E quindi uscimmo a rimirar le stelle… di Nolan
Avete presente la sensazione che avevate da piccoli, quando il giorno di Natale dovevate scartare un giocattolo e speravate fosse il vostro preferito? Sono certo di sì; alcune emozioni non si scordano mai. Non le scordiamo mai perché continuiamo a viverle, seppur se ne modifichi la forma e il contenuto.
Chi ama un regista ed il suo cinema attende il suo prossimo film con trepidazione e resta sotto quell’albero di Natale fatto di idee e di pellicola, strappando la carta e agitandosi dall’emozione non appena scorrono i titoli di testa e compare il logo della casa di distribuzione. Christopher Nolan, checché ne dicano alcuni puristi del cinema ottocentesco, è uno di questi: per i suoi fan i due anni che generalmente intercorrono tra l’uscita nelle sale del suo ultimo film e l’avvento del successivo sembrano durare una vita. Per fortuna a porre fine a questa attesa ci pensa Interstellar.
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In molti hanno criticato e continuano a contestare il cinema del regista londinese, che ha già lasciato l’impronta delle mani al Grauman’s Theatre, ignorando che questa arte non si è fermata ai fratelli Lumière, ma si è evoluta moltissimo. L’attesa dunque è sempre ben ripagata, perché sebbene il cinema non sia una scienza esatta, il limite tra l’oggettività e la soggettività a volte è ben più labile di quanto si pensi. Possono piacere o no, ma alcuni film sono insindacabilmente capolavori. La perfezione si ottiene con un’attenta miscela di elementi, che nel caso di Nolan si inseriscono in automatico nella categoria. Sono rarissime le trilogie che, come quella di Batman, se viste cronologicamente ed in maniera analitica risultino un unico grande film, grazie soprattutto ai numerosi riferimenti incrociati tra le tre pellicole, che sfiorano l’eccellenza. Restando in tema di perfezione, i Nolan non sono certo gente che lascia gli eventi in balìa del caso. Per la creazione di Interstellar sono stati studiati documenti e ascoltati numerosi esperti del settore, cercando di avvicinare il più possibile la finzione alla realtà ed in tal caso alla scienza, attirando lo spettatore nella complessa spirale tra verità e leggenda sui wormhole, ovvero i tunnel spazio-temporali che sono alla base del film. Oltre ai wormhole ci sono i crop circles, ovvero i cerchi nel grano, altro elemento presente nel nuovo capitolo nolaniano e per la creazione dei quali il regista ha chiesto aiuto alla troupe che già se ne era occupata in Man of Steel di Snyder.
Ancora una volta quindi si cercherà di mixare al meglio la sostanza per dar vita alla più perfetta creazione cinematografica della “verosimiglianza”, con tanta scienza e anche tanto amore, nell’accezione più ampia del termine. Nolan è molto attento anche a questo; ogni storia deve avere un proprio aspetto emozionale, altrimenti in tre ore di film la mente dello spettatore va a zonzo nello spazio fino ad incrociarsi con i detriti della narrazione. Tanta carne al fuoco in Intestellar, per un’opera di circa 170 minuti che probabilmente faranno dell’intensità e del richiamo all’attenzione dello spettatore la loro arma in più. Il cast “stellare” sarà guidato dal Premio Oscar Mattew McConaughey al quale faranno seguito il fedelissimo Michael Caine, e le attrici più belle e più brave del momento: Anne Hataway e Jessica Chastain.
Il 6 Novembre è alle porte, data in cui Interstellar verrà proiettato nella sale, e noi che aspettiamo questo giorno da due anni non vogliamo farci trovare impreparati; iniziamo intanto a mettere la testa fuori, pronti a rimirar le stelle.