Purtroppo quello che in internet si è ricorso per tutta la notte è vero: l’amato attore Robin Williams è stato trovato morto ieri notte nella sua abitazione di Tiburon (California), non distante da San Francisco. Nato nel 1951 a Chicago, Williams aveva studiato alla scuola di recitazione Juilliard di New York City, dal quale aveva poi cominciato a cercare carriera per sfondare ad Hollywood. Esplosivo, gioviale ed avido videogiocatore (tanto da aver chiamato sua figlia Zelda), l’attore, purtroppo, soffriva da diverso tempo di una forte depressione, tant’è che il medico legale non esclude la possibilità di un suicidio, con decesso per asfissia. Proprio di recente, a causa di una forte dipendenza dall’alcol, l’attore era tornato in riabilitazione, passando un po’ di tempo all’interno del Hazelden Addiction Treatment Center, partecipando ad un programma sulla sobrietà che lo aiutasse a liberarsi della sua fortissima dipendenza dall’alcol. Non era la prima volta che Williams si ritrovava vittima di una dipendenza, e già nel 2006 finì in riabilitazione per la sua dipendenza dall’alcol. Sempre nello stesso anno, poi, confessò ai microfoni di un’intervista il suo stato d’animo nei confronti della vicenda, ammettendo pure di aver fatto – in passato – uso di cocaina.
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Tutto il mondo dello spettacolo (e non solo) si stringe, nelle ultime ore, al capezzale di Robin. Attore estroso e poliedrico che ha accompagnato molti di noi al cinema per tanti anni con ruoli memorabili e, perché no, anche con i suoi film più altalenanti. Negli ultimi anni l’attore aveva subito un forte calo di popolarità, dovuto alla partecipazione di pellicole mediocri, ma i più lo ricordano specialmente per i film che lo hanno reso celebre, come Jumanji, Good Morning Vietnam, Mrs. Doubtfire, Hook e il suo “classico” Will Hunting. Film dal successo planetario per la cui interpretazione vinse un Oscar per Miglior attore non protagonista.
Arrivato alla popolarità con uno spin-off di Happy Days, Mork & Mindy, l’attore era recentemente tornato in tv con una sitcom della CBS, “The Crazy Ones”, chiusa dopo una sola stagione a causa degli scarsi riscontri di pubblico. Quel pubblico che lo aveva amato e che, purtroppo, negli ultimi anni non ha saputo sostenerlo, ed anzi lo ha criticato aspramente. L’ipotesi è che la sua depressione lo abbia portato a compiere un gesto fatale, abusando di medicinali che gli abbiano in qualche modo indotto un blocco respiratorio. Se ne va, insomma, in modo tragico, uno dei più amati attori di Hollywood, apparentemente vittima, anche lui, del successo. Non sappiamo quali siano i motivi che hanno portato Robin alla morte, così come non è chiaro se si sia trattato o meno di suicidio. Quel che conta è che se ne va un’icona, un attore amato che ora, purtroppo, diventerà “compianto”. Paradossalmente l’uomo del sorriso, quello che ci ha fatto tanto ridere, era forse il più triste di tutti e noi ce ne siamo accorti troppo tardi. Non abbiamo scritto tutto questo per fare i “coccodrilli”. Non lo abbiamo fatto neanche perché fosse un nostro dovere. Lo abbiamo fatto su ispirazione del messaggio della famiglia Obama. Un messaggio che coglie la memoria di questo incommensurabile attore. In quel messaggio, che tanto bene ha riassunto il mio pensiero di stamattina si dice: “Robin Williams è stato un aviatore, un medico, un genio, una tata, un presidente, un professore, un Peter Pan al grido di ‘Bangarang!”e tutto il resto. Ma è stato un unicum. Atterrò nella nostra vita nei panni di un alieno, ma è riuscito a toccare ogni parte dello spirito umano. Ci ha fatto ridere. Ci ha fatto piangere. Ha dato il suo talento incommensurabile liberamente e generosamente a chi ne aveva più bisogno, dalle nostre truppe di stanza all’estero, agli emarginati sulle nostre strade. La famiglia Obama offre le proprie condoglianze alla famiglia di Robin, ai suoi amici, e a tutti coloro che hanno trovato la propria voce e il proprio verso grazie a Robin Williams. Ecco, io mi sento tra quelli che hanno trovato la propria voce per bocca sua, e dei suoi personaggi. In questo tran tran che è l’informazione digitale, non abbiamo dubbi che saremo letteralmente bombardati da una moltitudine di notizie diverse e controverse sulla vita dell’attore. Qualcuno lo ricorderà per il suo bipolarismo, qualcun altro per il suo interesse verso la beneficenza. Altri troveranno dell’attore gli aspetti più cupi, forse qualcuno ne ricorderà quelli più solari. Come sia sia noi, oggi, fermiamo per qualche ora le “rotative”. Amaramente possiamo solo ammettere che oggi muore, letteralmente, un pezzo della nostra infanzia. Non per l’uso trito di una frase concettualmente banale, ma perché stavolta, purtroppo, è davvero così.
Addio Robin.