Ciao Leon! E su tutto grazie per aver accettato la nostra intervista! Come saprai il mondo è pieno di gente che sa poco o nulla del cosplaying, ti va di cominciare presentandoti ai nostri lettori e parlandoci un po’ di te?
Salve ragazzi! È un grande piacere essere qui per voi con quest’intervista!
Sono Leon Chiro, studente di scienze motorie, personal trainer, hardcore gamer con una grande passione per l’arte del Cosplay. Vivo la mia vita con estrema positività e soprattutto con grande fomento, che rappresenta l’essenza del mio spirito di vivere la realtà di oggi.
Da esperto dicci: che cos’è il Cosplay? Ma soprattutto: chi è il cosplayer, e cosa fa?
Il Cosplay (Costume + Play) è l’arte di interpretare/impersonificare un personaggio che trae le proprie origini da un Videogame, Anime, Manga o Film. Un po’ come far diventare realtà un sogno, specialmente con i personaggi che si amano. Un cosplayer non si limita ad essere “fan” di un determinato videogame o film, ma decide – attraverso il Cosplay – di dare un tributo al personaggio che si ama. Io personalmente trovo il mondo del Cosplay come una dimensione “magica”.
Il Cosplay è un fenomeno relativamente recente in Italia. Da professionista del settore quale pensi sia il motivo del suo successo?
Penso molte cose positive al riguardo, e preferisco in generale sempre rimanere positivo (anche se non posso negare di vedere anche cose negative in questo “fenomeno”). Ognuno ha una propria opinione, che rispetto sempre, ma per quanto mi riguarda, il mondo del Cosplay ha un grande potenziale a livello di SPETTACOLO/SHOW. La triste realtà italiana però, consiste in una particolare chiusura mentale, soprattutto nel mondo televisivo dove si tende a far passare l’arte del “Cosplay” per semplice “Carnevalata”.
Per riassumerlo in poche parole, il potenziale è molto grande basta che venga usato nel modo giusto.
Cosa differenzia un cosplayer da chi si traveste per una carnevalata e, nel particolare, cosa differenzia un professionista del Cosplay da un dilettante?
Principalmente, oltre ad un discorso di qualità sartoriale/costumistica che contraddistingue le due parti, c’è un profondo distacco basato sul concetto di INTERPRETAZIONE.
A carnevale ci si veste quasi a “random”, giusto per stare nel costume (ed appunto si parla di MASCHERA). Per quanto riguarda il Cosplay, c’è una motivazione molto più grande dietro, che si avvicina molto al concetto di grande arte, poiché per realizzare un Cosplay (almeno se lo si fa da soli), bisogna ricorrere alle proprie “abilità artigianali” per creare armi, accessori, parrucche, vestiti, ecc.
Il Cosplay è speciale anche per questo, proprio perché rappresenta un tributo al personaggio che si ama e va aldilà del semplice INDOSSARE. Per questo motivo semplice trovo IMPARAGONABILE il Carnevale con il Cosplay.
Quanto è popolare il Cosplay in Italia e quanto ancora potrebbe diventarlo? Da personaggio noto del settore pensi che ci siano riserve nel nostro paese nei confronti di chi pratica Cosplay?
Il Cosplay si sta diffondendo a macchia d’olio, specialmente con le competizioni in Italia.
Basta pensare semplicemente che oggi vi sono eventi OGNI week-end in Italia. Vedo personalmente che questo fenomeno si sta evolvendo anno dopo anno, e non oso immaginare dove potremo arrivare in futuro! Dal mio punto di vista, trovo che la grande frequenza delle fiere abbia diminuito il concetto di “hype” per le grandi fiere. Un po’ come un cibo speciale, se lo si mangia troppo spesso può non essere più apprezzato come prima.
Qual’è la prospettiva professionale di un cosplayer professionista? Detta in soldoni: ci si può campare?
