Dopo otto anni dall’annuncio esce l’atteso secondo capitolo di Mount & Blade: Bannerlord
Quattro anni dopo l’uscita del primo capitolo la TaleWorlds Entertainment ha annunciato che stava lavorando ad un secondo capitolo per la saga, è nel 2012 infatti che esce su Youtube e sul sito ufficiale la notizia che questo nuovo capitolo era in lavorazione col nome di Bannerlord. Nonostante l’annuncio fosse del 2012, la data di lancio del gioco è stata rimandata più volte fino al 30 marzo 2020, quando Mount & Blade II: Bannerlord è stato messo in early access, ma pur essendo una versione ancora ad accesso anticipato il gioco promette veramente tanto. Perché questa lunga attesa? I ragazzi della TaleWorlds hanno fama di essere dei perfezionisti e infatti fino ad ora hanno fatto un ottimo lavoro e vi sono numerose novità che ampliano la modalità di gioco sotto tutti i punti di vista, sia per il singleplayer sia per il multiplayer.
Andando a vedere l’ambientazione, sarebbe più corretto parlare di un prequel, poiché il gioco è ambientato diversi secoli prima del precedente. Le fazioni del primo si ispiravano ad un Europa tardo medievale, qui invece abbiamo un focus molto precedente, ricollocabile all’epoca del tardo Impero Romano e al primo Impero Bizantino, dei quali l’Impero di Calradia frammentato in tre parti ne è un chiaro rimando.
La campagna ora ha tutto un altro sapore, i miglioramenti grafici sono a dir poco eccezionali: il continente di Calradia infatti è ora molto più grande e ricco di dettagli topografici, le molte attenzioni rivolte ai particolari geografici contribuiscono a creare un’esperienza grafica molto più appagante.
L’attenzione ai dettagli in Mount & Blade: Bannerlord, come già detto, è stata molto alta, un esempio di ciò lo si può trovare nei nomi delle città e dei castelli: un giocatore che abbia giocato il primo capitolo ricorda molto bene qualche nome di città importante o di qualche castello, qui è interessante vedere come quelle stesse città avviano un nome leggermente diverso come la città di Praven, che qui porta il nome di Pravend o la vecchia Wercheg qui si chiama Varcheg, come a sottolineare che col passare di secoli alcuni nomi e toponimi sono mutati ed evoluti al pari della cultura. Talvolta queste sottili ma essenziali differenze le si notano anche in una tipologia di architettura leggermente diversa, un’altra sottigliezza che oltre ad aggiungere una profondità storica dei fatti, ricalca un processo molto simile avvenuto nel passaggio tra antichità e medioevo.
Le migliorie riguardano anche e soprattutto tutta la gestione della campagna, ciò che poteva essere migliorato è stato migliorato e le novità influiscono sul gioco a 360 gradi. L’antropizzazione di Calradia è stata resa molto più capillare con l’aggiunta di molti nuovi castelli, città e villaggi; la loro amministrazione e gestione è stata resa molto più semplice e intuitiva, evitando le vecchie situazioni tali per cui un personaggio possedesse una serie di villaggi sparpagliati in giro per la mappa. Oltre a questo, in virtù dell’aumento di centri urbani, il team di sviluppo ha aggiunto l’icona del personaggio sulla mappa, così da poter localizzare la propria posizione in qualunque momento.
Come già accennato l’interfaccia di interazione con gli insediamenti è stata migliorata e resa più dinamica: innanzi tutto è stato aggiunto un pannello dove è possibile selezionare direttamente i png presenti in città, senza doverli cercare manualmente tra le vie (opzione che comunque non viene preclusa qualora il giocatore volesse intraprendere un’esperienza più immersiva). Inoltre qualora questi png avessero delle eventuali missioni da assegnare al nostro personaggio, questo sarebbe segnalato da un piccolo punto esclamativo presente sul loro ritratto. Una novità inerente solamente le grandi città invece è l’aggiunta di nuovi elementi gestionali come la prosperità, la lealtà, il cibo e la sicurezza, così da aprirsi un po’ di più all’esperienza gestionale.
