I migliori libri di fantascienza contemporanea per riflettere sul mondo del Ventunesimo secolo
Pensando alla fantascienza si immagina subito qualcosa proiettato nel futuro, per questo può sembrare paradossale che spesso si parli di titoli vecchi di quaranta o sessant’anni. Eppure la fantascienza è viva e attiva, e in tempi recenti sta tracciando nuove rotte verso il futuro che ci aiutano a capire anche il presente. Vediamo quali possono essere i migliori titoli di fantascienza del Ventunesimo secolo, scelti in base anche alla loro rappresentatività rispetto alle diverse anime di questo vastissimo genere.
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James S.A. Corey – The Expanse
Per molti l’idea di fantascienza coincide grosso modo con la space opera, ovvero esplorazione di pianeti, astronavi e battaglie spaziali. Un genere che ha avuto la sua massima espressione nella Golden Age della fantascienza ma che ha trovato forme di espressione anche nel XXI secolo. L’esempio migliore è indubbiamente la serie The Expanse di James S.A. Corey (nome collettivo dei due autori Daniel Abraham e Ty Franck). Una space opera in piena regola ambientata nel Sistema Solare, con eroi, fazioni in lotta, scontri e complotti. La saga conta attualmente di nove romanzi (e una manciata di racconti), editi in Italia da Fanucci, escluso l’ultimo uscito da poco in USA. Dai romanzi è stata tratta anche una serie tv dal discreto successo prodotta da Amazon, che coglie in pieno lo spirito dei libri. È facile immaginare che una volta completata la saga iniziale, gli autori continueranno a espandere questo universo facendolo diventare un vero e proprio franchise.
Liu Cixin – Il problema dei tre corpi
Rimanendo nell’ambito della fantascienza più classica, la saga di Liu Cixin che inizia con Il problema dei tre corpi è stata una delle più grandi rivelazioni degli ultimi anni. Non solo perché riesce a riproporre nel Ventunesimo secolo un tipo di fantascienza hard che forse era stato messo da parte, ma anche perché ha segnato ufficialmente l’ingresso della fantascienza cinese nel panorama internazionale. Questo romanzo inoltre riesce anche a unire le vicende storiche e culturali della Cina moderna con una trama carica di misteri da svelare. Forse non tutti i libri mantengono il livello immaginifico del primo, ma Il problema dei tre corpi ha senza dubbio segnato un’epoca.
Nnedi Okorafor – Laguna
Oltre a quella cinese, gli ultimi anni sono stati un momento scoperta di culture diverse da quella occidentale/anglofona all’interno della fantascienza, e si è vista la diffusione di autori e autrici di molte nazioni, tradizioni e minoranze fino a pochi anni fa quasi assenti nel panorama internazionale. Una di queste è Nnedi Okorafor, americana di origini nigeriane, che con il suo romanzo Laguna ha voluto anche reinterpretare uno dei topoi della sci-fi, ovvero quello dell’invasione aliena. In questo caso gli extraterrestri atterrano a Lagos, capitale della Nigeria, ma non hanno astronavi né raggi laser. Interagiscono con creature umane e non, si mescolano alla popolazione e cercano di portare un messaggio universale di condivisione e comprensione reciproca.
Andy Weir – L’uomo di Marte
Marte è stato uno dei pianeti più amati dalla fantascienza classica, a partire da Edgar Rice Burroughs fino a Ray Bradbury. In tempi più recenti forse ha perso parte del suo fascino, man mano che nuove missioni e sonde sul pianeta ci hanno svelato i suoi misteri. Se quindi non è più lo scenario adatto per storie di esplorazione, Andy Weir ne ha fatto l’ambientazione di uno dei migliori esempi di fantascienza umoristica del Ventunesimo secolo. L’uomo di Marte, nato come una serie di post sul blog dell’autore, è diventato presto un fenomeno planetario, grazie a un approccio che unisce l’umorismo geek a una discreta accuratezza scientifica in grado di soddisfare anche gli amanti della hard sf. Dal romanzo è stato tratto in tempi record anche il film Sopravvissuto – The Martian con protagonista Matt Damon girato da Ridely Scott.
Kim Stanley Robinson – New York 2140
Un altro autore che ha usato il Pianeta Rosso come ambientazione delle sue storie è Kim Stanley Robinson, campione della speculazione più pura e ancorata alla realtà. La sua saga di Marte è un capolavoro di analisi sociale, politica e ambientale basta sulla colonizzazione di Marte… anche se tecnicamente non appartiene a questa lista in quanto pubblicata prima del 2000. Ma Robinson rimane un autore di riferimento anche per la fantascienza del XXI secolo, ed è diventato uno dei più validi interpreti della climate fiction che mostra le possibili conseguenze del cambiamento climatico, come nel caso di New York 2140, ambientata nella città americana allagata al punto che solo i piani più alti dei grattacieli sono abitabili. Come sempre l’autore infonde nelle sue storie diversi livelli di lettura, e in questo caso il romanzo parte dall’innalzamento dei mari per portare poi una forte critica nei confronti dell’ipercapitalismo finanziario.