Io sono estremamente soddisfatto della mia arte del Cosplay al livello professionale, non lo dico per egocentrismo ma per fierezza! La fierezza e l’emozione nel pensare di essere arrivato a guadagnare bei soldi ogni mese, quando tutto è cominciato attaccando due pezzi di Forex (PVC) con due gocce di colla a caldo. È qualcosa che mi rende molto fiero e felice ogni volta che ci penso.
Dal mio punto di vista, ogni mese ho almeno 2-3 eventi dove sono invitato come ospite, eventi in cui sono pagato ovviamente (oltre al totale rimborso del viaggio + hotel). I prossimi eventi, per esempio (oltre alle date Italiane) saranno a Istanbul e Madrid. Il Cosplay per me rappresenta sempre un hobby. Un hobby che mi sta facendo girare il mondo e mi fa guadagnare i soldi di cui ho bisogno per pagarmi l’università, i materiali per le mie nuove creazioni e tutti gli “sfizi” di cui necessito per continuare a produrre con fomento ciò che amo fare.
Ho bazzicato a lungo fiere e sottoculture di vario genere. Abbastanza a lungo da sapere che in certi ambienti esiste una forma di competizione spietata e spregevole. Credi, a tuo dire, che il mondo del Cosplay italiano sia competitivo? Hai ricordi “spiacevoli” legati ad alcuni tuoi colleghi?
Il mondo del Cosplay italiano è probabilmente il più competitivo che abbia mai visto nell’ambiente europeo. Detto onestamente, venendo dall’atletica leggera a livello nazionale, sono una persona che ama le competizioni. Ma tra competizioni sane e competizioni “spietate” c’è un abisso di differenza. Ho visto amicizie rovinarsi per le gare di Cosplay. Ho visto persone atteggiarsi per pochissimo ed ho visto quanto sia facile vedere persone esaltarsi anche troppo, e nei casi peggiori ne ho viste alcune entrare talmente tanto nel personaggio, tanto da cambiare persino l’atteggiamento nella vita di tutti i giorni. Il Cosplay è una realtà a parte, la vita vera è un’altra!
Se si esclude il paese di origine (il Giappone n.d.r.), quale pensi sia il paese che meglio sa rappresentare oggi la filosofia del cosplayer?
Sicuramente l’America.
Dal mio punto di vista e da ciò che ho sentito e vissuto, in America si divertono molto di più e prendono quest’arte del Cosplay molto più alla leggera. Anche in UK devo dire che sanno dire la loro: come mi sono divertito a Birmingham come ospite al Kitacon, non credo di essermi mai divertito così tanto in una fiera in generale! Quando una passione diventa troppo seria, perde il divertimento! E di conseguenza anche la vera essenza.
Quale personaggio del Cosplay internazionale pensi sia l’esempio di quello che dovrebbe essere un cosplayer, e perché?
Io personalmente ammiro molto 4 cosplayers.
Rick Boer (RBF-Productions-NL), un idolo al livello artistico ed una persona d’oro nella vita di tutti i giorni. Siamo grandi amici, ma prima dell’amicizia c’è un profondo rispetto che ho per lui, specialmente per la sua umiltà, bontà d’animo e sincerità. Lui rappresenta un ideale da seguire secondo me. Insieme a lui, voglio nominare anche il mio migliore amico Philippe Lauby, col quale amo condividere ogni esperienza Cosplay e non, perché il Cosplay è soprattutto AMICIZIA.
Vorrei fare il nome di altri due artisti, Elffi Cosplay e Liui Aquino che insieme ai due citati prima, rappresentano gli ideali che rispetto maggiormente. È bello condividere tutto con un sorriso ma soprattutto mantenere sempre l’umiltà specialmente verso i fan, che senza di loro nessuno di noi sarebbe l’artista che è oggi.
Qual’è la più grande soddisfazione che ti ha dato il Cosplay ad oggi?
