Night Stalker: con interviste, racconti e materiale d’archivio la docu-serie Netflix narra la caccia allo spietato serial killer che seminò il terrore in California nel 1985
The Walk-in killer; il Killer a domicilio; l’Intruso della valle: sono solo alcuni dei soprannomi provvisori che poi hanno portato al definitivo The Night Stalker, promosso dai media e “approvato” dallo stesso assassino, per identificare quel folle omicida, stupratore e criminale misterioso che dal marzo all’agosto 1985 terrorizzò le notti californiane, prima di essere finalmente scovato e arrestato dal LAPD.
Questa terribile storia viene raccontata da Netflix attraverso la docu-serie in quattro puntate Night Stalker, diretta da Tiller Russell, che va a impreziosire il già ricco catalogo true-crime della piattaforma di streaming.
Follia omicida
Richard Ramirez è stato uno degli assassini e criminali più spietati nella storia degli Stati Uniti, che probabilmente ha compiuto molti più crimini di quelli accertati, come ipotizzato anche dalla polizia e persino dai legali dell’uomo. Night Stalker si pone l’obiettivo di narrarci questi cinque mesi di follia omicida, basando le prime tre puntate sulla caccia e dedicando l’ultima all’arresto, al processo e all’epilogo della storia, e dobbiamo dire che il risultato non è affatto male.
Russell sceglie di narrare gli eventi focalizzandosi sul punto di vista delle vittime, dei parenti delle stesse e soprattutto concentrandosi sulle lunghe interviste ai due poliziotti che si occuparono del caso: Frank Salerno e Gil Carrillo.
I due all’epoca dei fatti divennero delle vere e proprie star ed è così che le tratta anche il regista, ponendo forse anche troppo l’attenzione su di loro e meno sull’identikit di Ramirez, ma è comunque intrigante il modo in cui, omicidio dopo omicidio, crimine dopo crimine, assistiamo alla caccia al killer del mistero e a come gli investigatori studiano le scene alla ricerca di indizi e prove, tra cui il più interessante è senza dubbio quello delle impronte delle scarpe di Ramirez e come Salerno e Carrillo cercano di risalire a lui investigando su di esse, o semplicemente per mezzo di un biglietto da visita di un dentista.
Del resto il killer sembra molto attento e lascia dietro di sé poche tracce, complicando le indagini e ponendo la polizia spesso di fronte a un vicolo cieco.
Lo spettatore ignaro degli sviluppi della storia, e amante del crime, troverà senza dubbio stimolanti questi aspetti e il modo in cui li rappresenta Russell, consegnandoci un’atmosfera spettrale, di terrore, avvalorata dai racconti degli interessati e da quelle mattanze accompagnate da spietate gallery fotografiche che ci fanno comprendere la natura diabolica di un uomo che venerava Satana ma che, come scopriremo in seguito, si portava appresso anche pesanti traumi psichici derivati da un’infanzia a dir poco complessa.
Tra le interviste più significative nella docuserie Night Stalker, segnaliamo quella ad un ex bibliotecario di Los Angeles che descrive l’incontro con Ramirez avvenuto prima che l’identità e le foto dell’uomo fossero di dominio pubblico ed era ancora una presenza misteriosa.
“Era scarno, sporco e con disgustosi denti marci. Emanava un odore fortissimo, come una capra. E aveva la morte negli occhi; sembrava un animale che sta per attaccarti. Mi chiese dove poteva trovare libri sull’oroscopo e sulle torture, e per fortuna si trovavano in un reparto diverso dal mio”.
Un killer spietato
Raramente nella storia del crimine degli Stati Uniti si è assistito a un modo di agire così eterogeneo e spietato, e rabbrividiamo quando la docuserie Night Stalker inizia a delinearci l’identikit di un uomo dalla metodologia non metodica, che passa senza troppi problemi dall’omicidio, al rapimento, allo stupro sia di bambini che di donne giovani o anziane, con dinamiche spesso – ma non rigorosamente – simili e a cui ogni volta aggiunge dettagli più macabri o assurdi, acquisendo evidentemente sicurezza. E così, pian piano, inizia a diventare per lui una routine consumare dei pasti frugali sul luogo dell’omicidio, sfruttando ciò che le vittime hanno in frigorifero, o persino masturbarsi sulla scena del crimine.
Sfumature agghiaccianti di una storia già di per sé orrifica, ma che non può non incuriosire grazie a quel fascino del maligno che da sempre strega l’animo umano, al punto che non restiamo nemmeno troppo di stucco quando apprendiamo delle numerosissime lettere d’amore ricevute in prigione da Richard Ramirez, definito dagli addetti ai lavori dell’epoca come uno dei criminali come il maggior sex appeal in assoluto.
Del resto, seppur in maniera diversa, è anche per questo che il true crime resta uno dei generi maggiormente apprezzati dall’utenza Netflix e non solo, e con Night Stalker la piattaforma di streaming fa ancora una volta centro regalandoci l’ennesimo interessante prodotto di questo filone.