Minority Report: un libro che diventa un film che diventa una serie TV
Per le Serie Tv questo è sicuramente un periodo di enorme successo, tra network sempre pronti a lanciare nuovi prodotti, e Netflix che arriva persino in un paese arretrato come l’Italia, l’intrattenimento seriale sta mettendo radici e diventando sempre più importante al pari di medium più “grandi” e redditizi come videogaming e cinema. Tutto questo, oltre a portare sul piccolo schermo centinaia di nuove serie ogni anno, ha anche fatto sì che le case produttrici iniziassero a pensare in maniera più astuta e furba, sfruttando le licenze più disparate e mettere sul mercato prodotti dal successo assicurato. Sto ovviamente parlando di tutte le Serie Tv con Supereroi Marvel, delle trasposizioni come Fargo, Hannibal e ultimi ma non ultimi Limitless e Minority Report, di quest’ultimo siamo già riusciti a vedere il primo episodio e quindi eccoci qui con la nostra rubrica Episodio Pilota!
Minority Report è un film del 2002 diretto nientepopodimeno da Steven Spielberg, e tratto dall’omonimo romanzo di Philip Dick. La Serie Tv di Minority Report a conti fatti, più che un remake/reboot è un vero e proprio sequel del film del 2002 (il quale traeva dal romanzo atmosfere e ambientazioni, mentre la trama subì profonde modifiche). Per chi non avesse il film, è difficile entrare subito nel mood che la serie vuole trasmettere, di fatto, molte informazioni vengono solo accennate di sfuggita, lasciando allo spettatore il compito di cercarsele da solo o, molto più semplicemente, di vedere il film del 2002. In poche parole ci troviamo nel futuro, precisamente a Washington, ed una speciale unità anti-omicidi ha per sei lunghi anni, prevenuto tutti gli omicidi che altrimenti sarebbero avvenuti in città. La Precrimine, questo il nome della squadra, si avvale del potere di tre fratelli (i Precog) capaci di vedere anzitempo qualsiasi omicidio e permettere così alla polizia di intervenire tempestivamente. Il sistema però, oltre presentare evidenti limiti legali e morali, non è esente da difetti per così dire tecnici: i cosidetti Rapporti di Minoranza, da cui la serie e il film prendono il nome. Come scritto poc’anzi i tre fratelli, in maniera unisona, predicono il futuro, tuttavia in alcuni casi la sorella maggiore Agatha è capace di predire un “finale alternativo” cosa che, se consideriamo la possibilità che il delitto non avvenga affatto, rendendo il potenziale colpevole un potenziale innocente, manda a quel paese l’intera credibilità del sistema Precrimine. Proprio un Rapporto di Minoranza funge da pretesto per l’intera pellicola, la quale culminerà (scusate lo spoiler, ma parliamo di un film di tredici anni fa) facendo scogliere l’unità Precrimine e “nascondendo” alla popolazione i Precog.
La serie di Minority Report si svolge esattamente dieci anni dopo gli eventi del film, col ritorno in scena di Dash, uno dei tre fratelli (quello con i poteri più limitati) intento a sfruttare le sue capacità per sventare dei crimini e sentirsi così un eroe. Dash è quello che si potrebbe definire un’amabile sfigato, un ragazzo ricco di buoni propositi e dall’enorme potenziale umano, frenato solo dalla sua indicibile sfiga e dalla sua completa mancanza di attitudini sociali; praticamente una versione naive di Sheldon Cooper, solo meno intelligente ma con il potere di prevedere parzialmente il futuro.
Dash però non è solo un ragazzo ingenuo con la fissa di salvare il mondo, è anche una persona estremamente tormentata dal suo passato, dall’incubo di aver vissuto per la maggior parte della sua vita connesso ad un apparecchio capace di leggere i suoi pensieri (e le sue previsioni) e dalla paura di aver perso suo fratello, misteriosamente scomparso di recente. Grazie alla sua “passione” per gli omicidi, Dash incontrerà l’avvenente detective Lara Vega. Ecco così che la serie Minority Report si mostra realmente per quello che è: un crime fantascientifico. Non mancherà quindi il solito caso da risolvere, i soliti cattivi (ma mica tanto) da fermare, il tutto immerso in un’interessante atmosfera futuristica, più ovviamente le immancabili previsioni (incomplete) di Dash.
Il primo episodio di Minority Report fa adeguatamente bene il suo dovere; ci vengono presentati i personaggi, tutti discretamente caratterizzati, anche se di certo siamo lontani dal carisma di un Walter White o di Rust Cohle, in tal senso sia Dash che Lara, possono sembrare quasi piatti ed anonimi, ma ciò non deve essere considerato obbligatoriamente un difetto, anzi ci sono sembrati completamente a loro agio in questo tipo di produzione, regalandoci anche qualche piccolo siparietto comico che si sposa benissimo con trame e ambientazioni. C’è stato persino tempo per un momento WTF niente male, in cui l’assassino di turno cerca di utilizzare come arma del delitto, un piccione portatore di malaria (sì, avete letto bene) e controllato tramite un’interfaccia neurale.
Cosa ci è piaciuto?
Essendo fan del film, non potevamo che essere contenti di rivivere l’atmosfera della pellicola di Spielberg. Quella di Minority Report è sicuramente un’idea interessante, capace di adattarsi benissimo ai ritmi e alle esigenze del piccolo schermo. Insomma, si tratta pur sempre di omicidi no? E quale miglior pretesto per creare una crime series?
Cosa non ci è piaciuto?
Benché nel complesso, come detto anche qualche riga più sopra, Minority Report funzioni abbastanza bene, siamo comunque lontani dall’avere tra le mani il prossimo serial di successo che cambierà la percezione di questo media. Personaggi discreti ma poco carismatici, un copione che fa unicamente il suo lavoro senza mai stupire lo spettatore, effetti cliffhanger completamente telefonati, fanno sì che il prodotto non si elevi troppo dalla massa.
Continueremo a vederlo?
Non mancheremo di vedere altri episodi, questo è certo. Non sempre un’episodio pilota può farci capire quanto e come quella determinata serie ci prenderà. Se Minority Report riuscirà anche nei prossimi episodi a tenerci incollati allo schermo, e non perdersi in quell’ormai tipica ruotine, noiosa e scontata, di molti crime, sicuramente continueremo a vederlo. In poche parole se siete fan del film, date un’opportunità a questa serie.