Le soddisfazioni sono numerose, soprattutto al livello artistico. Non credo ci sia una soddisfazione in particolare perché non saprei scegliere, ma potrei generalizzare dicendo quanto io sia felice al pensiero di girare il mondo e guadagnare grazie al Cosplay. Sono fiero di avere contatti con Ubisoft, Capcom, 2K. Sono sempre pronto e disponibile a lavorare con loro quando ne avranno bisogno. Anche in chiave di contest sono molto soddisfatto per il momento, ho collezionato molti trofei e vittorie in fiere italiane ed estere, ma il mio obiettivo adesso è l’ECG/Eurocosplay prossimo anno.
Quante persone ci sono (se ci sono) dietro il Leon Chiro cosplayer? Quanti collaborano con te nell’ottenimento del successo tra fotografi, fornitori di materiali, aiutanti e quant’altro?
Relativamente tutti e nessuno. Con “tutti” intendo i fan che mi sostengono e mi fanno stare sempre carico e fomentato, sono in modo relativo i protagonisti del mio fomento. Ogni amico che ho, ogni fotografo che mi regala uno scatto, sono anche loro i protagonisti di questo successo perché senza di loro non sarei nessuno. E con “nessuno” intendo per la visibilità che ho oggi. Alla fine però (fisicamente) non c’è nessuno che gestisce la mia pagina e social media oltre al sottoscritto. Solitamente per i contratti e per accordi economici straordinari, mi rivolgo al mio manager.
Quanto può costare mediamente un Cosplay professionale? Costo dei materiali è sempre sinonimo di lavoro ben riuscito, o magari no? Ti va di farci qualche esempio basandoti sulla tua carriera?
Va bene. Parte tutto dal motivo della realizzazione di un Cosplay: se per lucro, se per promuovere un videogame per un’azienda, se per piacere personale, ecc. Nel caso delle richieste o compagnie, non ci sono limiti di spesa poiché viene tutto rimborsato, dai materiali alla manodopera. Il costo che un cosplay può toccare varia dai 50€ ai 500€ circa, almeno personalmente parlando. Sfrutto molto bene ogni materiale e cerco di non sprecare neanche un centimetro di legno/foam/forex.
Per arrivare però a questa tecnica, ho dovuto buttare tanto di quel materiale che non vi dico…
In che percentuale quello che indossi è da te prodotto? Ci sono occasioni in cui hai bisogno di ricercare componenti già pronte?
Se un personaggio di cui si vuole fare il Cosplay indossa un paio di jeans, trovo stupido fare dei pantaloni da 0. Il Cosplay è anche “riciclo” o “ricerca di basi simili”.
Ciò che voglio dire è che a volte si possono trovare in giro le cose più impensabili, dove meno ce lo si può aspettare! Sono arrivato ad usare dei mattarelli da cucina per i manici di varie spade che ho fatto! Solitamente faccio tutto da solo nei miei Cosplay, escludendo basi come pantaloni/magliette ecc. per il motivo sopra citato. Quando però delle parti non si trovano, bisogna crearle manualmente.
Nel settore professionale, e specialmente nell’ambito di gare nazionali e non, quanto conta prodursi da sé i costumi?
Sicuramente si ottiene un punteggio più alto se il Cosplay è fatto da sé. Soprattutto in gare come l’Eurocoplay ed ECG dove vengono richieste anche immagini dei “Work In Progress”. Alla fine è giusto così, un degno rappresentante italiano deve dare la garanzia di portare un bel risultato a casa nelle finali.
Quanto è importante per te cercare di immedesimarti nel personaggio che interpreti dal punto di vista attoriale?
Per me l’INTERPRETAZIONE è TUTTO. O quasi.
È ciò che farà sempre la differenza tra un cosplayer che conosce di cuore il personaggio che interpreta ed un “cosplayer” che decide di indossare i panni di un personaggio solo per un motivo estetico o per mainstreaming. Fare Cosplay col cuore, per me rappresenta la vera essenza di quest’ ARTE.
