Penso che quando ognuno di noi si sia ritrovato per la prima volta una tavola di Manara per le mani, non abbia potuto fare a meno di pensare di essersi imbattuto in un fumetto “spinto” ben disegnato. Poi, però, abbiamo sfogliato le pagine ed abbiamo apprezzato, oltre al tratto raffinato, ma deciso, anche la stessa personalità di quella persona che impugnava la matita e metteva su carta un’anatomia così dettagliata da soffermarsi più volte su uno stesso particolare.
Da chi con Milo Manara è cresciuto, seguendolo dal suo debutto alla fine degli anni ’60 in ogni storia erotico-poliziesca, a chi lo ha scoperto da poco attraverso collaborazioni recenti con stampa, cinema e pubblicità, passando per chi lo conosce solo di fama, la mostra “Nel segno di Manara. Antologica di Milo Manara”, una delle più importanti mai realizzate sulla vasta e celebre produzione dell’artista veronese, vuole innanzitutto rendere omaggio ad uno degli autori contemporanei italiani più conosciuti ed apprezzati in assoluto in tutto il mondo.
Padre dell’immaginario erotico, e non solo, di intere generazioni, dagli anni ’80 in poi ha rivoluzionato l’universo dei fumetti con il suo tratto inconfondibile, ispirando centinaia di autori. L’osservazione amorevole e l’ammirazione per il corpo umano, soprattutto femminile, rendono Manara unico nel suo genere.
Diverse sono le opere realizzate per altrettante differenti collaborazioni, tra cui anche Marvel (in coppia con Chris Claremont nasce una storia di X-Men femminile: X-Men: Ragazze in fuga) e DC Comics (per la sua etichetta adulta Vertigo, per cui realizza la storia di Desiderio nel volume Sandman – Notti Eterne).
Realizza “46”, una storia a fumetti tra sogno e realtà su Valentino Rossi, che prende il titolo dal numero della moto del campione italiano, pubblicato su “Rolling Stones” e poi in volume.
Circa 130 le opere, divise in sette sezioni, che compongono il percorso espositivo che animerà le sale dello storico palazzo Pallavicini, nel cuore della Bologna antica. Originario del XV secolo ed appartenuto a diverse nobili famiglie bolognesi, intorno alla seconda metà del ‘700 la dimora passò al Maresciallo Gian Luca Pallavicini, governatore generale della Lombardia. I saloni riccamente affrescati, ornati da splendidi stucchi un tempo sede di fasto e corte di importanti personaggi storici, ospitano adesso delle bellissime opere.
L’esposizione, a cura di Claudio Curcio e promossa dal gruppo Pallavicini S.r.l. in collaborazione con Comicon, sarà aperta al pubblico dal 22 settembre 2017 al 21 gennaio 2018. Vuole essere una sorta di piccolo viaggio nella carriera di un grande esploratore, un invito a perdersi nei dettagli delle sue tavole originali, per godere di quella magia del disegno che nessuna stampa potrà mai riuscire a riprodurre su carta.
Viene abbracciata tutta la produzione a fumetti dell’autore, insieme al suo lavoro di illustratore: dalle tavole quasi mai viste di “Un fascio di bombe” (sui testi di Alfredo Castelli e Mario Gomboli), fumetto sulla strategia della tensione nelle stragi di stato, fino all’assoluta anteprima delle tavole del secondo volume sul Caravaggio, passando per le storie a fumetti che hanno segnato la storia della nona arte mondiale nelle ultime quattro decadi.
Tra i capolavori dei primi volumi, saranno esposte le tavole da “Il Gioco” ed “Il profumo dell’Invisibile”, con il suo alter ego Giuseppe Bergman. Non mancheranno le tavole di “Viaggio a Tulum” ed “Il Viaggio di G. Mastorna detto Fernet”, nate dalla collaborazione d’eccezione con Federico Fellini, oltre ad alcuni preziosi disegni autografati dal regista riminese, insieme a degli storyboard e a delle indicazioni che lo scrupoloso Fellini mandava al giovane Manara come canovacci per le sue storie.
Sarà inoltre possibile ammirare le pagine dei fumetti nati dalla collaborazione con Hugo Pratt, così come quelle de “I Borgia” nati dalla collaborazione con Alejandro Jodorowsky.
Un’altra sezione proporrà per la prima volta al pubblico italiano alcuni degli acquerelli con soggetto la mitica Brigitte Bardot realizzati per un’asta di beneficenza.
