Il nazismo è utilizzato spesso dalla fantascienza, ma non solo nelle tipiche storie ucroniche sulla fine della Seconda Guerra Mondiale
Il regime nazista da sempre stimola l’immaginazione degli scrittori, in quanto esempio moderno e documentato di stato totalitario con un’etica e un’estetica estremamente riconoscibili e indirizzate verso l’ideale ultimo della sopraffazione. È davvero difficile contare le opere che hanno ripreso in modo più o meno esplicito l’immaginario nazista, tanto che si è arrivati molto presto a una sua rappresentazione parodistica. Per gli autori di fantascienza però c’è una possibilità in più: quella di raccontare cosa sarebbe successo se il nazismo fosse sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale.
Il nazismo come storia futura
Bisogna fare prima di tutto un’importante distinzione all’interno di questo ambito. A posteriori tutte le storie in cui il nazismo rimane al potere sono classificate nella fantascienza (storia alternativa o ucronia che dir si voglia), c’è però da tenere conto che alcune di queste opere sono state scritte quando il nazismo era ancora in vigore. In questi casi più che di storia alternativa è più corretto quindi parlare di storia futura, che parte dalla situazione presente e tenta di inferirne le conseguenze.
Il più famoso romanzo appartenente a questo filone è La notte della svastica, che infatti è stato scritto nel 1937 anche se ha raggiunto una certa notorietà sono negli anni 80. L’autrice Katharine Burdekin (sotto lo pseudonimo Murray Constantine) immagina il mondo diversi decenni dopo la vittoria della Germania di un conflitto su scala globale (e vale la pena sottolineare che quando il libro è stato scritto la Seconda Guerra Mondiale non era ancora iniziata). In quest’epoca Hitler è considerato un semidio e i pellegrini visitano i luoghi sacri della sua storia, mentre le donne sono schiave costrette ad assumere solo il ruolo di riproduttrici (qualcosa di molto simile al Racconto dell’ancella).
Altre opere che hanno immaginato le possibili evoluzioni del nazismo quando esso era ancora attualità, anche se meno note e per lo più non tradotte in Italia, sono ad esempio Then We Shall Hear Singing del 1942 dell’autrice Storm Jameson, in cui viene descritta l’invasione da parte dei nazisti di un paese fittizio; I, James Blunt (nessuna parentela con il cantante), un racconto di propaganda anti-nazista commissionato dal governo inglese nel 1942 al giornalista H.V. Morton; We Band of Brothers di Seaforth, in cui la guerra viene vinta grazie alla fondazione di un organismo simile alle Nazioni Unite che obbliga Hitler a ritirarsi dopo otto anni conflitto.
Ucronie e distopie naziste
Ma il filone principale è senza dubbio quello in cui, dopo la fine della guerra e del nazismo, la fantascienza ha immaginato come avrebbe potuto essere il mondo se le cose fossero andate diversamente. Siamo quindi in pieno territorio ucronico, che nella maggior parte dei casi si manifesta anche come distopia, poiché si presume che un mondo dominato dagli ideali nazisti non sia un posto piacevole in cui vivere. Il tema è davvero sconfinato, per cui ci limitiamo a segnalare i titoli più interessanti e significativi.
Uno degli esempi più famosi è Fatherland di Robert Harris, ambientato negli anni 60 di un mondo in cui l’Asse ha vinto la guerra. Il Reich si estende fino agli Urali e tutte le altre nazioni europee sono sottomesse al suo dominio, mentre la Russia che non è riuscita a fermare l’avanzata tedesca non ha assunto il ruolo di potenza mondiale contrapposta agli USA. In quest’ambientazione si svolge una storia di spionaggio internazionale che mira a rivelare la verità dei campi di sterminio, che non sono a conoscenza dell’opinione pubblica.
