente molto indovinato, con piste davvero ben curate. Insomma, sul classico tavolo da biliardo, o su quello della colazione, fino ad arrivare a quello da lavoro e a tutti gli altri livelli, vi divertirete molto, con circuiti ben progettati ed intelligenti, comprensivi di numerose scorciatoie da trovare e sfruttare. Tra i lati positivi anche l’online, che funziona abbastanza bene e, salvo sporadici episodi, è gestito in maniera piuttosto fluida e senza fastidiosi scatti.
Resta però la sensazione che si potesse fare molto di più: considerando il periodo in cui siamo e l’amore dei videogiocatori verso il marchio, sarebbe bastato un minimo d’attenzione e di contenuti in più a rendere questo Micro Machines World Series un gioco memorabile, più che un semplice ed effimero ritorno al passato. Ne esce invece un gioco abbastanza povero di contenuti, quasi esclusivamente online e proposto ad un prezzo neanche poi troppo ridotto (per portarvelo a casa dovrete spendere circa trenta euro).
Forse a questo punto vi conviene tirare fuori il vecchio camper che sicuramente avrete ancora in solaio. Probabilmente vi divertirete di più.
Verdetto
Micro Machines World Series è un’operazione riuscita a metà. Riesce a raggiungere la sufficienza, ma Codemasters avrebbe potuto sfruttare il trend della nostalgia in maniera molto più intelligente e consegnare un gioco che poteva essere una bomba. Ne viene fuori invece un titolo povero di contenuti, soprattutto se paragonato ai suoi predecessori, e che per tirare fuori il meglio di sé ha bisogno di una connessione a internet, visto che non esiste una campagna single player offline. Se avete tanti amici con cui giocarci, aggiungete pure un mezzo voto in più per il divertente deathmatch in multiplayer locale fino a 4 giocatori. Altrimenti, visto anche il prezzo non proprio contenuto rispetto alla ciccia che offre, valutatene l’acquisto con attenzione.