Andando al cuore della campagna, le novità riguardano un po’ tutto a partire dalla creazione del personaggio: questa continua a mantenere il carattere tipicamente narrativo dove i punteggi delle caratteristiche vengono collegati al passato del protagonista, ma viene dato più spazio all’infanzia e all’adolescenza del personaggio, nonché alla cultura di appartenenza che conferisce dei bonus specifici. L’avanzamento di livello è leggermente diverso, con delle abilità aggiuntive sbloccabili di volta in volta in base al livello e al grado di una determinata caratteristica. In base alle scelte fatte nella creazione del personaggio, questi avrà assegnate alcune missioni all’inizio della campagna così da calarsi subito nella storia, fornendo in questo modo un senso di continuità tra la trama del gioco e le scelte fatte in precedenza. In aggiunta ora è possibile creare da zero il proprio vessillo sperimentando tutte le varianti estetiche possibili anziché scegliere tra un elenco di stendardi papabili.
La gestione del proprio party, degli insediamenti e del clan è stata massimizzata tramite l’utilizzo di un apposito pannello che permette di navigare tra queste opzioni più velocemente; anche l’inventario ha subito delle modifiche, è stato aggiunto un valore totale di ingombro degli oggetti posseduti dal personaggio a simboleggiare maggior realismo, sostituendo in parte il vecchio sistema a slot, così come sarà possibile scegliere anche una variante di vestiario per missioni o eventi di gioco che non prevedono l’andare in battaglia.
Le novità inerenti la modalità multigiocatore non sono state da meno, il team di sviluppo ha aggiunto e diversificato tutte le modalità possibili di scontro dando la possibilità ad un giocatore di poter scegliere tra quattro tipologie differenti. Il Deathmatch a squadre rimane un evergreen, semplice ma intramontabile e permette di provare qualunque tipo di classe presente nel gioco; la modalità Assedio invece si presenta molto sfiziosa, permette infatti a due squadre assai numerose di scontrarsi per la conquista di una fortezza andando a controllare dei punti strategici sulla mappa; la modalità Schermaglia consiste in piccoli scontri a squadre composte da sei giocatori per parte che dovranno sconfiggere l’altra squadra tramite uccisioni o il controllo di punti segnalati, una tipologia incentrata su piccoli scontri individuali e duelli.
Ma senza ombra di dubbio la modalità di gioco più succulenta è Captains, dove diviene possibile giocare online assieme ad altri giocatori (le squadre sono sempre composte da sei giocatori ciascuna) con le tipiche dinamiche di combattimento e gestione dei soldati di Mount & Blade. Ogni giocatore infatti non gestisce solamente un solo personaggio, bensì comanda un intero gruppo di soldati, una tipologia di gioco che permette di vivere un’esperienza videoludica estremamente immersiva dal punto di vista strategico, nonché estetica. Si tratta di una modalità di gioco del tutto inedita, che unisce elementi strategici ad altri di un MMORPG in una sinergia veramente eccellente.
Un gioco come Mount & Blade II: Bannerlord anche come early access si presenta gradevole sotto tutti i punti di vista. Un gioco che ha condensato in sé elementi tipici di almeno quattro tipologie di giochi differenti senza scadere nel banale o nel ripetitivo: basti pensare che tutta la caratterizzazione del personaggio, l’avanzamento di livello e le missioni da compiere hanno una struttura tipica di qualunque GDR; la gestione delle proprie truppe, le relazioni diplomatiche e la gestione degli insediamenti hanno delle dinamiche che richiamano in modo eccellente la tipologia di un gioco strategico gestionale; il multiplayer ha tutti gli elementi in regola per soddisfare qualunque desiderio per chi ama i MMORPG ad arena senza impegno; infine la struttura complessa del gioco ha al suo interno alcuni elementi tipici di un sandbox, come ad esempio la possibilità di potersi forgiare la propria arma partendo dalla compravendita delle materie prime.
Bannerlord è veramente un gioco completo sotto tutti i punti di vista e può soddisfare le esigenze di una grossa fetta di videogiocatori senza stancare mai. Purtroppo essendo ancora una versione ad accesso anticipato mancano alcuni elementi o altri sono incompleti, per esempio la varietà di arene per il multiplayer non è molta, la campagna in giocatore singolo risulta ancora un po’ limitata ed è verosimile ipotizzare che, oltre a dei miglioramenti, potrebbero essere fatte delle piccole modifiche da qui fino al giorno dell’uscita ufficiale. Nonostante ciò, tutto lascia presupporre il meglio per questo gioco, sia perché le patch stanno uscendo a ritmo serrato, sia perché fino ad ora il lavoro del team di sviluppo è stato impeccabile.