L’evoluzione della narrativa nell’era di internet e dei social network
Per secoli fare narrativa ha significato pubblicare un libro: un parallelepipedo di carta con pagine stampate a caratteri mobili. La tecnologia si è evoluta e il mercato con essa, ma sostanzialmente un libro è rimasto sempre un libro. Solo in tempi recenti, con l’avvento di Internet, sono iniziate a emergere nuove forme di narrativa nata online, che trovano la loro collocazione nelle forme e meccanismi propri della Rete.
Breve storia triste del libro del futuro
Quando le prime forme di comunicazione di massa hanno iniziato a diffondersi, gli addetti ai lavori hanno profetizzato fin da subito l’imminente morte del libro. Sostituito dai radiodrammi, dai talk show, dalle live su Youtube. Ogni pochi anni emerge qualche nuova applicazione che promette di seppellire per sempre i libri, ma puntualmente questi sopravvivono.
È vero che la tecnologia ha permesso al libro di evolversi oltre la sua forma materiale. La lettura si è spostata in parte su dispositivi diversi da quel parallelipedo di carta, ma l’entità-libro è rimasta pressoché intatta come unità fondamentale della trasmissione di cultura o intrattenimento. Il successo degli e-book da un lato e il fallimento di altre iniziative più grossolane come i flipback dall’altro, non hanno comunque squalificato l’idea di libro in quanto tale. Cambia la forma, ma non la sostanza.
Almeno fino a qualche anno fa. Internet ha rivoluzionato praticamente ogni aspetto della vita quotidiana, e anche il modo di fruire la narrativa online ha subìto alcune sensibili variazioni, che se non hanno portato all’estinzione del libro, quanto meno hanno spinto alla nascita di numerose sottospecie, ognuna adattata per sopravvivere nella propria nicchia filologica.
Un tempo qui era tutta fanfiction
Uno degli aspetti più importanti della Rete che era stato previsto anche prima della sua nascita è quello dell’accessibilità universale alle informazioni. L’immediata disponibilità dei canali di comunicazione ha portato quindi anche a una democratizzazione del processo di scrittura e pubblicazione. La narrativa online nasce dal basso, non ha bisogno dell’intervento di un editore, un tipografo, una libreria. Almeno a livello teorico.
Il modo in cui questo si traduce nella pratica è la proliferazione di tutte quelle forme di editoria “alternativa”, che in genere si limitano alla componente digitale, senza controparte fisica. Ma il self publishig è soltanto la manifestazione più estrema di questo approccio. Al di sotto di quell’immensità di titoli nella classifica Amazon esiste un vastissimo panorama di testi la cui pubblicazione si limita alla presenza su siti e portali dedicati alla scrittura e condivisione delle opere.
Ad oggi il maggior contenitore di questo tipo di produzione è Wattpad, piattaforma per autori che nasce e si regge principalmente sulla fanfiction, ovvero la scrittura di storie che utilizzano personaggi e universi narrativi già esistenti oppure star della musica e dello spettacolo.
Il mondo delle fanfiction è sconfinato e popolato per lo più di autori giovani e inesperti, e per sua definizione porta a opere derivative e limitate nella diffusione per ovvie ragioni di copyright. Ciò non toglie però che anche su Wattpad si possano trovare testi meritevoli, se si ha la pazienza di cercare. Non mancano nemmeno gli autori di Wattpad o piattaforme analoghe che hanno scavalcato il muro e sono stati assorbiti dal mercato editoriale tradizionale, anche se i casi più noti non sono certo esempi di virtuosismo letterario: da Cinquanta sfumature di grigio di E.L. James nata come fanfiction di Twilight, ad After di Anna Todd che era invece fanfiction sugli One Direction. In Italia invece abbiamo avuto My Dilemma is You, per rendere l’idea.
Le nuove forme di narrativa online
Wattpad e selfpublishing sono però in ultima analisi solo un canale diverso per proporre quello che già esiste nel caro obsoleto libro di carta: una storia di una certa lunghezza e qualità. Forse queste hanno dato l’opportunità di trovare un pubblico a chi non l’avrebbe mai trovato sui canali ufficiali dell’editoria, ma sempre di racconti o romanzi si parla.
Ma ci sono anche altre forme di narrativa online che sono cresciute proprio negli spazi concessi dalla Rete all’esercizio della lettura. La caratteristica che accomuna buona parte di queste nuove forme di racconto è senza dubbio quella della brevità: poiché l’utente medio di Internet ha una finestra di attenzione molto limitata, i testi devono essere leggibili in non più di un paio di minuti, possibilmente visualizzabili in un’unica schermata senza dover scorrere o cambiare pagina.
