Oy mates, qui è Steve Irw-volevo dire Gab.
Non è mistero che nella redazione di Stay Nerd io sia quello con più esperienza sulla gentaglia che sta su internet. Per questo motivo mi è stato chiesto di mettere in pratica questa conoscenza e iniziare una rubrica che parla di ciò che si può incontrare sul world wide web. Ma dato che siamo nerd che facciamo cose per altri nerdazzi (dopotutto non ci chiamiamo Stay bella fraté), ho avuto la magnifica idea di stilare il tutto come un vero e proprio manuale dei mostri.
No non è vero, l’idea l’ha avuta Raffa e mi ha chiesto di realizzarla, sono semplicemente l’uomo giusto al momento sbagliato quindi zug zog lavoro.
Per la prima edizione di questo manuale dei mostri andremo ad analizzare quella che è probabilmente la categoria più conosciuta di bestie di internet: i troll. Avete visto il film Trollhunter? No? Pazienza, non c’entra niente ma è una bella trashata che vidi prima di dare l’esame di Risonanza 1 all’università. Probabilmente per quello non lo passai per quattro volte di fila MA ANDIAMO AVANTI. Bisogna equipaggiarsi adeguatamente prima di avventurarsi nei meandri dell’internette.
Pronto. Leggete le descrizioni con tono fantozziano per effetto comico.
Nonostante il tutto possa essere racchiuso sotto la parola Troll, esistono in verità diverse categorie che si differenziano per caratteristiche chiave come atteggiamento e modus operandi. Ma ciancio alle bande, cominciamo.
Nascita del termine
Il troll è una creatura magica presente in numerose leggende dell’Europa settentrionale, tipo in Norvegia (Trollhunter è un film norvegese credo). Rapiscono bambini, aggrediscono passanti, si nascondono sotto ponti trafficati per esigere pedaggi o proporre indovinelli, mangiando chi non sta alle sue regole.
Come potete intuire lo scopo del troll è leggendariamente rompere i coglioni. Probabilmente è per questo motivo che queste bestie di internet si chiamano così, ha senso. Il sostantivo troll è stato poi usato come base per il verbo trollare (to troll) e gli aggettivi trollato/a/i eccetera. Incidentalmente to troll in inglese indica anche l’azione di muovere l’esca nell’acqua per far abboccare il pesce all’amo. Ha così tanto senso da essere inquietante. Il troll internettiano compare come termine intorno agli anni 80, ma una delle prime definizioni accurate compare intorno al 1999, da parte di una certa Judith Donath. Il documento recita quanto segue:
Nel mondo fisico c’è una intrinseca unità fra identità e individuo, perché il corpo fornisce di per sé una adeguata e inappellabile definizione di identità: la regola è “un corpo, una identità”. (…) In questo il mondo virtuale è diverso, perché è composto di informazione invece che di materia. Agire come troll è un gioco di false identità, compiuto senza il consenso degli altri partecipanti. Il troll cerca di farsi passare per un legittimo utente che condivide gli stessi interessi e argomenti degli altri; i membri del gruppo, se riconoscono un troll o altri impostori, cercano sia di distinguere i messaggi reali da quelli degli impostori, sia di fare in modo che l’impostore abbandoni il gruppo. Il successo o meno di questi tentativi dipende da quanto sono bravi (sia gli utenti che i troll) ad individuare le rispettive identità; alla fine, il successo o meno di questa strategia dipende da quanto diminuisce il divertimento che il troll ricava da questo gioco a causa del “prezzo” imposto dal gruppo.
Tuttavia questa definizione ha poco riscontro con il troll odierno, che si è specializzato, evoluto. Un tempo il troll era semplicemente lo sfigato che va in una chat islamica a dire quanto è buona la carne di maiale, o cose del genere. Lo scopo era semplicemente dare fastidio e farsi una risata nel mentre.
Ma quindi che cosa è ora il troll? Eh, difficile. Probabilmente bisogna identificare la figura di troll “professionista”, perché al giorno d’oggi più o meno tutti lo fanno anche se non intenzionalmente. Ai fini di questo articolo è molto più comodo suddividere il branco e diversificare i gruppi maggiori come specie a parte.
Trollus minoratus – il proller
TROLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOL
Nella categoria dei proller rientra la feccia trollica. Ad essere onesti non ho la più pallida idea di chi abbia cominciato ad usare il termine “prollare”, ma in questo contesto possiamo dire che è come trollare, ma male. Generalmente è un ragazzino che ha appena scoperto che cosa sia il trolling e ci prova, fallendo.
Un esempio di prolling può essere uno scambio di questo tipo:
Tizio: Penso che Guardiani della Galassia sia un bel film, non conoscevo Rocket Raccoon ma devo dire che l’ho apprezzato.
Proll: AHAHAHAHA FURRY DI MERDA!!!!
Tizio: No ma che furry, è semplicemente figo come personaggio…
Proll: STA ZITTO FURRY!!!
