Mazzate da orbi alla ricerca del tesoro di Gol D. Roger
Proseguono le avventure di Cappello di Paglia e della sua ciurma, in campo videoludico, con il terzo capitolo di una saga che ha visto la luce nel 2012. Dopo due titoli di discreto successo, il team di Omega Force ci riprova con One Piece Pirate Warriors 3, un gioco che resta fortemente legato al genere musou, ma non disdegna di strizzare l’occhio a qualche piccola novità. Il gioco è disponibile per Steam, PS4, PS3 e PS Vita, e la seguente review è basata proprio sulla versione per console portatile.
Tutti insieme mangiando Frutti del Diavolo
Dal punto di vista del gameplay, come detto, One Piece Pirate Warriors 3 è un musou, un genere (popolarissimo in Giappone, leggermente di meno al di fuori dei confini nipponici) che fa del gameplay il proprio punto di forza. E questo terzo capitolo di Pirate Warriors non fa certamente eccezione: il gioco, infatti, ruota praticamente tutto intorno al suo elemento forte, basandosi, sostanzialmente, sulle battaglie. Queste vedono i personaggi principali dell’universo piratesco scaturito dalla mente di Eichiro Oda battersi contro orde infinite di nemici, in mappe vaste e piuttosto articolate. Le mazzate sono dunque le protagoniste assolute del gioco, così come in ogni titolo “alla Dinasty Warriors” che si rispetti, ma qui assumono un’importanza ancora più accentuata, visto che ogni personaggio giocabile, (da Rufy a tutta la sua ciurma, fino ai vari nemici sempre più potenti con cui si troverà faccia a faccia nel corso della sua navigazione sulla Rotta Maggiore), potrà fare affidamento sul suo personalissimo repertorio di abilità e mosse uniche. Per avere la meglio sulla moltitudine di nemici sarà fondamentale concentrarsi sullo sferrare colpi, alternandoli tra normali e speciali, senza soluzione di continuità, concatenando lunghe e potenti combo in grado di mandare al tappeto tantissimi nemici contomporaneamente, facendo così salire rapidamente il conto delle kill.
Conto che sarà destinato ad aumentare vertiginosamente se si sarà abbastanza abili nell’accumulare i punti necessari a riempire la barra Kizuna, una delle novità introdotte proprio con questo terzo capitolo della saga. Svuotando la barra nel corso del combattimento, infatti, si scatenerà una potentissima mossa combinata di più personaggi impegnati nella battaglia, che sortirà effetti devastanti su chiunque si trovi nei paraggi, liberando letteralmente il campo. I colpi Kizuna, proprio per il loro essere tanto poderosamente letali, saranno particolarmente efficaci contro i nemici più potenti, che siano i tanti miniboss presenti nella mappa o i boss veri e propri contro cui sarà necessario battersi per completare ogni livello. Al contrario di ciò che succede con i tantissimi nemici tutti uguali che s’incontreranno per la maggior parte del gioco caratterizzati da un’intelligenza artificiale decisamente scarsa; contro i boss si renderà necessario adottare un approccio più tattico, ricorrendo spesso alla schivata per evitare i potenti colpi in arrivo ed poi attaccare sfruttando le finestre giuste e soprattutto i Kizuna. Accanto ai Kizuna Rush, il gioco presenta tutta una serie di altri nuovi elementi che faranno sicuramente piacere ai giocatori più appassionati e “fanatici”: su tutte, la possibilità di affrontare ogni livello affiancato da altri personaggi, fondamentali non solo per fronteggiare le schiere nemiche, ma anche per scatenare il già citato e spettacolare Kizuna Rush. Da segnalare, a margine, anche il sistema di potenziamento dei personaggi, attraverso la raccolta e l’assegnazione di monete speciali, e tutti gli elementi acquistabili dallo shop interno spendendo i berry raccolti nei vari livelli.
