Anche il Natale e le feste di fine anno possono essere tema di storie fantasy e di fantascienza
Le festività di fine anno, e il Natale in particolare, sono ricche di simboli e temi tradizionali che da sempre vengono rielaborati in ogni forma di cultura e intrattenimento, dai romanzi ai film alla musica. A prima vista si potrebbe dire che il Natale c’entri ben poco con fantasy e fantascienza, e invece…
Il Natale alternativo di fantasy e fantascienza
Il modo più semplice di trattare il Natale in una storia fantasy o di fantascienza è reinterpretarlo, inventando una sorta di “Natale futuro” oppure una diversa origine della festa. Uno degli esempi nella fantascienza classica è il racconto La stella di Arthur C. Clarke, in cui seguiamo una missione di esplorazione spaziale in un sistema solare devastato dall’esplosione della sua stella. Dalle analisi la datazione della catastrofe coincide con l’anno 1 AD terrestre, e si capisce quindi che la cometa che avrebbe annunciato la nascita di Gesù era in realtà un astro morente.
Tra le possibili evoluzioni del Natale troviamo anche ‘Tis the Season, un racconto insolitamente leggero di China Miéville. Qui il Natale è stato privatizzato e così tutti i suoi simboli caratteristici, dai dolci alle canzoni agli addobbi. Il tutto può essere celebrato solo dietro autorizzazione, almeno fino a quando un gruppo di integralisti del Natale non mette in scena una protesta per la liberalizzazione della festa. La manifestazione assume connotati grotteschi via via che nuove lobby si uniscono alla battaglia, sotto ai manifesti con Karl Marx vestito da Babbo Natale.
Altre volte invece il Natale è semplicemente lo stesso ma viene chiamato con un altro nome, nel tentativo di sganciarne l’iconografia dalla cultura occidentale contemporanea. Questo porta a volte a risultati imbarazzanti come il caso di The Star Wars Holiday Special, dove si immagina una festa wookie sospettabilmente simile al Natale. Lo show raggiunge livelli di cringe così alti che è stato rapidamente espulso dal canone di Star Wars e solo nominarlo può costare la testa a critici e produttori.
Ma ovviamente se si parla di Natale futuro bisogna citare il Canto di Natale di Charles Dickens, che anche se non è strettamente identificabile come fantastico si presta agilmente a essere reinterpretato in chiave fantasy o sci-fi, per l’idea del protagonista che visita il proprio passato e futuro grazie all’intervento di uno “spirito”, basti pensare a sfruttare il meccanismo del viaggio nel tempo. Un Canto di Natale pressoché fedele è quello della puntata natalizia del 2010 di Doctor Who, in cui l’Undicesimo Dottore porta un ricco avaro ed egoista letteralmente nel suo passato e futuro, allo scopo di evitare un naufragio. Tra gli adattamenti di questa storia troviamo numerose serie tv passate e presenti come X-Files, Quantum Leap, Star Trek e perfino Xena. Mentre nella narrativa più recente esistono cose come A Christmas Carol 2: Rise of the Juggernauts, un sequel diretto della storia di Dickens, dove l’autore Nicholas Kaminsky riprende la storia e i personaggi venticinque anni dopo in un pastiche di oggetti magici, arti marziali e robot assassini.
Arriva Babbo Natale!
Tra i molti simboli delle feste, la figura di Babbo Natale attrae parecchio gli autori di fantasy e fantascienza. Questo anziano eremita dotato di superpoteri e una moralità perfetta può rivelarsi un personaggio di grande impatto, e infatti lui o un suo equivalente compaiono in molto storie del genere, in cui Santa Claus è un alieno, un robot, un semidio, un viaggiatore nel tempo, una creatura multidimensionale.
Abbiamo per esempio il Robot Santa di Futurama, un androide costruito apposta per distribuire ricompense e punizioni, ma programmato per errore con standard etici troppo alti, cosicché la vigilia di Natale si trasforma in una notte di terrore. Anche Terry Pratchett ha creato il suo Babbo Natale alternativo, Hogfather, che opera nel Mondo Disco. Un assassino viene assoldato per ucciderlo, e varie altre figure archetipiche intervengono per salvare la situazione (e i sogni dei bambini).
Di questa via si raggiungono casi estremi come quello del b-movie Santa Claus Conquers the Martians, dove Babbo Natale arriva sul pianeta rosso per installare una fabbrica di giocattoli destinati ai bambini marziani, e si ritrova coinvolto in complotti e rapimenti a opera dei nativi che non sopportano la frivolezza dei giovani.
Christmas is a state of mind
Ma gli alberi, i regali e Babbo Natale non sono l’autentica essenza della festa. Il vero spirito natalizio è quello che riscalda i nostri cuori e ci spinge ad amare e condividere. O almeno così dicono. Proprio per questo alcune storie fantasy e di fantascienza affrontano il Natale per il suo valore più profondo, piuttosto che i simboli che lo rappresentano.
È quello che hanno pensato i cyborg del racconto The Best Christmas Ever di James Patrick Kelly, che si preoccupano di organizzare una festa di Natale per per l’ultimo umano sopravvissuto dopo una non meglio precisata catastrofe planetaria. Non rinuncia allo spirito di Natale nemmeno Calvin, il protagonista di Christmas With the Dead di Joe Lansdale di recente pubblicato in Italia in edizione speciale. Due anni dopo l’apocalisse zombie, Calvin decide di interrompere la sua vita da recluso e uscire ad acquistare gli addobbi per festeggiare il Natale, zombie o non zombie.
Invece in Every Day is Christmas, James Gunn racconta del ritorno di un astronauta dopo tre anni di missione, e della sua scoperta che la gente è in fila per i regali di Natale… a luglio. Ci vorrà qualche giorno prima che capisca che i progressi nella scienza della pubblicità hanno portato a elevare al massimo grado uno dei più profondi significati del nostro Natale: il consumismo.
Le altre feste di fine anno
Il Natale ha un ruolo predominante nella cultura occidentale, ma ci sono anche altre feste che si celebrano nello stesso periodo e gli sono in qualche modo sovrapponibili. Anche a queste alternative al Natale la fantascienza e il fantasy hanno tentato di dedicare delle storie.
La prima festività compresente al Natale è lo Yule, in pratica la versione germanica della celebrazione del solstizio d’inverno, da cui il Natale cristiano ha ricavato molti elementi. Poiché si tratta di una festa pagana, si trovano molte storie di ispirazione wicca e neopagana, ricche di streghe e divinità tradizionali come il Krampus. Nello young adult abbiamo la sere di romanzi Bloodline of Yule di Maria Alexander, a base di demoni, predestinazioni e ancora robot.
La tradizione ebraica festeggia invece lo Hannukkah (o Chanukkah), che ricorda la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme. La festa in sé non ha ricevuto molta attenzione degli autori di fiction, ma esistono diverse antologie di racconti di autori di origine ebraica, come Wandering Stars dedicata alla fantascienza con autori come Isaac Asimov, Robert Silverberg e Harlan Ellison oppure Ebrei contro Zombi curato da Lavie Tidhar. Una versione del Hannukkah immaginaria arriva di nuovo da Futurama che a Robot Santa affianca Hannukkah Zombie e Kwanzabot.
E il Kwanzaa è appunto l’altra festività di questo periodo, introdotto dal 1966 nella comunità afroamericana, per ricordare le radici della loro cultura. A parte quella di Futurama non esistono versioni fantastiche del Kwanzaa, ma i principi (nguzo saba) della celebrazione come unità, autodeterminazione e cooperazione sono tra i temi fondanti delle storie appartenenti alla corrente dell’afrofuturismo.