Tizio: Vabbé smetto di rispondere, non ne vale la pena
Proll: TROLOLOLOLOLOL
Nonostante al giorno d’oggi i proller siano cacca pupù, è interessante notare come cose del genere, soprattutto l’uso di TROLOLOLOL facesse parte del trolling agli stadi iniziali della sua recente evoluzione. Però questo stadio è passato rapidamente, lasciando ai ragazzini che ridono a dire culo ad alta voce gli scarti di ciò che hanno lasciato indietro.
Cosa potete fare per contrastare un proll? Questo è un consiglio che varrà anche per il resto dell’articolo. “Don’t feed the trolls”. Non nutrite i troll. Lo fanno per l’attenzione e l’attenzione gli dà potere. Soprattutto nel caso del prolling, ignorare completamente e continuare la propria vita online come se niente fosse è la cosa migliore da fare. Dopotutto è molto improbabile incontrare proll o troll in un contesto in cui non vi è VERAMENTE permesso andarvene. Il bello delle relazioni (non lavorative) online con sconosciuti è che potete alzarvi, fare il dito medio allo schermo e fregarvene per il resto della vostra vita. Un troll vi da fastidio mentre giocate? Spegnete o cambiate gioco, invece che incazzarvi e urlare. La vita è troppo breve e insignificante per perdere tempo così. Inoltre bisogna essere felici che non vi sia andata peggio, sapete, spesso i proll si muovono in gruppo.
Tizio trollus – Il falso troll
Come accennato poco prima trollare può anche essere non intenzionale. Per citare un webcomic che fortunatamente quasi nessun italiano conosce “trollare esiste da moltissimo tempo, ma allora si chiamava essere uno stronzo”. Il falso troll è generalmente questo, una testina di cavolo fine a se stessa. Non lo fa per fare arrabbiare te, lo fa perché è semplicemente la sua natura. Nella categoria dei falsi troll rientrano anche quelli che vanno semplicemente su internet a dire bugie a danno fisico e materiale altrui. Per esempio quando qualcuno un ragazzino online chiede aiuto su come sistemare un danno fatto al PC fisso di papà, e tu gli rispondi di passar un magnete grosso sul lato del case sette volte avanti e tre indietro, non sei un troll, sei semplicemente uno stronzo.
Trollus trollus – Il troll vero e proprio
Con troll vero e proprio possiamo indicare la categoria che ha trovato stabilità in questo periodo, anche se fra qualche anno probabilmente involverà in proll. Il troll moderno è scaltro, parla con cognizione di causa e di solito ha una qualche conoscenza dell’argomento che va a trollare.
Il troll vero e proprio è una categoria completamente diversa rispetto al proller, perché mentre il moccioso va semplicemente a dare fastidio come il selvaggio che va ad afferrare i pesci a mani nude, il troll prepara un’esca e la lascia lì aspettando che qualcuno abbocchi. Si ripensandoci la cosa che trolling vuol dire muovere l’esca ha senso, ma aspetto conferme da un pescatore. L’esca può avere migliaia di forme a seconda delle intenzioni e capacità del troll.
Un esempio di esca può essere che in una discussione civile il troll fornisca argomenti validi, ma con grammatica e sintassi intenzionalmente errate. Conoscendo internet inevitabilmente qualcuno abbocca e ignora completamente il contenuto del post concentrandosi sulle parti preparate a modino. Il boccalone comincia così ad insultare il troll e la sua capacità linguistica scaricando la rabbia creatasi per il non avere ragione nella discussione. Questo eventuale sproloquio avrà come effetto principale quello di far deragliare completamente i toni, e spesso i contenuti, della conversazione. Un altro modo di agire è fingersi innocentemente ignoranti al punto da scatenare reazioni esagerate dai autoproclamatisi esperti di un qualunque argomento. Oppure esprimere opinioni palesemente in contrasto con il trend generale della discussione. Quest’ultima fa furore nei forum di fangirls/boys di una qualsiasi cosa, se vai a criticare la loro serie preferita è festa.
Come dice il Joker di Ledger, il caos è come la gravità, basta una spintarella. E al giorno d’oggi su internet tutti sono sempre incazzati, pronti ad azzannarsi al collo se non si ha ragione. Il troll autentico non si concentra sull’infastidire il singolo, è un agente del cambiamento giunto su ali che odorano di doritos e Mountain Dew per alterare lo status quo del topic in cui entrano.
Sì la sto facendo melodrammatica, ma mi piaceva come suona.
In tutto questo, ogni tanto saltano fuori vere e proprie opere d’arte che fanno dubitare della tua percezione della realtà.
