Gotham: le nostre impressioni sul pilot

Ormai iniziano ad essere tante, non bastassero i film tratti da fumetti più o meno famosi, anche le serie tv a tema comics iniziano a fioccare: vedi Arrow, Smallville di qualche anno addietro e i prossimi The Flash e Constantine; ai già citati si aggiunge forse l’eroe più amato di tutti i tempi: Batman… tralasciando il fatto che “Il Cavaliere Oscuro” così come lo conosciamo nella serie non dovrebbe comparire affatto, e che Gotham non è altro che un prequel ambientato nell’universo ideato da Bob Kane e Bill Finger. Dettagli.

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Ok, non c’è Batman… del resto la serie non si chiama Batman, no? Sembra una frase detta così alla leggera, ma volendoci riflettere un attimino la scelta di puntare non sul protagonista ma unicamente sulle ambientazioni potrebbe essere vincente. Ormai sull’uomo pipistrello se ne sono viste tante, e benché l’idea di una riproduzione seriale su Bruce Wayne ci sembri comunque incredibilmente interessante, riconosciamo l’enorme potenziale che una serie sulla mole di personaggi nati, vissuti e morti a Gotham dai suoi albori ad oggi, sia da tenere in considerazione. Con questi presupposti e “grazie alla magia dell’internet” siamo riusciti a vedere l’episodio pilota di Gotham. Ve lo diciamo subito: se vi piace Batman questa serie potrebbe essere motivo di sconfinata gioia o – ahinoi – un catalizzatore di imprecazioni non da poco. Il fatto è questo, qualunque prodotto fanservice (perché è di questo che stiamo parlando) si scontra inevitabilmente con le aspettative dei fan (cosa di per sé giusta) e soprattutto con gli inevitabili paragoni tra le produzioni, per così dire, ufficiali (indipendentemente se per voi ad essere ufficiale è il fumetto o il film). Gotham come già detto è un prequel e prende il via proprio dall’omicidio dei coniugi Wayne e fin qui nulla di nuovo, solo che al posto di andare avanti nel tempo la storia continua senza interruzioni. La trama sarà incentrata, per l’appunto sulla risoluzione del caso da parte del detective Gordon qui interpretato da Benjamin McKenzie, il belloccio di The O.C., cosa che inizialmente ci aveva lasciato un po’ interdetti, mentre in realtà il buon McKenzie è riuscito in questo primo episodio a farci ricredere. Buon per lui.

Gotham

La serie come dicevamo attinge a piene mani dal fumetto e dai film, riempendo la puntata di citazioni e cameo a non finire. Anche chi non ha il mantello di Batman a mo’ di sacra sindone in casa, non faticherà a riconoscere i vari personaggi. C’è Nygma, un tizio della scientifica un po’ sfigato. C’è Ivy, una bambina che ha sicuramente subito più di qualche violenza. C’è il Oswald o il Pinguino, uno spilungone… uno spilungone? No, non è un errore di battitura. Qui il Pinguino, oltre che snellissimo, è anche un bel pezzo d’uomo (sì fa per dire). Dettagli, parte seconda. Tralasciando le imprecisioni, volute o non volute, Gotham ha di sicuro un enorme potenziale immaginifico, figlio non solo del fanservice più sfrenato ma anche di una regia dalle tinte cupe, più simili a quelle di Nolan che al noir gotico di Burton, capace dalle prime battute di trasportarci a Gotham e di renderla quantomeno “credibile” agli occhi di chi guarda. A patto che non vi lasciate trasportare troppo dal concetto di riproduzione fedele, e che non siate alla ricerca quelle chicche che sono un vero fan saprebbe scovare… perché rimarrete delusi, Gotham più che un prequel ufficiale è una sorta di omaggio, un tie-in discretamente riuscito che sfrutta ambientazioni e personaggi già visti per raccontare una storia tutta sua. E qui viene il bello, o almeno dovrebbe essere così. Perché su alcuni dettagli vogliamo essere accondiscendenti e guardare alla serie con il giusto spirito critico. Dimentichiamoci del nome Gotham, dimentichiamoci del povero Bruce Wayne e dopo una settimana di terapia dimentichiamoci anche del Pinguino spilungone, dimentichiamoci di tutto. Immaginiamo di vedere Gotham come se Batamn non fosse mai esistito. Cosa resta di buono? Resta una serie tv dall’enorme impatto visivo: una città decadente, arrabbiata, pericolosa. Tutto il resto è un trionfo di superficialità. Un abbozzo, un’idea seguita con poco coraggio. Gli attori fanno discretamente il loro lavoro, non si calano mai veramente nella parte. La sceneggiatura è scritta alla meno peggio, ricalcando un po’ quelli che sono i dogmi di questa tipologia di produzione, senza inventiva, senza troppo osare si chiude così questo primo episodio.  Saranno dettagli… ma fanno la differenza.