Cormac McCarthy – La strada
Parlando di sconvolgimenti planetari, un altro dei filoni classici della fantascienza è il postapocalittico, che racconta storie ambientate in un mondo che è stato distrutto da catastrofi di vario genere (asteroidi, invasioni aliene, guerre nucleari…) e in cui i superstiti devono adattarsi per sopravvivere e magari ricostruire la civiltà. Il postapocalittico è un genere sempre in voga e che ha avuto momenti di intensa espansione, come nel periodo della Guerra Fredda in cui l’annientamento nucleare dei due blocchi sembrava quasi inevitabile. In certi casi però alcune storie parlano del mondo dopo l’apocalisse senza rivelare di preciso che cosa l’abbia scatenata, come nel caso di La strada, romanzo di Cormac McCarthy, un autore non tradizionalmente associato al genere. La storia di un padre e un figlio in viaggio in uno scenario di completa devastazione. Nonostante il clima di disperazione e ferocia, il romanzo concede comunque qualche barlume di speranza pur nella situazione più buia. Il film del 2009 con Viggo Mortensen riesce a veicolare bene le atmosfere cupe del libro.
Kazuo Ishiguro – Non lasciarmi
Rimanendo nell’ambito di autori non strettamente identificati con la fantascienza troviamo Kazuo Ishiguro, scrittore inglese nato in Giappone, che è tornato al genere anche con il recente Klara e il sole. In Non lasciarmi seguiamo le vicende di tre ragazzi che sono stati concepiti come cloni all’unico scopo di fare da donatori di organi per la popolazione. La loro vita serena e le loro relazioni sono quindi costantemente offuscati dalla consapevolezza che, poco per volta, il loro corpo sarà demolito e destinato ad altre persone. Una storia soffusa ma dolorosa, che si fonda su uno dei dilemmi etici più complessi posto dalle possibilità della biotecnologia. Anche questo è diventato un film di successo nel 2010.
- Qui potete leggere la recensione di Klara e il sole
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China Miéville – Embassytown
La fantascienza permette di avventurarsi in territori di estrema sperimentazione anche letteraria, e China Miéville è sicuramente uno degli autori contemporanei che osa di più nelle sue opere. La complessità delle sue idee, le ambientazioni vaste e la scrittura a tratti ermetica, che non si preoccupa di mettere i lettori a loro agio, rendono Miéville uno degli autori di fantascienza più caratteristici del Ventunesimo secolo. Non è facile individuare un’unica opera tra le sue, ma forse Embassytown si può considerare una delle più ambiziose, per come collega il linguaggio agli schemi di pensiero di una specie totalmente aliena, la cui comprensione è vitale per lo sviluppo della storia. Un libro di non facile lettura anche per la narrazione non lineare, ma su cui vale davvero la pena impegnarsi.
Ann Leckie – Ancillary Justice
Sempre nel campo della sperimentazione linguistica possiamo trovare la trilogia del Radch di Ann Leckie. Classificabile come space opera, poiché racconta di un impero galattico che sottomette e sfrutta vari pianeti, Ancillary Justice approfondisce però anche temi come l’identità di genere, grazie ad alcuni espedienti narrativi e letterari che confondono volutamente l’uso dei pronomi e delle caratteristiche che distinguono il genere dei personaggi. La serie ha ricevuto anche diverse critiche, ma si è comunque guadagnata un posto come uno dei più innovativi approcci alla space opera nella fantascienza del Ventunesimo secolo.
Jeff VanderMeer – Annientamento
Continuando a esplorare i confini e le sperimentazioni, Jeff VanderMeer è un autore che della contaminazione fa il suo valore principale, infatti scrive storie di difficile collocazione, a cavallo tra speculative fiction, weird e horror. La sua trilogia dell’Area X che inizia con Annientamento rientra in pieno in questo territorio, con la storia dell’esplorazione di una zona infestata da un’entità aliena non meglio definita in cui le normali leggi fisiche e biologiche non valgono più. A partire da questa premessa si arriva a interrogarsi sui confini dell’identità in un percorso che mescola horror, weird e uncanny. L’adattamento cinematografico di Alex Garland non ha avuto vita facile ed è stato infine distribuito da Netflix.
N.K. Jemisin – La quinta stagione
Parlando di contaminazioni non si può ignorare la serie della Terra Spezzata di N.K. Jemisin, autrice che con questi romanzi ha sbancato tutti i maggiori premi di settore, anche se per certi versi la storia può essere classificata anche come fantasy, a dimostrazione che la fantascienza del Ventunesimo secolo è sempre più liquida nella sua definizione. La quinta stagione è una storia ambientata in un mondo costantemente sconvolto da terremoti ed eruzioni, spesso causati dagli orogeni, individui particolari capaci di indurre movimenti tellurici anche a loro insaputa. Proprio per questa pericolosa capacità, gli orogeni sono temuti e discriminati, e il potere centrale cerca di controllarli se può, altrimenti si limita a sterminarli. I livelli di lettura di questi romanzi sono molteplici e rendono la Terra Spezzata tremendamente attuale, con buona pace di chi dice che la fantascienza non ha più niente da dire.