Non mancheranno le recentissime illustrazioni realizzate per il magazine francese LUI, raffiguranti le più belle attrici contemporanee, insieme a lavori più datati, raramente esposti al pubblico, come la serie di illustrazioni ispirate ai testi di Shakespeare, o ancora le tavole realizzate per le celebrazioni del 250° anniversario della nascita di W.A. Mozart, che saranno esposte nella sala del palazzo che porta il nome del compositore salisburghese. Nel 1770 si esibì nel palazzo, infatti, il quattordicenne fanciullo prodigio, ospite del conte Pallavicini.
Un onore, a detta dello stesso Manara, quello di esporre le sue opere e frequentare quelle stesse sale che sono state testimoni di note dalla bellezza disarmante.
Ma accanto ai tanti lavori realizzati su committenza, saranno fruibili per la prima volta anche alcune illustrazioni più personali, realizzate per il proprio piacere o per la famiglia, come alcune bellissime immagini equestri prodotte per la figlia Simona, all’epoca cavallerizza in erba.
Durante la presentazione della mostra antologica, avvenuta lo scorso 21 settembre via conferenza stampa, Manara ha parlato in particolare del suo ultimo lavoro, una graphic novel pubblicata per Panini Comics, in due volumi (il secondo ed ultimo uscirà la prossima primavera) dedicati alla figura di Michelangelo Merisi, il Caravaggio.
Il fumetto si riferisce alle vicende dell’artista durante la sua permanenza romana. Nell’introduzione al volume, lo storico dell’arte ed esperto di Caravaggio, Claudio Strinati asserisce che l’opera è “ineccepibile dal punto di vista scientifico”.
Milo Manara inventa un personaggio ed una serie di eventi plausibili che riflettono il Caravaggio storico, ma riesce comunque a mettere del suo all’interno della narrazione.
Oltre a tavole del primo volume “La Tavolozza e la Spada”, esposte sono anche le prime 12 del secondo volume “La Grazia”, che arriva a narrare le vicende fino alla morte dell’artista.
Ma perché proprio Caravaggio?
Manara risponde a questa domanda partendo dal passato. Da un’immagine che lo ha colpito quando era ancora un bambino e frequentava il catechismo. Il dipinto era “La Crocifissione di San Pietro” ed un giovanissimo Manara si ritrovava a risolvere un grande dilemma davanti a quell’opera: “Come potevano esistere dei fotografi a quell’epoca?”. Sì, perché agli occhi di un bambino quel dipinto era più simile ad una fotografia che ad una pittura. Risolto il dilemma, Manara ammira profondamente il lavoro di quell’artista vissuto in un tempo tanto lontano dal suo. La caratteristica del Caravaggio che più piace a Manara è proprio il fatto che l’artista riesca a rendere una potenza realistica migliore a volte della foto stessa. Anche l’uso della luce è uguale a quello di fotografi e cineasti.
La vita di Manara torna ad intrecciarsi con Caravaggio durante l’esame di maturità, in cui il professore di storia dell’arte chiede ad un giovane Milo di descrivere un altro quadro del Merisi, “Canestra di frutta” e di cui, ovviamente, l’allora studente di belle arti sapeva tutto.
“Niente è più importante della cultura. Tutto è cultura”, asserisce Milo Manara, secondo cui un fumettista che si occupa di cultura possa convincere le nuove generazioni che “entrare nei musei non è una tragedia”, possa aiutare a superare l’idea di vecchio ed apprezzare, invece, i capolavori dei nostri nonni, dei nostri parenti lontani, che hanno lasciato un’eredità ricca e potente e che hanno avuto “un coraggio da leoni”.
“Prima non si creava per i guadagni, ma per dare vita a cose meravigliose”, riferendosi alla prestigiosa sede in cui si tiene la mostra, Manara descrive gli affreschi come dei fumetti, opere non solo da ammirare, ma che hanno anche un ruolo narrativo, un racconto per immagini che trascende il testo scritto.
La tecnologia moderna viene in aiuto in questo senso, affiancando alla classica mostra “in loco”, anche una sorta di controparte virtuale, tramite realtà aumentata. Anche la mostra di Manara ha un comparto virtuale, presentato da Nadia Bonometti durante la conferenza stampa. Alcune opere dell’artista saranno disponibili anche in realtà aumentata tramite un app gratuita, ENTITI.
Oltretutto – e cosa più importante – Caravaggio è un personaggio che si presta molto al mondo del fumetto. Viene ritratto come un affascinante teppista, dalla vita avventurosa e le cui vicende, dal ritmo incalzante, riescono a tenere viva l’attenzione del lettore.
La mostra di un artista poliedrico è sempre ricca di sorprese ed emozioni, se l’artista in questione è una figura internazionale, che riesce a trasmettere attraverso i suoi disegni, la sua esperienza, le sue influenze ed i suoi sogni, ci sono tutti i requisiti per apprezzare, una volta di più, tutto ciò che è arte.