Il richiamo del corno di Sarban di concentra invece sulle atrocità eugenetiche del regime nazista, immaginando che una volta conquistato il potere l’elite nazista abbia costruito estese riserve di caccia in cui vengono braccate razze inferiori, donne in costume e veri e propri ibridi uomo-animale. In SS-GB di Len Deighton gli sforzi di un investigatore di Scotland Yard sono rivolti a impedire la possibilità dell’utilizzo della bomba atomica da parte del Reich. Harry Turtledove nel suo In presenza del nemico spinge gli eventi ancora più avanti, perché la Germania nazista non ha vinto solo la Seconda Guerra Mondiale, ma anche la Terza sconfiggendo USA e Canada. Il Reich ha implementato lo sterminio sistematico degli ebrei in tutto il mondo, e il protagonista della storia è proprio un ufficiale della Wehrmacht che nasconde le sue origini ebraiche.
Non tutte le storie di fantascienza che affrontano il nazismo sono ambientate in Europa. La svastica sul sole di Philip K. Dick (noto anche col titolo originale The Man in the High Castle, grazie soprattutto al successo della serie Amazon) mostra gli USA divisi a metà tra il dominio giapponese e quello tedesco. In questo romanzo la resistenza agli invasori si basa su un libro in cui viene raccontata l’ucronia del mondo in cui l’Asse ha perso la guerra. Anche Il complotto contro l’America di Philip Roth, narrato in forma di autobiografia, si concentra sugli USA che invece di combattere il regime nazista ne sono diventati alleati, importando le loro stesse leggi antisemite.
Tra i romanzi italiani che affrontano l’ucronia nazista si può citare Ubermensch di Davide Del Popolo Riolo, che parte dall’idea che la vittoria del Reich sia dovuta all’impiego di un Eroe Ariano, in pratica un Superman in versione nazista. Da qui la storia si sviluppa poi su diversi piani temporali con riferimenti storici molto precisi alla storia militare dell’epoca, reinterpretati sulla base della premessa supereroistica.
Uccidiamo Hitler!
Naturalmente il personaggio chiave di tutta l’ideologia nazista è il fuhrer, e proprio per questo non sono pochi i romanzi di fantascienza sul nazismo che immaginano proprio versioni alternative di Adolf Hitler. Una delle più conosciute è quella di Norman Spinrad, che in Il signore della svastica fa emigrare Hitler negli USA, dove diventa uno scrittore di fantascienza e racconta nelle sue storie i sogni di gloria di un Reich mai nato.
Lavie Tidhar si spinge più all’estremo in Wolf, una storia pulp in cui l’investigatore protagonista vive in un mondo in cui il partito nazista non ha mai raggiunto il potere, ma nonostante questo una potente ondata di antisemitismo ha investito tutta l’Europa. Lui stesso odia gli ebrei e nel corso della sua indagine subirà sevizie di ogni genere, quasi in un’azione catartica di ritorsione dell’autore (di origine ebrea), che in altri suoi racconti ucronici immagina anche l’esistenza di narrativa erotico-feticista che vede ufficiali (donne) delle SS approfittare sessualmente degli ebrei nei campi di prigionia.
Questo intento esorcizzante nei confronti di uno dei capitoli più bui della storia recente è quello che ha portato Hitler a essere l’oggetto preferenziale di molte ipotesi di viaggio nel tempo: l’omicidio di Hitler bambino (o dei suoi genitori) è diventato un tropo di per sé, tanto che su di esso esistono anche innumerevoli variazioni parodistiche, da Doctor Who a Love, Death + Robots, da Supernatural a Futurama e Rick & Morty, fino anche a opere che non hanno nessun elemento fantastico, come gli sketch dei Monty Python oppure de I Griffin.
Ma al di là delle rappresentazioni grottesche di questa figura così inquietante, ciò che la fantascienza ha la capacità di mostrare a proposito del nazismo è come un’ideologia che a posteriori è universalmente condannata, possa avere in realtà un potere seduttivo notevole, tale da porre le basi per quella che vista da fuori non si potrebbe definire in altro modo che distopia.