Siamo tornati nel Giappone di Nioh 2 per provare l’edizione completa del gioco nella sua incarnazione PC
La via del samurai è dissestata e irta di pericoli, e lo sa bene chiunque abbia giocato a Nioh 2 quando circa un annetto fa uscì su Playstation 4. Su queste pagine virtuali ve ne parlò Davide, concentrandosi sullo sfatare i miti che come sempre ruotano attorno ai giochi considerati iper-difficili, che spesso così proibitivi in realtà non sono. Ora che è passato qualche mese Nioh 2 è in arrivo su PC (e su Playstation 5) nella sua Complete Edition, edizione che comprende tutti i DLC del gioco e che punta a sfruttare al massimo l’hardware PC.
In attesa di potervene parlare in modo più esteso nei giorni a venire, quando avrò portato a termine l’avventura, voglio ora raccontarvi le prime impressioni a circa undici ore dall’inizio del gioco, con tre missioni completate della storia principale e tre missioni secondarie.
Eviterò di parlare approfonditamente dell’aspetto narrativo del gioco perché vorrei riprendere le fila del discorso quando vi parlerò del gioco completo, ma anche perché non c’è effettivamente molto da dire a questo punto: Nioh 2 è raccontato a mozzichi e bocconi, con brevi filmati alla fine delle missioni principali, asciutti dialoghi e testi di intermezzo che raccontano le ambientazioni che andiamo a visitare. Nei livelli incontriamo poi degli scampoli di testo quando “saccheggiamo” cadaveri, utili principalmente a fare un po’ di contesto.
Fondamentalmente Nioh 2, per ora, parla di poco, e mi aspetto che così sarà anche avanzando. In fondo però lamentarsene sarebbe un po’ sterile, perché è piuttosto evidente come Team Ninja si sia concentrato sul creare un titolo arcade e non una grande storia, lasciando alla narrativa solo lo scopo giustificare blandamente quello che succede. L’aspetto interessante rispetto al primo capitolo, che ricordiamo avvenire cronologicamente dopo Nioh 2, è che il protagonista, completamente personalizzabile, è mezzo umano e mezzo demone, e questo ha un impatto forte sul gameplay, permettendoci di trasformarci in un demone e servendo da giustificazione a una delle meccaniche più importanti di Nioh 2, ovvero un contrattacco necessario a interrompere gli attacchi nemici che è impossibile parare.
Le meccaniche in Nioh 2, tra nuove e vecchie, non si fermano certamente qui, ma ancora una volta credo sia abbastanza inutile parlarne in questo momento, prima di aver pesato tutto quello che il gioco ha da offrire per tutta la sua durata. Per altri dettagli vi rimando comunque all’articolo linkato nell’introduzione, o all’analisi completa di Nioh 2 The Complete Edition che arriverà nelle prossime settimane.
Quello che invece credo sia importante in questa sede è vedere come il gioco si comporta su PC, anche se è necessario premettere che non ci siamo trovati per le mani una versione finale del gioco quanto una versione preliminare con alcuni problemi ancora da risolvere (seppure il gioco sia giocabile dall’inizio alla fine).
Nioh 2 nella sua versione Steam vuole andare a migliorare quello che il gioco offriva nella sua incarnazione per le Playstation di ormai vecchia generazione, stesso obiettivo che si pone la riedizione Playstation 5 che uscirà lo stesso giorno di quella PC, e che dovrebbe permettere al gioco di girare a 4K o a 120fps.
La versione PC permette ovviamente queste due cose, anche in contemporanea se l’hardware lo consente. Ma non finisce qui, perché l’edizione PC offre anche ulteriori implementazioni, alcune impossibili nella sua incarnazione console, prime tra queste il supporto ai monitor ultrawide, ai monitor 144hz, ai monitor HDR e la possibilità di giocare con mouse e tastiera.
Passando a quanto ho avuto modo di testare, la situazione al momento non è estremamente rosea, e ci sono alcuni dettagli che dovrebbero e potrebbero essere migliorati con le patch che verranno distribuite da qui a quando il gioco sarà reso disponibile per il pubblico.
Partiamo dalle impostazioni grafiche, in effetti un po’ povere. Non è possibile intervenire su tantissimi aspetti, e quelli modificabili si limitano all’illuminazione dinamica (non ray tracing), la qualità delle ombre e delle texture, e il motion blur. C’è ovviamente il selettore di risoluzione e anche la percentuale di rendering, in cui vogliate andare sopra (o sotto) alla risoluzione impostata, che non può essere superiore a quella del monitor.
La possibilità di intervenire più nel dettaglio sarebbe stata gradita, perché anche nelle poche impostazioni disponibili possiamo solo scegliere tra due o tre modalità, rendendo il gioco veramente poco scalabile.
Nioh 2 The Complete Edition girà però abbastanza bene, e non sembra essere troppo esigente in termini di hardware: con una 1070, un i7 di settima generazione e 16 giga di ram è possibile giocare in maniera tranquilla a 60fps in 2K con i dettagli quasi tutti settati al massimo. C’è però qualche calo di framerate inspiegabile e casuale, quasi mai drammatico, che speriamo possa essere risolto con le patch distribuite da qui al 5 febbraio.
Una cosa che non mi è chiara invece riguarda il limite di FPS, e ve la metto senza esprimere giudizi perché ho difficoltà a interpretarla: anche settando il limite degli fps a 120 e abbassando il dettaglio, il gioco sembra non riuscire mai ad andare sopra i 60 fps. Potrebbe essere un limite del mio hardware, certo, ma mi pare molto improbabile che abbassando il dettaglio il gioco abbia l’esatto framerate di quando è bloccato a 60fps.
L’idea che mi son fatto è che la versione che Koei Tecmo ci ha fatto pervenire porti ancora con sé alcuni limiti della versione originale Playstation che devono ancora essere limati, e che il limite di fps, nonostante possa essere rimosso dal menu, sia comunque presente e settato a 60 come nelle versioni console.
La sensazione generale è comunque quella di un porting su cui non ci si è impegnati proprio tantissimo, visto anche che visivamente il gioco non sembra assolutamente sfruttare al massimo le possibilità del gaming su PC. D’altra parte, Nioh 2 non è un mostro di tecnica neanche su Playstation 4 (vedremo Playstation 5), e il porting sembra essere proprio una trasposizione appena migliorata della versione console.
Quello che è importante però, ovvero che il gioco funzioni stabilmente, lo troviamo con solo inciampi minori che speriamo possano essere sistemati. La qualità del gioco base non è in dubbio, ma tornerò a parlarvene approfonditamente non appena sarà possibile farlo, tornando anche sugli aspetti tecnici.