Non sto scherzando. Siamo arrivati ad un punto in cui certe trollate sono così palesi che si nascondono in piena vista, tra la stupidità della gente. E sono solo quello zinzino più assurde del reale per ottenere nelle vittime un senso sfibrante di dubbio. L’odio verso i vegani e animalisti rompipalle su internet è ancora ardente, anche se non più come prima. Perché la gente odia i vegani? Ne abbiamo già parlato in un nostro articolo ma è perché rompono. Non tutti per fortuna. Ma ci sono quelli così ossessivamente tossici nella loro esistenza che creano un buco nero di ignoranza attorno a loro, diventando una forza tangibile sulle nostre gonadi. Ripensiamo agli animalisti che si incatenano ai laboratori se non riescono a liberare animali INFETTI, e pensiamo che quando ci riescono LIBERANO ANIMALI INFETTI. Questa non è normale stupidità, questa è stupidità avanzata. E su questa stupidità avanzata i troll ci surfano, creando siti come il National Report, o pagine Facebook come “Sterilizziamo tutti gli animali carnivori” (o qualcosa del genere). Certe cose sono fatte così bene da sembrare vere, anche se prima o poi si scopre il trucco. Ed è qui che la cosa ti frega, perché sapendo che ci sono cose false che sembrano così vere, finisci automaticamente per dubitare sia del falso che del vero, e nel frattempo il tuo odio e fastidio crescono. Io per esempio ho rinunciato a capire se le pagine di Facebook sociali e politiche siano vere o false.
Lo sciame
Ci ho pensato parecchio prima di decidere se inserire o no lo sciame in questo bestiario. Alla fine ho capito che è necessario. Avverto, da qui in poi non si ride più.
Che cos’è lo sciame? È l’insieme di tutto quello che può essere considerato proll e troll falso, ma gettato in un unico bestemmiante calderone al centro dei social media. Prendi singolarmente una creatura dello sciame e ponila davanti a argomenti logici e la vedrai annaspare e rotolarsi nelle proprie feci. Prendi l’intero gruppo, non ti lasceranno stare fino alla completa resa.
O peggio.
Come avrete notato non c’è un nome scientifico, perché esistono infiniti tipi di sciame, ma contemporaneamente fanno tutti parte della stessa orribile categoria. Esempi, esempi. Tanti da tra cui scegliere… oh. Shitstorm, quell’enorme puttanata sulla maglia dello scienziato che ha fatto atterrare la sonda sulla cometa. Femministe (leggasi lesbiche incazzate che odiano i maschi in generale e che usano quel nome di movimento in modo improprio*), SJW, tumblr, Facebook, tricche e ballacche, maschi completamente somatizzati dall’aggressiva femminilizzazione del mondo da parte delle lesbiche di cui sopra. TANTISSIMA gente, contro UN solo uomo. E-mail. Minacce di morte, insulti, gli sono andati sotto casa eccetera. Tanta dedizione rivolta all’unico scopo di rovinare completamente la vita di quell’uomo.
*Non mia, l’ha detta una femminista seria e rispettabile
Lo sciame non pensa, agisce. Ma ora, non pensate che cominci il mio solito svarione contro sjw e tumblr eccetera, no. Lo sciame va oltre quei due gruppi di idioti. Cyber bullismo online. Quanti giovani si sono suicidati a causa della pressione psicologica e del terrorismo fatto loro attraverso internet. Online non si è al sicuro, con un po’ di conoscenza si può risalire alle tue informazioni personali, e uno sciame incazzato può e vuole usarle contro di te, manco fosse Scientology. Trovare casa tua, spedirti lettere di odio o venire direttamente a picchiarti o vandalizzarti casa. Ferire i tuoi amici, scoprire dove lavori e danneggiare anche la tua professione, infinite cose.
Cosa fa incazzare lo sciame? Ogni minima cazzata. Sono letteralmente subumani incapaci di pensare, che si sentono superiori alle persone normali solo quando si sentono cullate dal liquido amniotico di una comunità reclusa e tossica. Spesso sono persone isolate che si aggregano al volo per una “causa”, mosse da una mente alveare. Una tredicenne mostra i seni in webcam una volta. Una azione di suo irresponsabile, ma nessuno si sarebbe aspettato che venisse bullizzata, minacciata, aggredita telematicamente fino al completo crack, e che poi si sarebbe suicidata. Perché l’hanno portata a questo. Non ricordo tutti i dettagli, ma ad un certo punto la gente è semplicemente salita sul vagone dell’insulto per vedere se sarebbero riusciti veramente a portarla al suicidio. E questo capita spesso, gente su internet odia qualcuno, e si impegna attivamente per fare sì che questo si uccida. Poi cambiano tab del browser e vanno avanti con la loro vita, magari postando su Facebook riguardo quanto fatto e magari ottenendo mi piace.
Se non l’ho già reso chiaro: lo sciame ha ucciso. Purtroppo il mio precedente consiglio di spegnere il computer e andarsene non è più valido, che senso ha se riescono ad arrivare alle tue informazioni e agire in modo reale su di te?
Lo sciame probabilmente è uno dei pericoli terminali in cui potreste incorrere online, ma è difficile che capiti se si tiene un basso profilo. Per quanto riguarda la categoria troll, lo sciame è l’unico che vuole genuinamente il tuo male. Gli altri sono per lo più cazzoni freelancer la cui massima interazione sociale che potrebbero avere con te è chiederti se vuoi le salse.
Al che io direi sì, mi andrebbe quella agrodolce.
Quando potrò permettermi un panino. AHAHAHAHAH. Fuck.
100 mi piace e pubblico la foto del gatto in braccio nel prossimo articolo.