Dopo il polverone sollevato negli scorsi giorni per via dello speciale di Dave Chappelle, Netflix ha deciso di supportare la causa degli impiegati trans, dopo il loro sciopero
Negli scorsi giorni si è abbattuta una bufera su Netflix, dopo che diversi impiegati trans avevano criticato la decisione dell’azienda di includere nel proprio catalogo l’ultimo monologo di Dave Chappelle, The Closer. Nello spettacolo di stand up comedy dell’artista infatti, ci sarebbero diversi commenti transfobici, ma i vertici di Netflix hanno giudicato che non violassero le regole dell’azienda, e hanno deciso di mantenere lo show sulla piattaforma.
In risposta, gli impiegati transessuali di Netflix hanno deciso di scioperare, insieme a molti colleghi che hanno espresso solidarietà partecipando alla manifestazione organizzata nelle scorse ore. I manifestanti si sono radunati davanti ad un ufficio di Netflix a Hollywood, proponendo una lista di richieste da effettuare a Ted Sarandos, tra cui l’assunzione di più personale transgender e dei disclaimer per i contenuti ritenuti transfobici.
Sembra sia anche in lavorazione un annuncio da parte di simpatizzanti della causa, tra cui Jonathan Van Ness di Queer Eye, Jameela Jamil di She-Hulk, Sara Ramirez, Angelica Ross, TS Madison, Eureka O’Hara and Colton Haynes.
Sciopero impiegati trans di Netflix: le scuse dell’azienda
Nel frattempo Netflix sembra essersi schierata dalla parte dei propri impiegati. Lo stesso Ted Sarandos si è così scusato:
“Ho sbagliato la comunicazione interna, e non intendo solo meccanicamente. Sento che avrei dovuto riconoscere che un gruppo di nostri impiegati è stato offeso dalla decisione presa, e avrei dovuto capire prima il momento difficile che stavano attraversando. Lo dico perché li rispetto profondamente, e adoro il contributo che danno a Netflix. Stavano soffrendo, e avrei dovuto accorgermene”.
Anche un portavoce di Netflix si è espresso in maniera solidale nei confronti dei manifestanti: “I nostri colleghi e amici trans sono molto importanti per noi, e capiamo il dolore che gli è stato causato. Rispettiamo la decisione di qualsiasi impiegato decida di scioperare, e riconosciamo di avere molto lavoro da fare all’interno di Netflix e per i nostri contenuti”.
(Fonte: Deadline)