Un primo esempio di narrativa nata online risale ai primi anni 2000 e si è diffusa principalmente in Giappone: il keitai shōsetsu, ovvero “romanzo per cellulare”. Una sorta di racconto a puntate che veniva inviato ai lettori via mail o anche sms tramite l’utilizzo di siti dedicati. Il target di questo tipo di storie erano in generale le ragazze adolescenti, e il tipo di storia richiesto aveva di solito connotati sentimentali, tra triangoli amorosi e prime esperienze sessuali, sempre molto drammatizzati.
Con la crescita di social network sono poi emerse altri tipi di narrativa in qualche modo slegati dal loro autore. Dal copypasta, testi dall’origine indefinita ripubblicati infinite volte su blog, board e pagine, da cui poi è nato il fenomeno del creepypasta, che si può considerare la versione moderna di diffusione delle leggende metropolitane. Il caso più famoso di creepypasta è quello della figura di Slenderman, e anche un progetto di scrittura collettiva come la SCP Foundation si origina proprio da questo modello di scrittura.
Ma si può fare ancora di meglio. Lo sviluppo di social sempre più rapidi e a fruizione istantanea ha portato a una progressiva ed estrema riduzione dei testi. È nata così una vera e propria categoria di narrativa online definita twitterature, ovvero letteratura su Twitter, limitata ai 140 caratteri che inizialmente erano disponibili, oggi raddoppiati. Le opere su Twitter possono essere storie divise in microcapitoli, oppure veri e propri microracconti completi come quelli pubblicati da Nanoism.
La possibilità di leggere su un dispositivo connesso può permettere anche la creazione di storie più interattive, come nel caso di Ambient Literature, un progetto che prevede la scrittura di storie da leggere su smartphone, che integrano alcuni elementi presi dall’apparecchio (geolocalizzazione, fotocamera) per rendere il racconto personalizzato sul lettore e favorire così l’immersione. Questi racconti cercano di rendere il lettore parte attiva del testo, e si collocano per certi versi a metà tra narrativa e videogioco.
Non mancano nemmeno i tentativi di rendere più appetibili alla lettura social media “visivi” come Instagram. In apparenza non ci sarebbe niente di più distante dalla lettura di una piattaforma dedicata alla condivisione di immagini, ma proprio per combattere questa tendenza la New York Public Library ha inaugurato nel 2018 le Insta Novels: classici della letteratura adattati per essere letti come storie su Instagram, con le singole pagine appositamente formattate per essere lette in una decina di secondi per poi scorrere a quella dopo, come se si seguissero gli aggiornamenti di un influencer. Da Lewis Carrol a Kafka a Dickens, il successo dell’iniziativa ha portato a pensare che non sia il pubblico a mancare, ma l’occasione di portargli davanti nel modo giusto storie meritevoli di essere lette.
Quando il libro serve di nuovo: Bucinella da Internet alla carta
La storia è fatta di corsi e ricorsi e tutto torna sempre al punto di partenza. Così succede che anche quelle opere nate come narrativa online ogni tanto facciano il giro e tornino al punto di partenza, materializzandosi come libro di carne e sangue, o carta e inchiostro. È il caso delle Wattpad stars accennate in precedenza, ma anche de L’inverno di Bucinella, l’ultimo libro di Federico Guerri. L’autore ha inaugurato nel 2015 il progetto Bucinella – 25,000 abitanti (circa) come pagina Facebook, poi approdata anche su Instagram, e alcuni anni e molti racconti dopo, le storie sono state raccolte in volume e pubblicate da Edizioni Il Foglio.
La narrazione di Bucinella si adatta perfettamente ai tempi e lettori dei social, perché è composta di minuscole storie che si svolgono nell’ipotetica cittadina che ricorda uno dei tanti paeselli di provincia affacciati sul mare. Come nel caso del creepypasta, i brevi racconti contengono spesso elementi di fantastico o surreale, che sommati tra loro rendono l’immagine di una cittadina parecchio strana (la più strana d’Italia, a dar retta all’autore), eppure con un’identità ben riconoscibile.
Il passaggio da Internet alla carta in questo caso non ha snaturato le caratteristiche dell’opera. Nel libro appena uscito, la forma del racconto breve è mantenuta, così come i personaggi ricorrenti, che se dapprima possono apparire come semplici comparse o citazioni incrociate, procedendo nella lettura rivelano la loro centralità nella vita della città e quindi nell’arco narrativo sotteso ai singoli episodi.
Non c’è una vera e propria trama, una storia unitaria che abbraccia l’intero libro, proprio perché ogni singolo racconto deve potersi reggere in autonomia. Ma dalla lettura congiunta di tutti gli episodi si può ricavare un affresco più ampio, una panoramica a volo d’uccello non solo sulla geografia ma anche sulla storia e la psicologia di Bucinella, che diventa a sua volta personaggio ed entità animata da intenzioni e obiettivi. Perdersi tra le pagine, che siano quelle del libro o quelle di Facebook, è estremamente facile, e troppo tardi si arriva a scoprire che non c’è ritorno.