Come ogni gioco su licenza ufficiale, anche in questo One Piece Pirate Warriors 3 il fanservice la fa da padrone. E se con il predecessore si era deciso di puntare su una trama totalmente scollegata da quella originale di Oda, con questo capitolo gli Omega Force hanno fatto non uno ma due passi indietro, tornando alle origini della loro saga videoludica e quindi al “vero” One Piece. La trama si sviluppa per capitoli, a loro volta suddivisi in episodi, partendo dalle vicende iniziali del manga, in cui vediamo il piccolo Rufy ricevere il cappello di paglia da Shanks fino ad arrivare a coprire più o meno tutto l’arco narrativo dell’opera. La modalità storia, chiamata “Diario della Leggenda”, consiste nel susseguirsi delle battaglie principali combattute dalla ciurma di Cappello di Paglia, inframmezzate da cut-scenes con testi che vanno ad illustrare gli eventi accaduti e quelli che ci si appresta a vivere nella missione imminente, spezzando così il frenetico ritmo dell’azione. La modalità storia permetterà di sbloccare via via i nuovi personaggi che si incontreranno nel corso dei vari archi narrativi con cui sarà poi possibile rigiocare ogni livello nella modalità libera, aumentando la longevità, che, per quanto riguarda la storia principale, si aggira sulla decina di ore. Decisamente maggiore, invece, con la modalità denominata “Diario dei Sogni”, in cui sarà possibile scegliere un personaggio dell’intero, corposissimo roster ed affrontare con questo e degli alleati una serie di avventure slegate dalla trama principale ed ambientate in livelli casuali, contro nemici ugualmente casuali.
Graficamente, il gioco si presenta piuttosto gradevole nel complesso, anche se non eccelle sotto praticamente alcun punto di vista. Il cel-shading con cui sono realizzati i modelli dei personaggi principali e dei boss è molto buono, mentre i nemici generici presentano una bassissima varietà tanto di modelli quanto di animazioni. Le mappe sono vaste ma praticamente tutte caratterizzate da scenari poveri sia dal punto di vista del design che da quello di textures e poligoni. Ben realizzate, invece, le cut-scenes che intervallano le battaglie. Tecnicamente, il gioco si può comunque definire solido: nonostante il gran numero di nemici a schermo, infatti, il frame rate non presenta mai cali eccessivamente vistosi e fastidiosi, neanche nelle fasi di combattimento più concitate. Buono anche il comparto audio, nonostante solo in giapponese per quanto riguarda i dialoghi, mentre le parti testuali sono tutte completamente localizzate in italiano.
Il titolo, nel complesso, è decisamente valido. Attinge a piene mani dalla tradizione dei migliori giochi musou, ma introduce qualche elemento di contorno che sicuramente aiuta a spezzare un po’ la monotonia generale, ma non elimina il problema dell’eccessiva ripetitività tipica di questo genere videoludico, che alla lunga potrebbe far desistere dal portare a termine il gioco chi, magari, è più fan di One Piece che di musou. Altro piccolo neo è l’assenza di checkpoint all’interno delle missioni, sicuramente non lunghissime, ma neanche propriamente “mordi e fuggi”. Questo comporta il fatto che, in caso di fallimento della missione (non infrequente, soprattutto quando si tratta di affrontare missioni a tempo in mappe zeppe di nemici), questa dovrà essere ricominciata da capo e non si mancherà di provare una sottile frustrazione, alla lunga. Interessante anche la modalità online, grazie alla quale è possibile rigiocare ogni livello in co-op con un amico o un alleato assegnato dal sistema di matchmaking. Il gioco non è dunque completamente esente da difetti, ma questi non sono così gravi da compromettere la qualità o la godibilità del titolo che, ad un giocatore amante tanto del manga di Oda quanto dei musou, non potrà far altro che risultare decisamente degno di nota nel panorama spesso piuttosto scadente dei titoli di questo genere.