Olija è un omaggio ai romanzi di cappa e spada, le leggende marinaresche e i classici dell’avventura videoludica. Un viaggio naufrago in terre lontane ed esotiche, in compagnia di grandi capisaldi del genere

Realizzato dallo studio con base nipponica Skeleton Crew e distribuito da Devolver Digital, Olija è la storia di Faraday, della sua ciurma improvvisata e del loro viaggio verso lande inesplorate. Un viaggio che inizia per disperazione: perché la terra natia è ormai a corto di opportunità e risorse per chi la abita. Un viaggio che diventa naufragio, per poi trasformarsi in avventura e portare il suo protagonista a virare verso una figura a cui non era abituato: l’eroe che salva se stesso, la sua compagnia e ciò che trova nel nuovo mondo.

Imbarchiamoci dunque insieme a Faraday in direzione est, e non preoccupiamoci troppo se quella balena che sembra la nostra meta ci porti invece a disastroso naufragio. Poiché è la porta d’ingresso per un mondo inaspettato e straordinario, dove il nostro potrà davvero fare la differenza e dimostrare a se stesso di essere ciò che mai avrebbe pensato di essere. Spiaggiamoci con lui sulla costa di Terraphage, dispersi ma volenterosi di tornare a casa insieme alle persone con cui siamo partiti. Impareremo a contrastare la paura con il coraggio, l’ignoto con la forza di volontà.

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…e il nufragar m’è dolce

Come parzialmente già discusso nei paragrafi precedenti, la storia di Olija ruota intorno al giovane Faraday e alla sua ricerca di maggiore fortuna. Un desiderio che lo porterà a reclutare dieci compagni e a imbarcarsi verso oriente, speranzosi di poter risanare la crisi in cui il loro punto di partenza riversa. Ciò che non posso sapere, però, è che il momento di maggiore tensione – l’incontro con una gigantesca balena, la cui caccia potrebbe terminare il loro peregrinaggio in modo ben più che soddisfacente – non è il punto di arrivo ma la partenza per qualcosa che non avevano tenuto da conto.

La ciurma subisce dunque un naufragio che lascia ogni suo componente da solo, inerme e indifeso. Il nostro protagonista, ovviamente, non fa eccezione. Ed è da qui che il gioco lascia la palla a chi interagisce con esso, chiamandola o chiamandolo a intervenire in modo diretto sulla storia di Faraday. In un progressivo processo di orientamento, sia del personaggio che di chi gioca, Olija svela il suo mondo un poco per volta, accompagnando le rivelazioni con la progressiva crescita di conoscenza di ciò che ha intorno chi sta giocando. Man mano che le ore proseguono cresce la consapevolezza, la conoscenza e la dimestichezza con il mondo e gli strumenti che Olija ha da offrire.

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Il naufragio è quindi uno spunto per abbandonare quanto prefisso per lanciarsi, dettati dalla necessità, in un’avventura sulla carta più grande della portata a cui il suo eroe potrebbe far fronte. Il nostro si trova quindi in un doppio compito: riunire la sua ciurma e liberare Terraphage dal giogo mortale della presenza oscura conosciuta come Rottenwood. Un nemico insidioso, potente, malvagio che metterà a dura prova il protagonista che dovrà col tempo imparare a combattere e utilizzare differenti strumenti per il combattimento, tra cui un misterioso arpione appartenete a una vecchia leggenda del luogo. Non mancano ovviamente anche una lunga serie di alleati, su cui il protagonista può contare: una su tutte Olija, la principessa legittima di quei luoghi che – oltre a dare il nome al gioco – svelerà un rapporto con Faraday fondamentale per la crescita e il cambiamento del protagonista.

Una storia di cappa e spada e di terre esotiche molto classica ma che fa da subito capire gli intenti dietro la produzione Skeleton Crew: ripercorre le origini di ciò che normalmente definiamo avventuroso per trarne considerazioni e conseguenze che non siano derivative ma semplicemente innamorate delle loro radici. La semplicità del soggetto è direttamente proporzionale alla sua efficace nel veicolare il messaggio di fondo.

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Alle origini dell’avventura, per poi andare oltre

Le ispirazioni alla base di Oujia sono dunque da ricercare nelle opere che hanno avviato il genere, tanto nella letteratura quanto nel videogioco. Vengono quindi chiamati in causa canoni estetici tipici, dalla marineria al fascino orientaleggiante delle terre selvagge. Il gioco è quindi una lettera d’amore sia ai romanzi di Melville, Verne, Salgari e Cervantes ma anche e soprattutto un ritorno all’avventura come abbiamo potuto amare a livello di game design con capolavori imbattuti come il primo Prince Of Persia Another World a cui si avvicina anche a livello visivo con una pixel art che guarda da molto vicino quelle suggestioni.

Amore per le origini che però s anche prendersi le distanze di cui ha bisogno Ne è un ottimo esempio il lavoro fatto a livello musicale e sonoro in senso più ampio. Le canzoni che accompagnano il gioco, infatti, non sono solo rumori ambientali o suite orchestrali dal sapore selvatico ma componimenti più contemporanei che esplorano i territori della dubstep per contaminarli con generi più classici come il flamenco. Sound design e musiche quindi si allontanano dal classico proponendo una visione più vicina ai nostri tempi, che offre grande dinamismo alla produzione.

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Per concludere: Olija è un’avventura delle più pure che potreste trovare in tempi recenti in un videogioco, con tutte le spigolosità che ne comporta questa scelta. Un gioco che vuole proseguire un percorso molto preciso senza compromessi, stimolando la memoria di chi lo gioca e accompagnandolo in un viaggio attraverso la storia delle avventure.

 

Luca Parri
Nato a Torino, nel 1991, Luca studia scienze della comunicazione come conseguenza della sua ossessione nei confronti delle possibilità che offrono i mezzi di comunicazione e ha lavorato come grafico e consulente marketing (lavoro che ha fatto crescere esponenzialmente la sua ossessivo-compulsività per le cose simmetriche e precise). Lo studio gli ha permesso di concretizzare la sua passione per i differenti linguaggi dei media, sperimentando con mano l'analisi linguistica e semiotica; il lavoro gli ha dato la possibilità di provare a inserire la teoria nel pratico. Studio e lavoro, insieme, lo hanno portato a scrivere di, tra gli altri argomenti, grafica pubblicitaria, marketing, comunicazione e comunicazione visiva collegata al videogioco.