In base a cosa scegli il personaggio da interpretare?
Per quanto mi riguarda, lo si sceglie in base alle esperienze personali che ci lega al personaggio scelto. Tutti i Cosplay che finora ho interpretato, sono sempre personaggi che ho amato e che in qualche modo mi ha influenzato la vita videoludica e non.
Quale pensi sia il tuo miglior cosplay?
Non amo vantare i miei Cosplay, ma vado molto fiero del lavoro che ho fatto sul mio Cosplay di Caius Ballad – Final Fantasy XIII poiché racchiude mesi di lavoro e fatica per un risultato che alla fine mi ha dato molta felicità e soddisfazione al livello artistico. Specialmente per la sua spada, Ragnarok, che per quanto mi abbia fatto lavorare sopra, mi ha visto dormire con la segatura addosso per circa un mese!
Quanto è importante per te il feedback dei tuoi fan e, in generale, come accetti eventuali critiche che, quasi certamente, si sono generate negli anni?
Io faccio Cosplay perché rendo felice le persone che mi seguono ed automaticamente rendono felice me. È una catena continua di cui io non posso farne a meno. La parte che più preferisco dei miei inviti all’estero, è quando incontro i miei fan e regalo loro un sorriso con semplici gesti. Penso che questo sia un potere molto grande ed è qualcosa di cui andrò sempre molto fiero, specialmente quando penso che il tutto è cominciato da due pezzi di forex incollati con la colla a caldo tra loro. Le critiche vere in realtà sono poche e le apprezzo molto. Mi dispiace molto vedermi arrivare “insulti” o critiche da parte di persone che magari non mi hanno neanche mai rivolto parola. Oggi come oggi è sempre facile lanciare un sasso al prossimo anziché guardarsi un po’ di più allo specchio per migliorarsi. Tuttavia, pur sapendo che queste persone dal vivo non sono i “leoni” che sul web dimostrano di essere, io sono sempre disponibile per ogni chiarimento. Io non rispondo mai alla cattiveria con la cattiveria, altrimenti sarebbe un cerchio infinito e chiuso. Nella vita bisogna fare la differenza contro le persone che invidiano ciò che abbiamo, e bisogna sempre concentrarsi sulle persone che ci conoscono ed apprezzano per ciò che siamo e ciò che facciamo. Del resto, sta a noi decidere a chi dare importanza nella vita! E per me le persone più importanti sono i miei amici, la mia ragazza, la mia prima famiglia (di sangue) e… ovviamente la mia seconda famiglia, ovvero i miei fan!
Never Stop Smiling.
Fomento!
Caro Leon grazie mille per il tuo tempo e per la tua disponibilità! Ti va di lasciarci con qualche consiglio per chi è ancora alle prime armi?
Certamente! Come dico sempre, nella vita è importantissimo seguire il proprio cuore e la propria via che si sceglie. Va bene ispirarsi a degli ideali, ma non perdete mai di vista voi stessi perché non si smette mai di imparare, crescere e stupire sé stessi. Passo dopo passo, si può creare di tutto! Ci vuole molta pazienza e rispetto verso i propri limiti, che dovete porvi per non volare “troppo in alto e troppo presto”. È facile esaltarsi coi primi risultati, ma ricordate di avere quella maturità di essere umili e sempre disponibili verso il prossimo. Regalare un sorriso non costa niente! Io non sono diverso da nessun altro cosplayer, ciò che vedete è ciò che sono veramente, e la differenza l’ho fatta con la mie scelte (e ovviamente col fomento).
Il fomento è VERO ed è la mia essenza del vivere sempre carico e positivo. Spero di avervi regalato un sorriso con queste righe e ricordate sempre… che con FOMENTO tutto è possibile!!!
Grazie per l’intervista ragazzi!
Un abbraccio fortissimo!